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 2014  ottobre 13 Lunedì calendario

La morte di Aurelia, la sorella di Alberto Sordi, i sessanta parenti che si avventano sui 40 milioni di eredità, l’autista indagato e una villa hollywoodiana abbandonata: uno spettacolare film italiano

Il meglio degli articoli di oggi sul caso della morte di Aurelia Sordi e sulle polemiche per l’eredità

Nella notte fra sabato e domenica, se n’è andata a 97 anni Aurelia Sordi, la sorella piccola di Alberto, che non fu mai sposato, mai padre. Anche lei non si era mai sposata [tutti i giornali 13/10].
 
«Io una famiglia ce l’ho – disse una volta Alberto Sordi –. Vivo con persone che mi vogliono bene, che conoscono le mie abitudini». Esempi: «La mattina voglio svegliami al buio con il caffè bollente portato in silenzio, e solo dopo un’ora permetto che si alzino le tapparelle. Le mie sorelle sono bravissime a muoversi senza urtare niente... E la sera? Mi piace stare davanti al televisore in pantofole, con una compagnia che rida se c’è da ridere, che pianga se c’è da piangere, altrimenti stia zitta e non disturbi. Le mie sorelle sono ideali anche per questo». Sordi e le donne? Carlo Verdone, con affetto, ha risposto: «Sordi ha sposato le sorelle, la famiglia e il culto della sua persona» [Andrea Garibaldi, Cds 13/10].
 
Alberto Sordi aveva comprato la villa con vista sulle Terme di Caracalla da Vittorio De Sica per 80 milioni di lire nel 1958. Valore stimato ad oggi: 20 milioni di euro [Sara Menafra e Adelaide Pierucci, Mes 13/10].
 
Savina, la sorella più grande, insegnante di religione, se n’è andata nell’agosto del 1972. Da allora, accanto a Sordi nella villa di Porta Metronia c’è sempre stata Aurelia. Dal febbraio 2003, morte di Alberto, Aurelia è rimasta sola, con i collaboratori di Sordi. In primo luogo l’autista peruviano Arturo Artadi Gardella che ha raccontato gli ultimi momenti di Sordi così: «Mi guardò come si fa con un figlio, poi mi disse: “So’ stato bambino, uomo e ora anziano. Fra un po’ me ne vado su, pensa tu a mia sorella”. È quello che ho fatto» [Andrea Garibaldi, Cds 13/10].
 
Il patrimonio lasciato da Alberto nelle mani della sorella è già da tempo al centro di contestazioni. Parliamo di circa 40 milioni di euro. Beneficiaria della fortuna di Albertone dovrebbero essere le due Fondazioni Alberto Sordi, ma una sessantina di parenti e familiari di vario grado (non esistono né figli né nipoti in linea diretta) reclamano quel tesoro per loro, e vogliono che il testamento di Aurelia, che destinava il denaro all’ente che si occupa di assistenza agli anziani, venga annullato. Questo perché la «signorina», come tutti la chiamavano affettuosamente, l’anno scorso era stata dichiarata incapace di intendere e di volere dai periti incaricati dal gip del tribunale di Roma [Massimo Malpica, Grn 13/10].
 
Secondo la procura di Roma infatti Aurelia Sordi avrebbe subito un truffa da 2,5 milioni di euro – un quinto del patrimonio ereditato dal regista – per la quale il pm Eugenio Albamonte ha chiesto un mese fa il rinvio a giudizio di dieci persone con le accuse di ricettazione e circonvenzione di incapace. Tra loro lo storico autista di Sordi Arturo Artadi, una badante, una cuoca, un giardiniere, due camerieri e una governante che, in varie occasioni, avevano ricevuto donazioni da 150 a 400 mila euro. A carico di Artadi era stato disposto il sequestro di beni per 400 mila euro [Gabriele Isman, Rep 13/10].
 
L’indagine era partita nel gennaio 2013, dopo una segnalazione della filiale all’Eur della Banca popolare di Sondrio dove l’autista si era presentato con una procura speciale per i pieni poteri sui beni di Aurelia. Una perizia poi aveva accertato che dal novembre 2012, quando aveva firmato quelle carte e disposto le donazioni, la sorella di Sordi era incapace di intendere e di volere [Gabriele Isman, Rep 13/10].
 
L’eredità di Alberto e Aurelia Sordi è un affare molto complicato, al di là dei sessanta parenti che ora sono spuntati. Il problema è che di fondazioni Alberto Sordi al momento ne esistono due. La prima è la fondazione «anziani», presieduta dall’avvocato Giorgio Assumma. L’ente, fondato dallo stesso Albertone, ha una propria struttura di assistenza all’interno del Campus Biomedico, l’ospedale nato grazie ad una donazione dell’attore. Accanto a questa, esiste però anche la fondazione «giovani» che all’inizio Alberto Sordi aveva affidato all’attuale cardinale Ravasi, mettendo nel cda anche il presidente di Bnl Luigi Abete [Sara Menafra e Adelaide Pierucci, Mes].
 
La «signorina» Aurelia ha scritto un testamento nel 2011, prima cioè di essere ritenuta incapace di intendere e di volere. Le volontà della sorella dell’attore saranno note non appena il notaio aprirà la busta sigillata, ma è quasi certo che l’autista Artadi – indirettamente per via di una fondazione – sia tra gli eredi designati. Tra i destinatari dei favolosi immobili e il denaro di 10 conti correnti, pare ci siano anche altre onlus, alcune delle quali legate al Vaticano [Gazia Longo, Sta 13/10].
 
Tornando alla morte di Aurelia, intorno a lei nella notte fra sabato e domenica c’erano i fedeli domestici: il custode Giovanni, il guardiano Carlo, la governante Pierina, la badante Alicia, i cuochi Alan e Marta. Una polmonite se l’è portata via in pochi giorni. Sebbene dichiarata dai giudici incapace di intendere e di volere, Aurelia non era malata: «Fino al 30 settembre stava benissimo ed era stata in vacanza ad Anzio», racconta Paola Comin, storica addetta stampa di Alberto, «è morta disperata per aver perso Arturo, il suo punto di riferimento amatissimo anche da Alberto: solo a lui, prima di morire nel 2003, l’attore aveva confidato di avere un tumore. Allontanarlo ora è stata una cattiveria» [Gloria Satta, Mes 13/10].
 
Nella dimora di Porta Metronia Sordi viveva al piano terra, Aurelia al primo. C’erano sale e saloni con il cellophane sui mobili, le tapparelle abbassate. Ha raccontato Carlo Verdone, che sulla villa ha girato un documentario lo scorso anno: «Dal 1972, quando morì la sorella Savina, sulla villa calò come un’oscurità» [Andrea Garibaldi, Cds 13/10].
 
«“Aurelia ha vissuto nella devozione del fratello”. Verdone sceglie parole tenere per ricordare Aurelia Sordi: “È stata una donna molto affettuosa con me anche quando morì mio padre nel 2009. Il giorno dopo mi fece telefonare dalla villa e mi disse che mi era molto vicina nel dolore che vivevo. Mi colpirono le sue parole, quando disse: Lei ha fatto tanto per Alberto con quel discorso quando mio fratello è scomparso e mi sono sentita di chiamarla. Mi scusi se disturbo”» [Gabriele Isman, Rep 13/10].
 
«E che mi metto in casa un’estranea?», la risposta di Sordi a chi gli chiedeva come mai non si fosse sposato [Andrea Garibaldi, Cds 13/10].