Il Sole 24 Ore, 30 ottobre 2014
Ast di Terni, spiragli per la trattativa sul piano ThyssenKrupp. Il ministro dello Sviluppo Guidi ha convocato per questa mattina i sindacati per un esame della vertenza
Nuovi spiragli per la vertenza relativa al piano di ThyssenKrupp su Terni. Ieri, dopo una doppia convocazione con tavoli separati (in mattinata con l’amministratore delegato di Acciai speciali Terni Lucia Morselli, nel pomeriggio con il sindacato), il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha ribadito la volontà del governo di far ripartire il tavolo di mediazione e ha convocato per stamane alle 10 i sindacati per un esame della vertenza. Convocazione che è conseguenza dell’apertura al dialogo, come manifestato anche ufficialmente in serata, dell’azienda: «Accogliamo le sollecitazioni del ministro a proseguire e a intensificare le trattative in corso con le organizzazioni sindacali» si legge in una nota Ast. Secondo fonti sindacali, inoltre, il Mise punta a una nuova convocazione, nel tentativo di riallacciare i fili del dialogo tra le parti, già la prossima settimana.
Il piano industriale persentato dalla proprietà tedesca per Ast prevede efficienze per circa 100 milioni di euro e 536 esuberi: l’azienda ha già avviato la procedura di mobilità, congelato gli istituti contrattuali integrativi e nei giorni scorsi ha comunicato ai sindacati la decisione di ridurre la turnistica nell’area a caldo provocando la protesta degli operai, sfociata in uno sciopero generale.
Il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha riferito ieri pomeriggio alla Camera di avere chiesto alla Ast «di ridurre l’impatto sull’occupazione a circa la metà della cifra proposta» dall’azienda, pari «al massimo a 290 unità invece di 550, e da gestire in un periodo di ventiquattro mesi utilizzando la mobilità incentivata, con incentivi che l’azienda è stata disponibile a valutare tra i 50mila e gli 80mila euro».
L’intenzione del governo è riprendere la trattativa da dove si era interrotta, nella notte tra l’8 e il 9 ottobre, con il rifiuto, da entrambe le parti, della proposta di mediazione del ministero. «Siamo moderatamente ottimisti – ha detto il sottosegretario al Lavoro Teresa Villanova –, sulla soluzione di questa vertenza».
Il governo chiede in particolare il mantenimento dell’attuale livello produttivo dell’area a caldo con i due forni attivi: uno a pieno regime di capacità produttiva (sette giorni su sette con tre turni) e l’altro a una condizione di ciclo feriale (cinque giorni a settimana su tre turni). «Non è il massimo – ha precisato il ministro alla Camera –, è una richiesta che il governo ha fatto all’azienda per partire da questo livello inferiore minimo che consenta di mantenere due forni attivi, di cui uno al massimo della sua capacità produttiva». Guidi ha assicurato che «il governo ha lavorato giorno e notte con l’obiettivo di arrivare alla definizione di un diverso piano industriale per il rilancio del sito sia industriale sia produttivo».
Il ministro ha ripercorso tappa dopo tappa la vertenza, ricordando che il piano dell’azienda del 17 luglio è stato dichiarato fin dal primo momento «inaccettabile» e da subito il governo ne ha chiesto una «revisione profonda, sia per la salvaguardia occupazionale sia per ricadute strategiche dell’azienda».
Gli altri punti fermi della mediazione ministeriale riguardano la definizione di un piano di investimenti da 110 milioni e lo spostamento a Terni della linea di laminazione di Torino. Entrambe le proposte sarebbero state accolte dall’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli: la dirigente, ieri al termine del vertice con Guidi, ha confermato che «l’incontro è andato benissimo».
Resta fuori dal tentativo di mediazione solo la negoziazione sul contratto di secondo livello: Guidi ha spiegato che si tratta di un aspetto che esula dalle competenze del governo (spetta alla contrattazione aziendale), che comunque «rimane a disposizione delle parti per supportarle al meglio».