La Stampa, 23 ottobre 2014
Tags : Adil Mehboob-Khan
Un pachistano alla corte di Del Vecchio. Ritratto di Adil Mehboob-Khan, il nuovo co-amministratore di Luxottica, che ha passato la vita tra i cosmetici, i prodotti per capelli e i deodoranti della Procter&Gamble. E ora se la dovrà vedere con i marchi di lusso
Ama definirsi italiano «di adozione e di cuore», Adil Mehboob-Khan. Il profilo del manager destinato a tirare fuori Luxottica dalla bufera in cui s’è cacciata, nel ruolo di co-amministratore delegato con la delega più commerciale, quella ai mercati, è sicuramente internazionale, ma il personaggio è sconosciuto ai più. Origini pachistane, nato a Londra 50 anni fa, giovinezza passata in buona parte a Roma (parla benissimo l’italiano, cosa a cui il patron Leonardo Del Vecchio tiene molto, non parlando egli l’inglese...), residenza a Chambesy in Svizzera, Khan ha scalato tutti i gradini della sua carriera all’interno di una sola multinazionale: Procter & Gamble.
Per arrivare alla corte di Del Vecchio, Khan a fine dicembre lascerà la presidenza ginevrina di Salon Professional, meglio nota come Wella, la divisione che si occupa di prodotti e servizi per parrucchieri e acconciatori che annovera marchi come Sebastian, Sassoon, Nioxin e Kadus. Khan entra in P&G ancora fresco della laurea in ingegneria conseguita a Londra nel 1987. Per sei anni lavora in Italia, dove si occupa di caffè, prodotti per la pulizia della casa e per la cura dei tessuti. Da lì è una scalata che lo porta nel ’93 a occuparsi di pubblicità, prima dei prodotti per la pulizia poi di quelli per i capelli. Nel ’99 è direttore marketing per la cura della pelle e del «cosmetics design», aree per cui un anno dopo diventa general manager in Nord America, prima di passare, nel 2004, «vice president». Poltrona da cui prima si occupa di snacks, quindi di deodoranti, e di quella cura dei capelli che lo porta alla carica più pesante di presidente di Wella, presente in 50 Paesi, 4 mila dipendenti, 8 stabilimenti e con sedi a Singapore, Los Angeles e Ginevra,centri di ricerca anche a Cincinnati, Singapore e Pechino. Luxottica nel presentarlo al mercato, ne celebra i «numerosi successi» in carriera. Parla di una sua «naturale propensione all’innovazione» e della sua «capacità di gestire organizzazioni complesse», che hanno permesso a Wella di evolvere «la propria strategia con ottimi risultati». E tra un hobby e l’altro (fotografia, immersioni e teatro sono le sue passioni, informano da Agordo) lo descrive come manager che «crede nell’efficacia di organizzazioni poco gerarchiche e veloci». Chi lo ha conosciuto lo descrive pragmatico, amato dai suoi collaboratori e «formidabile» nel capire l’aria che tira sui mercati (anche quelli che non conosce), azzeccando quasi sempre le mosse giuste.
Osservatori più maligni, invece, fanno notare come la sua carriera sia tutta concentrata in un ambito poco contiguo ai marchi del lusso con cui Luxottica lavora. Per dire, un profilo simile al suo, dentro Luxottica, ce l’ha anche Paolo Alberti - capo del wholesale - che viene dalla Procter & Gamble, ma prima di arrivare ad Agordo ha fatto un passaggio anche in Bulgari. Il manager insomma dovrà mostrare quel che vale (anche Guerra, dopotutto, veniva dalle lavatrici della Merloni....) ma, rispetto a Enrico Cavatorta, evidentemente, ha accettato di convivere con patron accentratori (Del Vecchio), consulenti invadenti (Francesco Milleri) e mogli, come Nicoletta Zampillo Del Vecchio, poco propense a restare mere spettatrici.