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 2014  settembre 15 Lunedì calendario

Biografia di Massimo Giannini

• Roma. 6 febbraio 1962. Giornalista. Conduttore di Ballarò (Raitre) dalla stagione 2014/2015. Già vicedirettore di Repubblica e direttore dell’inserto Affari & Finanza.
• Ha studiato Giurisprudenza, prima esperienza nel mondo del giornalismo a 19 anni lavorando per una piccola agenzia di stampa che si occupava di banche e assicurazioni. Ha scritto per la rivista Economia e tributi, per Il Sole 24 Ore e La Stampa.
• «Sognavo di fare il medico. Poi scoprii che avrei dovuto studiare 15 anni senza praticare e optai per Giurisprudenza. Gli amici mi chiamano “il dottore”, perché quando qualcuno sta male studio, cerco di capire. Mi danno dell’ipocondriaco, ma sono solo vigile sui segnali che trasmette il corpo (…) Appena diplomato, nel 1979, scrissi a Eugenio Scalfari chiedendogli una chance. Mi fece rispondere dal segretario di redazione che in quel momento non cercavano nessuno. Quella lettera ce l’ho ancora. Quando nove anni dopo feci il colloquio con Scalfari per l’assunzione la portai con me» (a Marianna Aprile) [Ogg 10/9/2014].
• «Ho avuto la fortuna di lavorare con il più grande direttore della storia del giornalismo italiano, Eugenio Scalfari, e con il suo degno erede, Ezio Mauro, che ha stravinto la scommessa della successione. E con un editore, Carlo De Benedetti, che in tutto questo tempo non mi ha mai chiesto di fare una cosa o di non farla. Ci siamo confrontati sempre e su tutto, ma non ho mai ricevuto un diktat. Altro che “servo di De Benedetti”, come leggo da qualche parte in rete…» (ad Aldo Cazzullo) [Cds 2/9/2014].
• «A Repubblica avevo già fatto tutto. Dopo cinque anni che fai una cosa tu hai per forza esaurito la tua spinta propulsiva, per citare Berlinguer. Figurati dopo 28. Proprio per questo ho accettato l’offerta della Rai per Ballarò» (a Sebastiano Messina) [Rep 11/9/2014].
• «Giannini ha citato Il rumore bianco di Don De Lillo per descrivere quel chiacchiericcio politico che in genere non lascia tracce al termine di una trasmissione televisiva: e siccome di cotanto chiacchiericcio Massimo Giannini è da anni un assoluto protagonista (in tv era dappertutto, sempre) piacerebbe interrogarsi sulla sua capacità di lasciare tracce indelebili e di avanzare tesi non banali» (Filippo Facci) [Lib 3/9/2014].
• Due libri: Ciampi. Sette anni di un tecnico al Quirinale (Einaudi, 2006) e Lo Statista. Il ventennio Berlusconiano tra fascismo e populismo (Baldini e Castoldi, 2008).
• «Sono un lettore onnivoro, soprattutto letteratura americana, da Cormack Mc Carthy, Philip Roth, Don De Lillo. Tra gli italiani, mi piacciono Andrea De Carlo e Gianni Celati, che è un po’ di nicchia».
• « Non frequento salotti, neanche culturali. Non mi vedrete nel Cafonal di Dagospia (…) Mi presento come uno serioso, algido, ma in privato sono simpatico, un ottimo imitatore. Di Giulio Tremonti e Matteo Renzi».
• Sposato con Antonella, due figli: Valerio, che studia Economia e Flavia, che frequenta il liceo classico. «Gli ho consigliato di terminare gli studi all’estero perché, per parafrasare un celebre libro, l’Italia non è un Paese per giovani».
• Romanista sfegatato. Voleva fare il calciatore, ha iniziato con la Roma ma ha dovuto smettere per colpa di un legamento. «A 14 anni ero nei pulcini della Roma, a 17 ho detto di no al Milan e a 18 mi sono fracassato un ginocchio e la mia carriera è finita. Fino a poco tempo fa ho continuato a giocare».