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 2014  agosto 28 Giovedì calendario

Sophia, il cinema e la musica (del figlio) (articolo del 2/8/2007)

Corriere della Sera, giovedì 2 agosto 2007
«La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Classica, quale altra sennò?», racconta Sophia Loren col suo modo avvolgente, naturale, mediterraneo. L’attrice sarà sabato sera all’apertura del Tuscan Sun Festival. A dirigere è il figlio, Carlo Ponti jr. «Conosco Cortona, la bella Toscana. Del festival ho sentito parlare. Mio figlio ha tenuto un concerto a Napa Valley in California, le due manifestazioni sono gemellate. La musica fa parte della mia vita da quando sono bambina. Mia madre era concertista e insegnava piano, si era diplomata a Napoli. Cominciai un po’ di piano con lei». Poi la vita è andata da un’altra parte.
Autori preferiti? «Musorgskij, Ciaikovskij... Tutti quelli che finiscono in sky!». Con Bill Clinton partecipò per beneficenza a Pierino e il Lupo
di Prokofiev. Sono amici, Clinton lo invitò nel ’99 alla Casa Bianca per il Capodanno. Sapete l’anno precedente dove passò Sophia il Capodanno? A Vienna, al Musikverein, per i valzer con Zubin Mehta sul podio. Sono amici, suo padre era il maestro di Carlo junior. Il figlio 39enne e la Russian National Orchestra cominceranno da La Strada di Fellini. «Quel film lo produsse mio marito».

La serata sarà dedicata a Carlo Ponti. Sophia Loren è ancora provata. «Sono contenta della dedica...». Cosa le manca di più? «La sua presenza. Io sono nata con mio marito. Il concerto lo voglio vedere tranquillamente, in platea, aspettando ciò che farà mio figlio. E lo farà bene». Nel 1996 Sophia accompagnò al Festival di Spoleto l’altro suo figlio, Edoardo, 34 anni, regista. Sophia è protettiva anche ora che sono due uomini. Non si intromette ma è sempre lì, pronta, dietro l’angolo se serve. Il cognome pesa per i «figli di». Carlo quando ha deciso che la musica era la sua strada? «Da sempre. A scuola prendeva voti meravigliosi in musica. In California è direttore della San Bernardino Symphony, d’estate lavora con l’orchestra russa. Il cognome... Bisogna vedere la fermezza e la determinazione, bisogna andare avanti come soldatini. Non sono mai stati disturbati dal fatto che si chiamano Ponti o sono figli miei, anzi sono grati».

In ottobre lei sarà madrina alla Festa del Cinema di Roma, il ruolo che ebbe Sean Connery che curò personalmente la sua retrospettiva, si lasciò intervistare dal pubblico. «Non sono abituata a queste cose, mentre la retrospettiva sì, ci sarà. Non mancheranno La ciociara, Una giornata particolare, Matrimonio all’italiana. Ci stiamo lavorando. Ora mi interesso al matrimonio di mio figlio Edoardo, si sposa il 12 agosto a Ginevra, ha una bambina di un anno che è una delizia. Carlo ha un bimbo di quattro mesi, l’ha chiamato Vittorio in onore di De Sica».

È vero che se la prese con la Festa del Cinema perché non pensarono subito a lei? «Ma no, per quale ragione, andiamo...». Non finiscono le punzecchiature della Mostra di Venezia, per il presidente del Veneto Giancarlo Galan la Festa è «un’idiozia sub-provinciale». Non è meglio avere due festival anziché uno? «Io anche dieci ne farei, se servono a aiutare il cinema italiano. La Festa è stata molto bella, i grandi nomi americani sono arrivati».

E dell’altro tormentone, quello di Tarantino: il cinema italiano ha disimparato il mestiere, ora smorzando dice che non ha la risonanza di un tempo. «E questo è vero. I nostri film rappresentano l’Italia al cento per cento e gli americani non conoscono la nostra società, le nostre abitudini. Dovremmo allargare lo sguardo anche se avverto un’aria positiva. Non sapevo di Tarantino, non leggo le sue interviste...». Sembra che non le piace. «Sono lontana dal suo cinema, non è il mio stile, diciamo così». Ma se una sera decide di andare al cinema, sceglie Nanni Moretti o Gabriele Muccino? divertita dal gioco: «Muccino, Muccino!». Sembra di rivederla quando agli Oscar annunciò Benigni. E dei giovani attori italiani, Riccardo Scamarcio, Elio Germano... «Del primo ho sentito parlare».

La legge del cinema: i film vietati ai 10 anni, i produttori dovranno indicare se i loro film sono per tutti. «Le leggi sono importanti, però è più importante l’educazione dei genitori. Il vero problema è il cinema che abbiamo in casa, la tv. E i giochetti elettronici, tremendi, selvaggi». E lei, signora Loren, come attrice quando la rivedremo? «Ho progetti in pentola. Aspetto gli scritti.

Sono aperta, ma voglio fare quello che posso fare. Sennò sto benissimo a casa mia, coi figli, i nipoti. E faccio una vita tranquilla, serena, felice. Riaffiorano i ricordi che fanno male: «E un po’ malinconica».

Valerio Cappelli