Il Sole 24 Ore, 23 ottobre 2014
Tutti i tagli della manovra. Al primo posto c’è la Difesa che con una riduzione di 504 milioni contribuisce al 50% del taglio complessivo. Subito dopo è l’Istruzione che subisce una sforbiciata 148,6 milioni, la Giustizia avrà 102 milioni in meno mentre l’Interno 100. E poi risparmi anche su Tar, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e 43 enti pubblici
Arriva nella serata di ieri la tanto attesa "bollinatura" della Ragioneria generale dello Stato al disegno di legge di stabilità varato dal Governo la scorsa settimana. Un lungo e articolato lavoro di verifica dei 47 articoli che compongono il Ddl e degli allegati che, mai come quest’anno, rappresentano la bussola per orientarsi soprattutto sulla portata della cura dimagrante cui saranno sottoposti ministeri, enti di rilevanza costituzionale (dalla Corte dei conti ai Tar), enti pubblici (dall’Istat al Commercio estero) e organismi internazionali (Onu in testa).
Un puzzle complesso che nel totale già annunciato dallo stesso premier, Matteo Renzi, dovrà portare a una riduzione complessiva delle spese dello Stato per almeno 6,1 miliardi di euro. Una grossa parte arriverà dai ministeri, a partire dai 2,5 miliardi alle singole voci di spesa di diretta competenza dei dicasteri con portafoglio. Oltre ai tagli espressamente codificati nella Sezione III del Ddl sotto la voce "Misure di settore", si va dalla riduzione del 5% dei trasferimenti alla Rai del canone Tv alla vendita degli alloggi della Difesa, e che nel loro complesso dovrebbero ridurre la spesa per oltre 1,4 miliardi (si veda Il Sole 24 Ore di sabato scorso, si dovranno sommare 1,017 miliardi che emergono dalle riduzioni delle dotazioni finanziarie a disposizione di vari ministri.
In questo caso i tagli, frutto del lavoro di scrematura delle proposte fatte pervenire nelle settimane scorse all’Economia dai singoli ministeri, vedono al primo posto la Difesa che con 504 milioni di riduzione contribuisce al 50% del taglio complessivo. Di questi 504 milioni ben 496 arriveranno dalla revisione delle spese per la pianificazione delle Forze armate e l’approvvigionamento militare. Altra sforbiciata pesante in arrivo anche per l’istruzione che subirà una stretta per altri 148,6 milioni. Con un taglio di circa 55 milioni all’istruzione secondaria di primo grado, di 36 milioni per l’istruzione primaria e di altri 30 per la prescolastica. La Giustizia e l’Interno sono gli altri due ministeri che si vedono ridurre i fondi, rispettivamente, per 102 milioni e per 100 milioni. Il taglio del Guardasigilli si concentra sulla giustizia civile e penale (64,1 milioni) e il restante quasi tutto sull’amministrazione penitenziaria (36,1 milioni). Dal Viminale i risparmi colpiranno soprattutto l’ordine pubblico e la sicurezza con un taglio di circa 74 milioni sui 100 complessivi previsti dall’elenco 2. Di questi 42,7 riguarderanno le risorse destinate al contrasto e alla tutela dell’ordine pubblico e circa 30 quelle destinate per la pianificazione e il coordinamento delle Forze di polizia.
Nel mosaico dei tagli ai ministeri entrano di diritto anche i 38,7 milioni riportati nella tabella D allegata alla "stabilità" 2015 e che riporta il dettaglio delle riduzioni apportate alle autorizzazioni di legge di spesa corrente già disposte. Dieci pagine dettagliate in cui spiccano il taglio ai contributi per le emittenti televisive, quelli per lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente, il fondo per la formazione e l’aggiornamento della dirigenza scolastica o ancora i tirocini nella Pa.
Ma la spending review targata Renzi non si limita ai soli ministeri. Nel mirino sono finiti anche 43 enti e organismi pubblici. Questi contribuiranno alla riduzione delle spese per poco più di 22 milioni di euro. L’Istat, ad esempio, si vedrà ridurre i trasferimenti, a decorrere dal 2015, per 2 milioni. Mentre per l’Agea la riduzione di risorse sarà di 3 milioni. Stesso taglio per la valorizzazione dell’istituto di tecnologia. Penalizzata la promozione all’estero, l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrazione degli investimenti esteri che si vedranno tagliare fondi per oltre 1,5 milioni. Lo stesso Cantone si vedrà tagliare subito 100mila euro dalla somma che deve ancora essere assegnata all’autorità anticorruzione. La spending made in italy non risparmierà neanche i contributi a organismi internazionali. Dei 25 milioni di risparmio ben 20 saranno sotto la voce Onu e altri 3 sotto la casella Osce.
Infine, 10 milioni arriveranno complessivamente dal taglio ai bilanci di organi a rilevanza costituzionale: circa 6 saranno dalla Corte dei conti e 3,2 da Consiglio di Stato e Tar.
Tra le voci di riduzione della spesa ci sono anche quelle in conto capitale (circa 864 milioni indicati nella Tabella E) che impattano su missioni e programmi dei ministeri: tra questi 463,7 milioni tagliati al fondo per lo sviluppo e la coesione, i 200 milioni di contributo in conto impianti per le Fs. Ma ci sono anche i 75 milioni tagliati per le Zone franche urbane e i 25 milioni per Tetra, la rete tecnologica di comunicazione tra le forze dell’ordine.