11 settembre 2014
Tags : Gigi Datome • Luigi Datome
Biografia di Gigi Datome
• (Luigi) Montebelluna (Treviso) 27 dicembre 1987. Giocatore di basket. Ala del Fenerbahçe, con cui nel 2017 ha vinto l’Eurolega, e capitano della nazionale italiana. In precedenza ai Detroit Pistons dal 2013 al 2015 (sesto italiano ad approdare in Nba dopo Rusconi, Esposito, Bargnani, Belinelli e Gallinari) e ai Boston Celtics nel 2015.
• Radici per metà venete e per metà sarde. La mamma Antonella è originaria di Montebelluna. Galeotto fu l’hotel Gabbiano Azzurro, l’albergo dei Datome a Golfo Aranci (Ot), terra d’origine del papà Sergio il quale dice, scherzando, che Gigi è nato in Veneto perché la madre non si fidava degli ospedali sardi. «Ma appena apre bocca il mistero dura poco. L’accento sardo è inconfondibile» (Massimo Oriani) [Gds 7/10/2005].
• Trasferitosi a Olbia dopo soli 15 giorni, si è imbattuto in un canestro quando aveva tre anni, grazie a suo fratello maggiore Tullio (che ha 5 anni più di lui e gioca in serie C nella Santa Croce, il club dove Gigi è cresciuto e di cui il loro padre, ex cestista pure lui, è presidente).
• Esordio in serie A nel 2003 con la Mens Sana Siena, nella stagione in cui conquista Scudetto e Supercoppa (6 presenze). Poi due stagioni a Scafati e dal 2008 al 2013 alla Virtus Roma, che con lui arriva a disputare la finale nel campionato 2012-2013 (miglior giocatore della stagione), persa proprio contro Siena.
• Con la Nazionale ha raggiunto il traguardo dei 1.000 punti realizzati. «Capitano coraggioso? Capitano carismatico, soprattutto. Il percorso azzurro di Gigi Datome pare un ricalco della storia cestistica del ragazzo dalle radici sarde ma nato in Veneto: una gavetta più lunga del previsto, pensando a quanto dispone di talento, quindi l’affermazione. Dal 2012, la stagione dell’esplosione, Gigi è diventato un faro della nazionale» (Flavio Vanetti) [Cds 11/8/2014].
• In America l’avevano soprannominato “Gigi Shooter”. Il suo compagno di squadra, il centro dei Pistons Andre Drummond, lo ribattezzò «Jesus, colui che è venuto a salvarci», per via della barba incolta e dei lunghi capelli.
• «Credo che più di una squadra in Europa sia di livello superiore almeno alle ultime tre della Nba. Ma l’America è un mondo diverso, ci sono giocatori più funzionali e le differenze del gioco sono troppo marcate per fare confronti e parallelismi tecnici» (a Nicola Apicella) [Rep 23/11/2016].
• Subito dopo la vittoria dell’Eurolega con il Fenerbahçe, si è lasciato tagliare parte del codino dal compagno di squadra Pero Antic. «Era una scommessa che avevamo fatto tempo fa e ho voluto pagarla subito. Se mi rado pure la barba? Quando vincerò l’Nba col Fener. Ora sembro Messner: altissima, purissima, Levissima».
• «Sono sempre stato un suo grande tifoso, con lui ho condiviso tre belle stagioni a Roma. Per me era già un grande talento, il suo handicap è che ha iniziato tardi a giocare stabilmente in Serie A perciò raccoglie a 30 anni quello che forse avrebbe potuto vincere prima» (Boscia Tanjevic, ex direttore tecnico della Virtus Roma).
• Suona la chitarra e ama leggere. «In quale libro vorrei vivere? Harry Potter e non credo di dover spiegare perché. Forse un libro “importante” non l’ho ancora incontrato. Le cose che hanno cambiato e indirizzato la mia vita sono sempre venute da esperienze reali. Però se penso a un libro che mi è entrato dentro, dico Shantaram di Gregory David Roberts. Mi ha fatto immergere in un mondo che mi era totalmente sconosciuto, quello dell’India. Sono più di mille pagine, ma l’ho letto in pochissimo tempo ed ero dispiaciuto di averlo finito» [Il Romanista 28/3/2013].
• Sua tifosa numero 1 è la nonna Raffaella, archivio vivente di tutto ciò che è stato detto e scritto del nipote.
• D’estate, alla fine della stagione agonistica, è facile incontrarlo all’albergo di famiglia.
(a cura di Massimo Zanaria)