La Stampa, venerdì 21 maggio 1982, 28 agosto 2014
Tags : La Loren e il fisco
Loren va in carcere (articolo del 21/5/1982)
La Stampa, venerdì 21 maggio 1982
Loren in carcere se questo privilegio sarà confermato, nei prossimi giorni dovrebbe passare in una stanza a quattro letti, con due contrabbandiere e una truffatrice. Raccontano che s’è portata molti libri, ha il copione del film che dovrà girare con Lina Wertmuller appena lascerà la prigione. L’attrice è nel vecchio carcere di via Tanucci, a Caserta, e a Roma, negli stabilimenti di Cinecittà, le maestranze stanno ricostruendo una coloratissima e scintillante Bahia per gli scenari di Tieta de Agreste, il kolossal tratto dal romanzo del brasiliano Jorge Amado. Il ritorno della Loren in Italia coincide con il rilancio del nostro cinema. La Hollywood italiana sta risorgendo miracolosamente. A Caserta, dinanzi al carcere, per Sophia Loren s’è raccolta una folla di un migliaio di persone. Cinquanta tra giornalisti e fotografi. Quando è scesa dalla Giulia, che l’ha portata sino all’ingresso della prigione, i cronisti han no cronometrato un applauso di cinque minuti ininterrotto. Sophia Loren era tesa, si è commossa. Ha pianto, ha ringraziato, mentre la direttrice, la dottoressa De Cristoforo le veniva incontro assieme a un sottufficiale degli agenti di custodia.
La baraonda di Fiumicino, la folla di Caserta saranno interpretate nel prossimi giorni da sociologi ed esperti. Senza dubbio è esplosa una molla collettiva con l’interesse dei mezzi di comunicazione di massa in ritardo rispetto a una ripresa non effimera del cinema. Negli uffici di polizia l’attrice è stata trattenuta per quaranta minuti. L’ordine di arresto le è stato notificato dal dottor Dello Russo, della squadra mobile, che si è poi occultato del trasferimento nel carcere.
Nella saletta della polizia c’era molta attesa per leggere la data di nascita dell’attrice il sottufficiale Bertolotti è un appassionato lettore dei passaporti delle attrici. «La Loren — dice Bertolotti — ne dovrebbe avere 49. Ma è sempre giovane e affascinante: io almeno la vedo così». La polizia ha caricato infine i fotografi. Per consentire al drappello il passaggio sono volati calci e pugni. I paparazzi si sono precipitati sul piazzale dell’aeroporto. Un gruppo, per fermare l’Alfetta preparata per la diva, è salito sul cofano e ha cominciato a scattare a ripetizione col flash negli occhi dell’autista Ingrassia. La vettura, scortata da altre tre auto a sirena spiegata, ha affrontato l’asfalto del raccordo anulare In direzione dell’autostrada. La Loren aveva il volto tirato. «Senta dottore – ha chiesto al funzionario di polizia – come si vive in carcere?»
Achille Dello Russo, 33 anni napoletano, l’ha rassicurata. «La Loren – dice Dello Russo ha sofferto il caldo in automobile. Era molto preoccupata, mi domandava se poteva telefonare, se il carcere dava garanzie di pulizia, se le era consentita la lettura dei giornali». Per la Loren è stata fatta un’unica eccezione: durante il trasferimento è stata ammessa a bordo la presenza della sorella. Nel corteo di auto, una Mercedes in affitto: a bordo l’avvocato dell’attrice. Giovanna Cau, e la prima figlia di Carlo Ponti. Guendalina. «Ho molto meditato — ha detto l’attrice prima di superare i cancelli del carcere di Caserta —, ho molto riflettuto, prima di compiere questo passo superando sgomento e timidezza. Ho pensato di ritornare nel corpo e nella vita del mio Paese, l’Italia, die io amo molto». Queste le ultime parole della Loren che per un mese sarà una «detenuta comune» se Pertini non interverrà con la grazia.
Il grande Cinema è in attesa. Il personaggio di Tieta de Agreste sarà preparato dietro una finestra sbarrata.
Loren in carcere se questo privilegio sarà confermato, nei prossimi giorni dovrebbe passare in una stanza a quattro letti, con due contrabbandiere e una truffatrice. Raccontano che s’è portata molti libri, ha il copione del film che dovrà girare con Lina Wertmuller appena lascerà la prigione. L’attrice è nel vecchio carcere di via Tanucci, a Caserta, e a Roma, negli stabilimenti di Cinecittà, le maestranze stanno ricostruendo una coloratissima e scintillante Bahia per gli scenari di Tieta de Agreste, il kolossal tratto dal romanzo del brasiliano Jorge Amado. Il ritorno della Loren in Italia coincide con il rilancio del nostro cinema. La Hollywood italiana sta risorgendo miracolosamente. A Caserta, dinanzi al carcere, per Sophia Loren s’è raccolta una folla di un migliaio di persone. Cinquanta tra giornalisti e fotografi. Quando è scesa dalla Giulia, che l’ha portata sino all’ingresso della prigione, i cronisti han no cronometrato un applauso di cinque minuti ininterrotto. Sophia Loren era tesa, si è commossa. Ha pianto, ha ringraziato, mentre la direttrice, la dottoressa De Cristoforo le veniva incontro assieme a un sottufficiale degli agenti di custodia.
La baraonda di Fiumicino, la folla di Caserta saranno interpretate nel prossimi giorni da sociologi ed esperti. Senza dubbio è esplosa una molla collettiva con l’interesse dei mezzi di comunicazione di massa in ritardo rispetto a una ripresa non effimera del cinema. Negli uffici di polizia l’attrice è stata trattenuta per quaranta minuti. L’ordine di arresto le è stato notificato dal dottor Dello Russo, della squadra mobile, che si è poi occultato del trasferimento nel carcere.
Nella saletta della polizia c’era molta attesa per leggere la data di nascita dell’attrice il sottufficiale Bertolotti è un appassionato lettore dei passaporti delle attrici. «La Loren — dice Bertolotti — ne dovrebbe avere 49. Ma è sempre giovane e affascinante: io almeno la vedo così». La polizia ha caricato infine i fotografi. Per consentire al drappello il passaggio sono volati calci e pugni. I paparazzi si sono precipitati sul piazzale dell’aeroporto. Un gruppo, per fermare l’Alfetta preparata per la diva, è salito sul cofano e ha cominciato a scattare a ripetizione col flash negli occhi dell’autista Ingrassia. La vettura, scortata da altre tre auto a sirena spiegata, ha affrontato l’asfalto del raccordo anulare In direzione dell’autostrada. La Loren aveva il volto tirato. «Senta dottore – ha chiesto al funzionario di polizia – come si vive in carcere?»
Achille Dello Russo, 33 anni napoletano, l’ha rassicurata. «La Loren – dice Dello Russo ha sofferto il caldo in automobile. Era molto preoccupata, mi domandava se poteva telefonare, se il carcere dava garanzie di pulizia, se le era consentita la lettura dei giornali». Per la Loren è stata fatta un’unica eccezione: durante il trasferimento è stata ammessa a bordo la presenza della sorella. Nel corteo di auto, una Mercedes in affitto: a bordo l’avvocato dell’attrice. Giovanna Cau, e la prima figlia di Carlo Ponti. Guendalina. «Ho molto meditato — ha detto l’attrice prima di superare i cancelli del carcere di Caserta —, ho molto riflettuto, prima di compiere questo passo superando sgomento e timidezza. Ho pensato di ritornare nel corpo e nella vita del mio Paese, l’Italia, die io amo molto». Queste le ultime parole della Loren che per un mese sarà una «detenuta comune» se Pertini non interverrà con la grazia.
Il grande Cinema è in attesa. Il personaggio di Tieta de Agreste sarà preparato dietro una finestra sbarrata.
Francesco Santini