Corriere della Sera, 17 ottobre 2014
Tags : Il processo ad Alberto Stasi
Delitto di Garlasco: la carta di credito accusa Stasi. Acquistò un paio di scarpe che però non risultano fra quelle sequestrate dai carabinieri
L’acquisto di un paio di scarpe che però non sarebbero fra quelle sequestrate dai carabinieri a casa sua. Ne risulta traccia dall’utilizzo di una carta di credito della quale sono stati ricostruiti i movimenti nelle settimane precedenti il delitto. E a utilizzare quella carta sarebbe stato lui, Alberto Stasi, sotto processo in appello (per la seconda volta) con l’accusa di aver ucciso nel 2007 la sua fidanzata, Chiara Poggi, nella villetta di lei a Garlasco.
Dopo mesi di indagini, il procuratore generale Laura Barbaini si prepara a giocare le sue nuove carte davanti ai giudici e, fra gli elementi emersi dal lavoro della polizia giudiziaria, ci sarebbe anche il dettaglio inedito della carta di credito e di quell’acquisto di calzature, appunto.
Che però misteriosamente, secondo gli accertamenti svolti fin qui, non sarebbero mai finite nell’elenco delle scarpe prelevate dai carabinieri a casa Stasi.
Di tutto questo non è stato ancora depositato nessun atto e sarà quindi possibile sapere di più soltanto quando se ne parlerà in aula, nelle prossime udienze. Ma ogni particolare sulle scarpe di Alberto in quell’estate del 2007 è un tassello importante per la procura generale. Perché fra le sue non ce n’è mai stato un paio con la suola a pallini come quelle indossate dall’assassino di Chiara (che ha lasciato impronte sul pavimento insanguinato). E perché l’accusa ha sempre ipotizzato che lui si sia disfatto delle scarpe che indossava durante il delitto e che, quando ha chiamato il 118, in realtà non sia entrato nella villetta ma abbia soltanto inscenato il ritrovamento della fidanzata, descrivendo la scena così come l’aveva lasciata dopo averla uccisa, ore prima.
Ora la traccia di quell’acquisto e del pagamento con la carta di credito. Di che tipo di scarpe si trattava? E, soprattutto, com’è stato possibile dopo tutto questo tempo risalire alla spesa e all’articolo comprato? Si saprà in aula se gli accertamenti si fermano allo shopping oppure sono tali da poter ipotizzare un modello preciso di scarpe, e quindi anche di suole. E sapremo quanto l’accusa punta su questa nuova pista, da aggiungere ad altre novità istruttorie: per esempio testimonianze di persone finora mai entrate nel processo e particolari — ancora una volta inediti — sulla bicicletta nera da donna vista da una testimone la mattina del delitto, il 13 di agosto, davanti alla villetta di Garlasco.
Tutto questo da leggere anche alla luce delle due perizie discusse nelle scorse udienze: quella sul dna trovato sulle unghie di Chiara e l’altra sulla ricostruzione della camminata di Alberto nella casa del delitto.
La camminata. Da sempre uno dei nodi fondamentali dell’inchiesta perché è il punto di partenza per stabilire se davvero Alberto poteva fare i passi che racconta di aver fatto nella villetta dell’omicidio e consegnare, ore dopo, ai carabinieri le sue scarpe senza nemmeno una macchia di sangue. Un’eventualità possibile, secondo i suoi difensori. Che hanno sempre sostenuto: anche si fosse sporcato le suole Alberto avrebbe potuto rilasciare il sangue semplicemente usando le scarpe prima di consegnarle ai carabinieri.