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 2014  ottobre 27 Lunedì calendario

L’elicottero low cost targato Napoli verrà realizzato in Cina. È stato pensato per la mobilità urbana. Un taxi volante

Un elicottero piccolo, leggero e con due motori, più sicuro, che vola sotto i 5 mila metri, a due e a quattro posti, targato Napoli. Il progetto e la ricerca si fanno a Ponticelli, quartiere degradato della periferia, nella sede della K4A, Knowledge for Aviation, azienda nata nel 2005. I suoi creatori sono Dario Scalella, presidente, imprenditore ex numero uno di Confapi, e Valentino Alaia, ad, ingegnere aeronautico, imprenditore di quarta generazione, che ha anche partecipato come ricercatore a due missioni dello Space Shuttle, nel 1992 e nel 1994. La società di Ponticelli, con un capitale sociale di 3 milioni di euro e 10 milioni di investimenti, ha 28 addetti: due su tre ingegneri, un’età media di 40 anni. Gli imprenditori napoletani, che firmano brevetti e prototipi, hanno trovato un partner per costruire i taxi volanti del futuro. Si realizzeranno per cominciare in una fabbrica in Cina, nel polo elicotteristico di Jingdezhen, provincia di Jiangxi. «In seguito anche in Italia», assicurano. Con la Jiangxi Deli Helicopter Industrial è stato infatti chiuso un contratto per la costituzione di una società di diritto cinese, in cui i napoletani detengono il 48%. Nella joint venture, la compagnia cinese ha investito 16 milioni di dollari. Dopo il via libera dell’Easa, agenzia per la sicurezza del volo europea, a partire dal 2016, con il certificato che abilita al volo professionale, dalla fabbrica cinese usciranno 150 elicotteri biposto all’anno per tre anni, al costo di circa 250 mila euro
ciascuno, meno di una auto sportiva superlusso. Le prime consegne nel 2017. «Nel segmento del personal transportation, puntiamo a volare, oltre che in Cina, in India, Arabia e in tutto il Medio Oriente», dice Scalella. La sfida italiana è partita quando il mercato era ancora off limits. Lo spazio aereo della Cina si è aperto da poco al trasporto privato, ma K4A il suo primo volo di prova l’ha fatto nel 1998. Il biposto, che è equipaggiato con un motore Motoguzzi 1200 alleggerito. è a benzina verde e avrà quindi un minimo impatto ambientale, con caratteristiche di sicurezza che ne consentiranno il volo su aree vietate in Europa agli elicotteri monomotore: ha il rotore di coda idraulico a velocità variabile. «Il 4 posti che stiamo progettando sarà il primo elicottero bimotore diesel con consumi irrisori, 26 litri di gasolio all’ora spiega Scalella - La rottura di un propulsore non comporta manovre di emergenza pericolose. Questa caratteristica gli consentirà di essere il primo elicottero con motori a pistoni certificato per operazioni di classe A, che prevedono decollo e atterraggio da centri abitati. Potrà essere autorizzato anche ad attività legate alle piattaforme petrolifere». Con consumi e rumorosità ridotti, una maggiore stabilità in volo e minore impatto ambientale, «Questi elicotteri - scommette Alaia - sono il futuro dell’aviazione leggera ad ala rotante». Gli ultraleggeri biposto potranno essere utilizzati anche per l’addestramento dei piloti, perciò il knowhow italiano favorirà in Cina la creazione da parte di K4A di scuole di volo e attività di assistenza e manutenzione dei velivoli. Alaia è tra i promotori del Consorzio Chain (Campania helicopters and airplanes industry network), Scalella ne è il presidente: il Consorzio fa parte del neonato Distretto aerospaziale campano, e collabora con centri di ricerca e università, tra cui il Cira (Centro italiano di ricerche aerospaziali), il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e il Politecnico di Milano. Qui sopra, Dario Scalella presidente di K4A ed ex numero uno di Confapi A lato, un’immagine dell’elicottero ultraleggero progettato da K4A.