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 2014  ottobre 27 Lunedì calendario

La nuova diva del pop si chiama Meghan Trainor, 20 anni, qualche chilo di troppo e nessun problema a mostrarsi così com’è. Ha già scalato le classifiche di Usa e Gran Bretagna, ma c’è chi la critica

È cresciuta annaspando tra complessi adolescenziali, per colpa di quei ragazzini che fin da piccola le dicevano che sarebbe stata anche sexy con cinque chili in meno. Meghan Trainor domina la classifica Usa dei singoli da sette settimane e mezzo (nel 2014, meglio di lei solo Pharrell Williams) e quella inglese da quasi un mese.
In Italia, dove il suo primo Ep «Title» esce oggi, il singolo tormentone è già disco d’oro. In «All About the Bass» la notizia non sta nel motivetto contagioso che ha scatenato un boom da quasi 190 milioni di clic su YouTube, ma nel testo. Meghan ha deciso di raccontare la sua storia. Quella di una biondina di 20 anni, polistrumentista, cresciuta sull’isola del Massachusetts dove salpò la nave di Moby Dick . Quella di una donna che oltre alle gambe e ai chili c’è di più. Basta piacersi, a prescindere dalla taglia.
«Non sarò mai magra, mai una Barbie di silicone» canta in tutto il suo orgoglio nel singolo che l’ha resa icona mondiale e che pure Justin Bieber (suo improbabile primo fan) ha deciso di remixare. «All About the Bass» era la canzone che Meghan avrebbe voluto prestare ad artisti più famosi di lei per far si che il messaggio arrivasse ancora più forte e chiaro. Ma secondo indiscrezioni, sia Beyoncè che Adele hanno declinato l’invito.
«Credo che Beyoncè non l’abbia nemmeno ascoltata; Adele forse non canta canzoni così frivole» ha raccontato alla stampa inglese Meghan. Il suo è un tormentone nel senso che è destinato a far discutere. Proprio il Guardian ha riportato le critiche di alcune femministe che temono che il messaggio sia poi convertito nell’importanza delle forme, più hot per l’universo maschile.
Meghan intanto soffia nel microfono il suo concetto di autostima e l’odio viscerale per Photoshop e le riviste che ne abusano. «Ho scritto il testo con il massimo della sincerità, mi commuove pensare che molte ragazze si siano salvate grazie a questa canzone» racconta sbattendo gli occhioni dall’incredulità alle tv Usa che se la contendono come nuova paladina di una femminilità consapevole. «Non avrei mai potuto pensare di diventare una popstar, non mi sentivo all’altezza: dopo aver girato il video ho cominciato a credere di poter essere bella anch’io».
Meghan, cresciuta con doo-wop nel carillon, scrive musica da quando ha 11 anni e da quando ne ha 13 la scrive sul computer che i genitori (musicisti interessati) le hanno regalato. Ha composto pezzi per gli R5, Rascal Flatts e vari artisti country di Nashville e pure il singolo «Replay» per il ritorno di Raffaella Carrà un anno fa. Suona (bene) l’ukulele, ama la soca e il kaiso, i generi caraibici suonati nei peggiori bar di Trinidad e Tobago. E ora domina le classifiche con un inno anticonformista in un’America ossessionata dalla magrezza.
La mente (e l’orecchio) viaggiano ad altre storie di disordini alimentari nascosti tra le note. Nel disco appena uscito, i Subsonica cantano senza filtri in «Specchio» derive anoressiche.
Parole come «precipizio», «anima», «gola» sono il risultato del viaggio di Samuel e Max Casacci tra le testimonianze in rete di ex giovani anoressiche che mettono in guardia le coetanee sul rischio delle prime pratiche. Anche Nicole Sherzinger, 36 anni, ex voce delle Pussycat Dolls, ha confessato i suoi problemi di bulimia in un disco, «Big Fat Lie», uscito il 20 ottobre. Senza giri di parole, la principessa del pop, ex giudice di «X Factor» Usa e inglese, ha raccontato la sua battaglia contro il disordine alimentare. «Per anni ho vomitato ogni giorno: oggi cantare quella dipendenza è la migliore delle terapie possibili». Dopo Meghan, un’altra dichiarazione d’amore verso se stessi.