La Domenica del Corriere, domenica19 febbraio 1899 , 3 settembre 2014
Tags : Articoli su Maria Montessori
Chi è la dottoressa Montessori (articolo del 19/2/1899)
La Domenica del Corriere, domenica19 febbraio 1899
Il caso di una donna, di una fanciulla medico o medichessa che si voglia dire ancora abbastanza raro in Italia, essendo che qui il movimento femminista si svolge assai più lento che altrove: è un bene? È un male?
Gli argomenti per sostenere l’utilità o il danno di esso non mancano: che se i fautori si fanno forti del diritto che hanno anche le donne di muoversi, di lavorare, di guadagnarsi la vita, di spendere l’ingegno a vantaggio proprio e dell’umanità nella stessa misura degli uomini, gli altri, tutti gli altri, i più probabilmente, lo avversano più presto che per paura della concorrenza, pel fatto che la donna entrando nelle aule giudiziarie, nelle cliniche, nei consigli del paese perderebbe ciò che costituì in ogni tempo la sua forza nell’apparente debolezza.
Quello che altrove rappresenta ormai la regola, come negli Stati Uniti, da noi è ancora eccezione; e ciò spiega le vive simpatie che la signorina Maria Montessori raccoglie dovunque si rechi per discorrere in pubblico o per doveri professionali. D’altronde ella è anche una bella eccezione come appare dal ritratto che riproduciamo, e le grazie, di un morbido volto e le eleganze di una svelta persona non guastano. Basta chiederlo a Berlino ove la dottoressa Montessori recavasi due anni addietro quale rappresentante officiale d’Italia a quel congresso femminista, suscitando entusiasmi così da venire chiamata la bella italiana.
È soverchio aggiungere che per conseguire il suo posto di medico nell’ospedale di San Giovanni in Roma la signorina Montessori dovrà essere audace e modesta, forte e paziente, duttile e tenace: la sua lotta contro i pregiudizi sulla natura dell’operosità femminile non fu né facile né breve, ma almeno essa ebbe la soddisfazione di vincere. Anche bisogna riconoscere che l’ingegno e la dottrina acquistata coi lunghi studi la signorina Montessori li spende nel modo migliore, occupandosi cioè di preferenza delle malattie fisiche e psichiche dei bambini. Fu lei che nel Congresso Pedagogico di Torino richiamò sulle sofferenze dei piccini l’attenzione di tutti mettendo nelle sue parole la tenerezza affettuosa che provano le donne in generale verso i bambini. Adesso la Montessori aiuta con le sue conferenze la fondazione della Lega nazionale per l’educazione dei deficienti (idioti, cretini, imbecilli o semplicemente tardi o intorpiditi i tipi di mente) ideata da prof. Bonfigli.
Qui a Milano la dottoressa Montessori parlò l’altro di e parlerà dimani a beneficio appunto della Lega ed a favore della cucina pei malati poveri.
Il caso di una donna, di una fanciulla medico o medichessa che si voglia dire ancora abbastanza raro in Italia, essendo che qui il movimento femminista si svolge assai più lento che altrove: è un bene? È un male?
Gli argomenti per sostenere l’utilità o il danno di esso non mancano: che se i fautori si fanno forti del diritto che hanno anche le donne di muoversi, di lavorare, di guadagnarsi la vita, di spendere l’ingegno a vantaggio proprio e dell’umanità nella stessa misura degli uomini, gli altri, tutti gli altri, i più probabilmente, lo avversano più presto che per paura della concorrenza, pel fatto che la donna entrando nelle aule giudiziarie, nelle cliniche, nei consigli del paese perderebbe ciò che costituì in ogni tempo la sua forza nell’apparente debolezza.
Quello che altrove rappresenta ormai la regola, come negli Stati Uniti, da noi è ancora eccezione; e ciò spiega le vive simpatie che la signorina Maria Montessori raccoglie dovunque si rechi per discorrere in pubblico o per doveri professionali. D’altronde ella è anche una bella eccezione come appare dal ritratto che riproduciamo, e le grazie, di un morbido volto e le eleganze di una svelta persona non guastano. Basta chiederlo a Berlino ove la dottoressa Montessori recavasi due anni addietro quale rappresentante officiale d’Italia a quel congresso femminista, suscitando entusiasmi così da venire chiamata la bella italiana.
È soverchio aggiungere che per conseguire il suo posto di medico nell’ospedale di San Giovanni in Roma la signorina Montessori dovrà essere audace e modesta, forte e paziente, duttile e tenace: la sua lotta contro i pregiudizi sulla natura dell’operosità femminile non fu né facile né breve, ma almeno essa ebbe la soddisfazione di vincere. Anche bisogna riconoscere che l’ingegno e la dottrina acquistata coi lunghi studi la signorina Montessori li spende nel modo migliore, occupandosi cioè di preferenza delle malattie fisiche e psichiche dei bambini. Fu lei che nel Congresso Pedagogico di Torino richiamò sulle sofferenze dei piccini l’attenzione di tutti mettendo nelle sue parole la tenerezza affettuosa che provano le donne in generale verso i bambini. Adesso la Montessori aiuta con le sue conferenze la fondazione della Lega nazionale per l’educazione dei deficienti (idioti, cretini, imbecilli o semplicemente tardi o intorpiditi i tipi di mente) ideata da prof. Bonfigli.
Qui a Milano la dottoressa Montessori parlò l’altro di e parlerà dimani a beneficio appunto della Lega ed a favore della cucina pei malati poveri.