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 2014  ottobre 27 Lunedì calendario

Se ai vostri figli non piacciono le verdure metteteli, con voi, dietro ai fornelli: cucinare insieme è divertente e li invoglia a mangiar sano. Decalogo di una buona alimentazione

Fantasia al potere, rigore quando serve e tanta collaborazione dietro ai fornelli. È la ricetta ideale per evitare di ritrovarsi con dei figli obesi, avidi di snack e patatine fritte e per niente attratti da frutta e verdura. Sul rompicapo che da sempre fa ammattire mamme e papà si sono esercitati, questa volta, i responsabili del progetto europeo HabEat, coordinato dal French National Institute for Agricultural Research. Il risultato dell’esperimento, che ha coinvolto diciottomila coppie formate da madri e figli fino ai sei anni, è un decalogo a disposizione, adesso, anche dei genitori italiani, sempre più utile in un Paese che vede aumentare i piccoli obesi e diminuire i bambini e i ragazzi che mangiano frutta e verdura. Un fenomeno, quest’ultimo, documentato da una ricerca di Ipsos per Save the Children: i giovani che consumano frutta o verdura a ogni pasto sono oggi in Italia il 35 per cento a fronte del 37 del 2012; quelli che ne mangiano una volta al giorno il 35 per cento contro il 39 di due anni fa. Crescono, invece, coloro che non ne consumano affatto o lo fanno al massimo due volte alla settimana: il 31 per cento, ben sei punti percentuali in più che nel 2012.Che fare, allora, per invertire la tendenza? Le regole chiave elaborate da HabEat prevedono di essere tenaci (non arrendersi al primo rifiuto del bimbo di fronte al minestrone), di puntare sulla varietà dei piatti e di coinvolgere i ragazzini in cucina. E, soprattutto, di dare il buon esempio: è difficile convincere l’erede che le verdure sono buone se scarseggiano nel vostro piatto. Meglio mangiarle insieme. Severamente vietata, invece, la “corruzione”, i tentativi di blandire il bimbo con promesse di dolci per convincerlo a cedere davanti al pesce o all’insalata: «Anche perché usare il cibo come ricompensa in soggetti fragili può creare una relazione malsana con gli alimenti», sottolinea Cristina Iacchia, psicologa infantile e psicoterapeuta.Un modo per incitare i bambini a mangiare ciò che hanno nel piatto, secondo gli esperti, è sicuramente quello di farsi aiutare da loro a preparare i pasti, magari creando anche un piccolo orto sul balcone, due attività che li aiutano a conoscere il “nemico”. È quello che del resto consigliano, già da un po’, le mamme-blogger: partendo dalle attività più semplici e meno pericolose, e tenendo i figli a debita distanza da fuochi e coltelli, può essere divertente dare a frutta e verdura forme particolari e trasformarle in pupazzi da mangiare. È sbagliato, invece, mentire spudoratamente su presunte proprietà magiche dei cibi: il 25 per cento delle mamme intervistate in un’indagine di Pianeta mamma, per esempio, ammette di avere raccontato al figlio che «potrai vedere anche al buio se mangi tante carote».Qualunque sia il cibo inviso ai bambini, poi, gli esperti consigliano sempre di metterne nel piatto piccole quantità: rende più facile affrontare la novità. Oppure, sempre usando la fantasia, si può occultare la verdura nei ravioli, diluire la carne nel brodo, far fondere il formaggio nella frittata... Perché quello che non si vede, non c’è. E poi c’è la carta segreta: visto che, come spiega Iacchia, «la mediazione è una cosa importante, bisogna valutare le situazioni, non essere sempre tassativi. La rigidità non paga mai, soprattutto con i bambini». E allora, trattando i bimbi come dei piccoli adulti con una certa autonomia di decisione, li si può lasciare liberi di rinunciare ad un alimento a pasto, purché sempre diverso. Poi una volta al giorno, e infine alla settimana e al mese. Perché i no siano sempre più rari.