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 2014  aprile 20 Domenica calendario

Otto cose da sapere sull’Ebola (articolo del 20/8/2014)

1. CHE COS’È L’EBOLA E QUANTO È PERICOLOSO?
Si tratta di un virus che colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scimpanzé). Si ritiene che lo possano ospitare i pipistrelli della frutta, anche se la sua origine non è certa. È una delle malattie infettive con il tasso di mortalità più alto, ed è in grado di uccidere fino al 90% delle persone che vengono contagiate

2. COME SI TRASMETTE LA MALATTIA?
Con il contatto diretto con i fluidi corporei di una persona malata come sudore, sangue o saliva. Per questo i medici che si avvicinano a chi è colpito indossano tute a tenuta stagna, che poi vengono disinfettate con cura. Il contatto con animali morti può innescare l’epidemia nell’uomo

3. COME SI MANIFESTA IL CONTAGIO DI UNA PERSONA?
Con un esordio improvviso di febbre alta e cefalea, dolori articolari seguiti da vomito e insufficienza epatica. In circa il 60-70% dei casi al sesto-settimo giorno iniziano episodi emorragici sia esterni che interni impossibili da controllare. In questa fase chi si avvicina ai pazienti rischia di essere infettato

4. QUANTO DURA IL PERIODO DI INCUBAZIONE?
Tra l’infezione e la comparsa dei sintomi dell’Ebola si stima che passino al minimo 2 giorni e al massimo 21. Il paziente non è contagioso durante l’incubazione ma solo quando inizia a stare male. La malattia può essere trasmessa ad un’altra persona fino a 24 ore dopo il decesso del malato

5. ESISTE UNA CURA CONTRO L’EBOLA?
Al momento no, si stanno però provando dei farmaci sperimentali. La terapia standard consiste nell’idratazione continua del paziente e nel tentativo di controllare i sintomi, somministrando antidolorifici, anti infiammatori e antibiotici per evitare infezioni portate da micro organismi diversi

6. PERCHÉ QUESTA EPIDEMIA È DIVERSA DALLE PASSATE?
Perché sta durando molto più a lungo di quelle che si sono succedute in Africa dal 1976 in poi e sta colpendo Paesi dove la malattia non si era mai registrata. Il virus inoltre ha raggiunto grandi città, dove la densità di popolazione rende più difficile per le autorità sanitarie riuscire a controllarlo

7 CHE RISCHI CI SONO PER I PAESI OCCIDENTALI?
Secondo l’Istituto superiore di sanità sono bassi perché la malattia ha un’incubazione relativamente breve ed è difficile che un malato faccia lunghi spostamenti senza sapere di averla. Inoltre si diffonde a contatto diretto e non per via aerea, cosa che renderebbe più semplice controllarlo nei paesi occidentali

8. COSA FA L’ITALIA PER EVITARE L’ARRIVO DEL VIRUS?
È stata rafforzata la sorveglianza in porti e aeroporti e sulle navi che provengono da paesi dove è in corso l’epidemia (aerei diretti non ce ne sono). Si consiglia a chi viaggia di andare in quella zona dell’Africa solo per motivi urgenti. Ospedali di riferimento per casi sospetti sono il Sacco di Milano e lo Spallanzani di Roma