23 ottobre 2014
La sconfitta della Juventus ad Atene e l’amaro risveglio della Roma dopo il 7-1, la crisi di Pirlo e i sogni di De Sciglio, la risposta di Mazzarri a Moratti e l’entusiasmo di Nibali per il Tour 2015
Il meglio degli articoli dalle pagine sportive di oggi.
La Juve perde Atene, ora è dura in Champions
La Juventus ieri sera ha perso 1-0 ad Atene contro l’Olympiacos e ora rischia di non superare il girone di Champions League. Maurizio Crosetti su Rep: «L’Olympiacos è squadra appena discreta, ha un paio di buone mezzepunte e una difesa di marmorei gattoni: ebbene, nessuno è stato capace di scheggiarli. Vittima di paure interiori e debolezze fisiche e mentali, la Juventus si trova adesso in una pessima situazione di classifica (l’Atletico e i greci hanno 3 punti in più), con l’incubo di rivivere sempre la stessa storia: sbaglia approccio comunque, e rischia di andare fuori al primo turno come l’anno scorso».
«Il migliore in campo alla fine è stato il portiere dell’Olympiacos Roberto, i peggiori molti della Juventus a partire da Pirlo. In Europa succede spesso di vedere giocatori eccellenti nelle altre squadre. Giocatori che non costano molto e non si chiamano Ronaldo, eppure fanno una differenza. Siamo abituati a perdere dai più forti, non capiamo adesso perché anche gli altri lo siano diventati. Come a tutti i vecchi padroni, la democrazia fa un po’ paura e questa paura disorienta» (Mario Sconcerti sul Cds).
Gianni Mura su Rep: «La Juve torna da Atene sconfitta, ma non umiliata come la Roma. Giocava fuori casa, intanto, e il punteggio è ben diverso. Però anche la Juve ha molto da rimproverarsi. Ci sono punti in comune fra gli errori di Garcia e di Allegri. Uno consiste nell’aver mandato in campo un regista giù di forma e di fiato, quindi povero di idee e di illuminazioni. Pirlo come Totti. Una differenza è nella eccessiva spavalderia iniziale di Garcia, duramente castigata già nel primo tempo, e nell’eccessivo attendismo di Allegri, che poteva rinforzare la linea d’attacco un po’ prima».
La crisi di Pirlo
Pirlo è lontano dal suo classico stato di grazia. Giulia Zonca sulla Sta «Il fisico chiede conto agli anni e ci mette un po’ a recuperare il livello necessario per una sfida così. Fuori giri da subito e quando è il maestro a steccare la stonatura si sente di più. Dovrebbe dettare il ritmo invece è fuori tempo e gli avversari percepiscono la vulnerabilità. Pensavano di blindarlo e in realtà allentano la marcatura piuttosto in fretta, consapevoli che per una volta, occasione quasi unica, Pirlo non sarà un problema».
Il giorno dopo di Garcia a Trigoria
Racconta Matteo Pinci su Repubblica che «per non disperdere la carica nervosa dell’1-7 subito, ieri Rudi Garcia si presenta all’alba a Trigoria, senza aver quasi chiuso occhio, per rivedere la gara con il ds Sabatini. E capire cosa sia successo alla squadra, implosa davanti a sua maestà Pep Guardiola, cercando di decifrare i perché di una sconfitta tanto rumorosa».
I giocatori del Bayern da Papa Francesco
Il giorno dopo aver travolto la Roma, i giocatori del Bayern Monaco hanno fatto visita a papa Francesco, che ha accolto i tedeschi facendo loro i complimenti: «Avete giocato una partita meravigliosa». Nella foto: Lahm e Neuer regalano al Santo Padre una maglia dedicata del Bayern sotto lo sguardo compiaciuto del d.g. Karl Heinz Rummenigge [Cds]
Mazzarri liquida Moratti: «Non ho tempo per lui»
«Non ho tempo di pensare ad altro che non sia la squadra, né di disperdere energie per rispondere a quello o a quell’altro. Penso ai miei giocatori, a come farli crescere. Più in là, vedrete, ci sarà tempo e modo di rispondere a tutti. Ora non è il momento» (la risposta di Walter Mazzarri alle critiche di Massimo Moratti) [Andrea Sorretino, Rep].
De Sciglio: «Studio da capitano del Milan»
Matteo De Sciglio, intervistato da Monica Colombo sul Cds, fa sapere si puntare a diventare capitano del Milan: «Sto prendendo esempio da quei giocatori d’esperienza che ci sono nello spogliatoio come Abbiati, Bonera e Montolivo, leader di questa squadra. Sarebbe un onore diventare, un giorno, il capitano del Milan».
Marocco rifiuta la Coppa d’Africa per paura di Ebola
Il Marocco teme lo spettro Ebola e si rifiuta di ospitare la 30esima edizione della Coppa d’Africa in programma dal 17 gennaio all’8 febbraio 2015. In realtà, secondo i detrattori del premier Benkirane, leader di Giustizia e Sviluppo, partito dei Fratelli Musulmani, ci sarebbero motivazioni economiche dietro la decisione. Un mese fa il ministro per lo Sport Ouzzine aveva manifestato preoccupazione per il flop dei biglietti: «Fino ad ora non abbiamo venduto neppure il 10% dei pacchetti». Chiaro che Ebola diventa una scusa, senza dimenticare che gli africani d’Europa non sono certo portatori del virus [Luigi Guelpa, Grn].
Tour 2015, poche crono e tante di salite
Il Tour de France 2015, presentato ieri, si correrà dal 4 al 26 luglio e si annuncia il più duro e con meno chilometri a cronometro dei tempi moderni: solo 14 nel cronoprologo olandese e 28 nella complicata cronosquadre di Plumelec: di più i telespettatori non sopportano.
Marco Bonarrigo sul Cds: «È un Tour che enfatizza la formula del 2014 e saluta definitivamente le frazioni di trasferimento. Spazio per i velocisti? Solo se non si staccano in finali di corsa mai banali: i re dello sprint Cavendish e Kittel ieri avevano facce smarrite. Torna il pavé che lanciò Vincenzo Nibali (13,4 chilometri nella quarta tappa, quella di Cambrai)».
Che ne pensa Vincenzo Nibali, re del 2014? «In primo luogo pero di poter sfidare sia Contador sia Froome. Tour tostissimo fin da subito con rischi legati al percorso e al vento della Bretagna. Il ritorno degli abbuoni? Non mi preoccupa, perché in montagna conteranno poco. L’Alpe d’Huez? L’ho fatta nel 2008 ed è stata dura. In tanti mi chiedono se sia possibile la doppietta Giro e Tour: ci sto pensando, ma al Giro correrei per vincere togliendo i gradi di capitano a Fabio Aru. Fisicamente potrei riuscirci» [Marco Bonarrigo, Cds].