Corriere della Sera, 29 ottobre 2014
La Marina se la prende con Alfano dopo gli annunci sulla chiusura di Mare Nostrum. Il comandante in capo della flotta italiana fa sapere da Bruxelles che «non abbiamo ricevuto alcun ordine ufficiale e dunque proseguiremo anche quando inizierà “Triton”, la nuova operazione Frontex nel mar Mediterraneo, per facilitare un passaggio di consegne efficace e senza problemi di sorta»
La Marina militare sfida il ministro dell’Interno.
Dopo gli annunci di Angelino Alfano sulla chiusura dell’operazione umanitaria «Mare Nostrum» fissata per il primo di novembre, l’ammiraglio Filippo Maria Foffi — comandante in capo della flotta italiana e dunque responsabile della missione nelle acque del Mediterraneo — va a Bruxelles e dichiara: «Andiamo avanti, non abbiamo ricevuto alcun ordine ufficiale e dunque proseguiremo anche quando inizierà “Triton”, la nuova operazione Frontex nel mar Mediterraneo, per facilitare un passaggio di consegne efficace e senza problemi di sorta».
L’irritazione del ministro è evidente nella risposta che arriva poco dopo dal Viminale: «L’ordine arriverà non appena il Consiglio dei ministri fisserà i tempi — precisa —. L’uscita da “Mare Nostrum” sarà velocissima».
Lo scontro è dunque aperto. E provoca non poco imbarazzo anche al ministero della Difesa. Del resto, i soldi non ci sono, e non è stato previsto alcun nuovo stanziamento anche perché l’Italia aveva già fatto sapere di non poter sostenere una spesa di nove milioni di euro al mese. Dunque quella dell’alto ufficiale appare una provocazione. Anche perché arriva nelle stesse ore in cui il governo britannico attacca l’Unione Europea e fa sapere che non sosterrà «le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterrano perché riteniamo che queste missioni creino un fattore di attrazione involontario, incoraggiando più migranti a tentare la traversata pericolosa del mare, determinando così le morti più tragiche e inutili».
Il malumore della Marina per la decisione di sospendere «Mare Nostrum» non è mai stato nascosto, tanto che nelle riunioni operative delle ultime settimane era stato ipotizzato di lasciare comunque una linea avanzata rispetto a quella «coperta» dall’Unione Europea con «Triton» (fissata a una distanza di trenta miglia dalle coste italiane) anche per garantire lo screening sanitario dei migranti. Ipotesi ritenuta poco percorribile, pur se non ancora esclusa in maniera definitiva. In realtà, i nostri militari avrebbero però voluto avere un ruolo di primo piano all’interno della nuova operazione sotto le insegne di Frontex, una sorta di «comando» che invece non è stato riconosciuto. E la reazione dei vertici non si è fatta attendere.
Nel suo intervento a Bruxelles, parlando di fronte al Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli, Foffi è stato esplicito, a tratti quasi ironico: «Non ho visto ancora nessun documento ufficiale riguardante Triton, soltanto molte bozze di lavoro, quindi non mi sento di commentare sulle forze che saranno messe in campo dall’agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione, ma mi rallegro per quanto ho sentito oggi proprio da un funzionario di Frontex, che ha rassicurato sul fatto che con Triton parteciperanno anche a operazioni di salvataggio di vite in mare».
L’ammiraglio tiene a sottolineare che «fino a questo momento le decisioni del governo italiano, in particolare quella di continuare con “Mare Nostrum” per oltre un anno, sono state responsabili», come a lasciare intendere che la sospensione invece non lo è. Quindi evidenzia come «dopo aver agito da soli, con il solo aiuto di una nave slovena, sono contento che finalmente la Ue si prenda le sue responsabilità e metta in campo una vasta operazione i cui risultati, però, dipenderanno dalla volontà di collaborare di tutti gli Stati membri e dai mezzi che saranno messi a disposizione».
Poi il passaggio chiave: «”Mare nostrum” va avanti esattamente come è cominciata il 18 ottobre dell’anno scorso e collaboreremo con Frontex con tutte le capacità di cui disponiamo. Quando abbiamo iniziato, pensavamo durasse soltanto per un paio di mesi. Poi, con il passare del tempo, nessuno ci ha detto di smettere. Sicuramente riceveremo ordini a livello politico di interrompere l’operazione, ma al momento tali ordini non sono ancora arrivati».
Alfano fa sapere che accadrà prestissimo. Chissà se basterà a chiudere la polemica.