La Gazzetta dello Sport, 31 ottobre 2014
Le manganellate dell’altro giorno sugli operai di Terni sono finite in Parlamento...• Alfano è stato messo sotto accusa
Le manganellate dell’altro giorno sugli operai di Terni sono finite in Parlamento...
• Alfano è stato messo sotto accusa...
Quelli di Sel, che hanno agitato il cartello “Alfano dimettiti”, hanno preparato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro dell’Interno. Per ora sotto la mozione ci sono le loro firme, 26 in tutto, e ne servono 63 (un decimo dei seggi). Gli altri gruppi d’opposzione stanno meditando sul da farsi, cioè se fimrare anche loro o no. Sarebbe la seconda mozione di sfiducia contro Alfano, dopo quella per il caso kazako. Il ministro intanto è andato a riferire a deputati e senatori.
• Che cosa ha detto?
Si trattava di far capire che le manganellate sugli operai della Ast sono state un incidente di percorso, che sarebbe sbagliato inquadrarle in un cambio di strategia, come ha subito provato a fare la Camusso, la quale ne ha incolpato direttamente Renzi: «Il presidente del Consiglio dovrebbe provare ad abbassare i manganelli dell’ordine pubblico» ha detto alla radio. È interessante la differenza di tono con Landini, il capo della Fiom. Il quale pretende le scuse del governo, ma specifica di non volere le dimissioni di nessuno. «Sono rispettoso del lavoro del Parlamento. Che venga accertato tutto ciò che è avvenuto e poi che governo e polizia prendano delle decisioni che impediscano il ripetersi di quanto è successo mercoledì». Landini e Renzi si sarebbero anche scambiati degli sms durante gli scontri, circostanza che Landini nega («ho parlato con Delrio») ma Palazzo Chigi conferma. Nell’analizzare i pezzi sulla scacchiera si deve tener conto anche della lotta invisibile tra Landini e la Camusso, alleati solo di circostanza. Landini punta alla guida del sindacato, e c’è tutta una dorsale Cgil – per esempio quella dei pensionati di Carla Cantone – che sta piuttosto vicina a Renzi.
• Stavamo dicendo di Alfano in Parlamento.
Molto efficace. «Dall’insediamento di questo Governo si sono svolte 5.934 manifestazioni di rilievo e la stragrande maggioranza ha avuto un corso assolutamente tranquillo. Circa la metà (2.350) hanno avuto alla base problematiche sindacali e occupazionali. Se il Governo avesse voluto dare alla polizia linee di estrema durezza sui manifestanti avrebbe avuto migliaia di occasioni per farlo, Non l’ha mai fatto. Anzi, l’input dato è l’esatto opposto». Il ministro ha riconosciuto che Landini ha dato una mano a tranquillizzare gli animi (vedi sopra). «È lontana anni luce da noi l’idea di manganellare gli operai, così come penso sia lontana dagli operai la volontà di scaricare tensioni occupazionali sulla polizia. Vogliamo istituire un tavolo permanente di confronto al Viminale con i sindacati per gestire al meglio le manifestazioni. I fatti di ieri sono stati oggetto di referto all’autorità giudiziaria, nel quale nessun manifestante è stato denunciato. Il diritto a manifestare è sacro, ma la libertà di chi manifesta non deve comprimere e ledere la libertà degli altri cittadini e l’incolumità fisica degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine che ogni giorno corrono dei rischi».
• So che Renzi ha ricevuto gli operai.
Sì, Renzi ha detto agli operai di non voler trattare senza il sindacato, «l’imperativo morale è portare a casa la vertenza Ast. Mi impegno a dare garanzie sul piano industriale. Vi chiedo un confronto serio, nel merito, su Terni. Ma, parliamoci chiaro: non consentirò strumentalizzazioni. Bisogna chiudere la vertenza. Le discussioni politiche le lasciamo fuori».
• Questa vertenza Ast, poi, in che consiste? E che significa “Ast”?
“Ast”, cioè “Acciai Speciali Terni”. Appartengono alla Thyssen-Krupp, tedesca. Camusso ha invitato Renzi a smetterla col ping pong tra le parti. Parlasse invece col governo tedesco. Lo stabilimento di Terni, secondo quello che dicono gli italiani, sarebbe un centro d’eccellenza, all’avanguardia nel mondo, per ciò che riguarda le procedure a caldo, cioè l’acciaio fuso. I tedeschi però pensano a salvare i loro vecchi impianti, se ne fregano del nostro alto livello e tagliano in Italia per salvare i posti in Germania. Non ho la minima idea se questa versione dei fatti sia corretta. So solo che Thyssenkrupp chiuse dieci anni fa il Magnetico per trasferirlo in Germania e che due anni e mezzo fa annunciò di voler uscire dal mercato dell’acciaio inossidabile. Accorpati tutti i suoi siti Inox in una società detta Inoxum, la vendette ai finlandesi di Outokumpu nel gennaio 2012. Ma a quel punto intervenne la Commissione Europea: comprando Terni, i finlandesi avrebbero superato la quota di mercato del 40% e questo è proibito dalle regole di Bruxelles. Cioè: o comprano gli asiatici - che non hanno problemi di monopolio e stanno rapidamente conquistando il mercato - o niente. I tedeschi hanno dovuto riprendere in mano la questione e hanno annunciato un taglio di 550 posti di lavoro su 2.600 dipendenti e un taglio del 20% sulle commesse ai fornitori esterni. Il sindacato ha respinto un contropiano da 290 esuberi, ma ieri il vertice dell’Ast ha ribadito di esser pronto a trattare. Le ultime notizie dicono che ci si potrebbe accordare su 140-150 esuberi. L’accordo, anzi, sarebbe molto più vicino di quel che sembra.