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 2014  agosto 26 Martedì calendario

Biografia di Alessandro Pizzorno

• Trieste 1 gennaio 1924. Sociologo. Professore emerito all’Istituto Universitario Europeo di Fiesole. Ha insegnato nelle Università di Teheran, Urbino, Oxford, Milano, Harvard. Dal 1953 al 1959 diresse il Centro studi di Relazioni industriali della Olivetti.
• Dopo essersi laureato in Filosofia a Torino con Luigi Pareyson (1918-1991), si specializzò in Scienze sociali a Vienna e Parigi. Dal 1950 al 1953 fu corrispondente da Parigi della radio italiana, alla quale inviava servizi sugli ambienti e le mostre d’arte. Proprio a Parigi vide per la prima volta, in francese, Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello. Alla fine della rappresentazione scrisse un breve testo sul tema della maschera (Sulla maschera, ripubblicato nel 2008 da Il Mulino), tema che sarà uno dei fili rossi della sua riflessione: la maschera come strumento che gli uomini utilizzano per presentarsi agli altri e con il quale finiscono per riconoscersi. «Il riconoscimento è infatti indispensabile, perché garantisce visibilità, reputazione, dignità. Mi viene spesso obiettato che in passato non c’erano solo lotte per il riconoscimento, ma anche lotte di classe. Dal mio punto di vista anche quelle degli operai o dei proletari se preferisce erano lotte per il riconoscimento. Non si lotta solo per avere dei vantaggi, ma soprattutto per essere riconosciuti (…) In passato ho molto studiato i conflitti di lavoro e mi sono trovato di fronte delle situazioni paradossali, specialmente negli Stati Uniti. Poteva esserci un imprenditore che offriva 200 dollari in più per un determinato tipo di lavoro e gli operai rifiutavano perché quel lavoro avrebbe comportato il tradimento della propria identità e dell’apparato di riconoscimento che avevano contribuito a costruire. Può sembrare un assurdo un comportamento così “disinteressato”, visto che dalla mattina alla sera c’è sempre qualcuno che sentenzia sulla tendenza innata dei singoli a massimizzare i propri interessi. Eppure accade il contrario, perché il riconoscimento vuol dire solidarietà, reciprocità, comunanza» (a Benedetto Vecchi) [Man 9/10/2007].
• Il suo libro Il velo della diversità (Feltrinelli 2007) può essere considerato il consuntivo della sua riflessione attorno allo statuto delle scienze sociali e alle parole chiave necessarie per svelare l’arcano dell’azione sociale (il riconoscimento, l’identità e la diversità). Il testo è una argomentata e dettagliata critica all’individualismo metodologico e alla teoria della scelta razionale. «Mentre nel mercato puro pensato dagli economisti i meccanismi che regolano il valore, e dunque il concorso dei desideri, sono determinati dal solo rapporto tra interessi individuali e scarsità dei beni, nel mercato di Pizzorno nessun attore-consumatore può prescindere dalle reputazioni. Questo significa, in termini teorici, che l’agire economico si inserisce necessariamente in dinamiche di riconoscimento sociale» (Barbara Carnevali) [in Il velo della diversità, Feltrinelli 2007, p. 465].
• «Noi sappiamo solo ciò che vediamo. Dunque, un ricercatore deve recepire un’azione e al stesso tempo situarla. Deve cioè interpretarla».
• «Il sociologo italiano, in Italia e all’estero, di più alta reputazione» (Franco Rositi).
(a cura di Massimo Zanaria)