Il Messaggero, 22 ottobre 2014
Tema choc della due maestre alle elementari: «Chi uccidereste tra papà e mamma?». Sospese dall’insegnamento, sono state denunciate dai genitori dei piccoli e ora il gip deciderà se dovranno andare al processo o no
Chiedere a un bambino di otto anni chi ucciderebbe tra il padre e la madre è solo inopportuno o può essere un reato? Per ora le due maestre di una scuola elementare di Scarmagno, nel torinese, che avrebbero sottoposto agli alunni di terza elementare questo tema, per precauzione sono state sospese dall’ufficio scolastico regionale. Sul fronte giudiziario invece dopo mesi di indagini la Procura di Ivrea ha ritenuto non ci fossero abbastanza elementi per procedere all’imputazione e ha deciso di chiedere l’archiviazione del caso riscontrando comportamenti ’inopportuni’ delle due insegnati, ma non penalmente rilevanti. Decisione che ha fatto fare un balzo sulla sedia alle famiglie dei sette bambini che avevano denunciato gli episodi. Per questo i loro legali, gli avvocati Marco Morelli e Celere Spaziante, si sono opposti all’archiviazione e ora sarà un gip a decidere se tutto debba finire qui o se le cose vadano approfondite.
Tutto inizia in primavera quando le mamme di alcuni bambini, parlando tra loro si accorgono di alcune ’anomalie’ nei comportamenti delle due maestre, 58 anni una e 60 l’altra, riferite dai figli. A cominciare dal titolo di quel tema sconcertante «Chi uccideresti prima tra mamma e papà?», raccontato dai piccoli allievi. Su consiglio dei loro legali i genitori si rivolgono ai carabinieri che iniziano le indagini. Con l’autorizzazione dei magistrati, i militari ad aprile piazzano nell’aula una telecamera che osserva per tutto il giorno i venti bambini e le loro insegnanti. Per tre settimane i militari riprendono le lezioni delle maestre.
GLI EPISODI
Diversi gli episodi definiti «sconcertanti» e «inopportuni» registrati dall’occhio elettronico per novanta giorni, ma nessun maltrattamento fisico. Le insegnanti avrebbero fatto espliciti riferimenti al sesso parlando di «quando i papà vanno con le donne in strada mentre le mamme sono a casa» e del «bunga bunga». Discorsi forse non adatti a dei minori, fatti in aula. Così come quelli sulla morte «prima o poi mamma e papà moriranno, bisogna farsene una ragione». Ci sono poi lo scotch lanciato attraverso l’aula e dei massaggi al collo e alle spalle che le due maestre si sarebbero fatte fare a turno dai bambini. Una pratica vissuta forse più come un gioco dai piccoli allievi, ma che comunque secondo le famiglie va ritenuta quantomeno inopportuna e sospetta fatta da due adulti in un’aula scolastica. Valutazioni che i genitori sperano che il giudice tenga in considerazione. «I carabinieri hanno fatto un lavoro eccellente - sottolinea l’avvocato Spaziante -. In quelle immagini viene documentato quello che secondo noi si configura come reato di maltrattamento in famiglia, che non è solo fisico. Per questo ci siamo opposti all’archiviazione». Nell’attesa è stato l’ufficio scolastico a togliere tutti dall’imbarazzo, sospendendo le maestre.