26 agosto 2014
Tags : Salvatore Natoli
Biografia di Salvatore Natoli
• Patti (Messina) 18 settembre 1942. Filosofo. Laurea alla Cattolica di Milano, sotto la guida di Emanuele Severino, di cui sarà assistente a Venezia. Insegna Filosofia teoretica all’Università di Milano-Bicocca.
• Teorico del neopaganesimo, di un’etica del finito che riesca a fondare una felicità terrena, rendendo consapevoli gli uomini dei loro limiti. Dal suo punto di vista esistenza ed etica sono una cosa sola poiché entrambe riguardano il trovarsi al mondo e i modi e le forme con cui gli uomini lo abitano. «La mia filosofia si configura come un ethos: un abitare e un agire, includendo anche il contemplare. Con l’espressione “stare al mondo”, indico il mondo come spazio aperto di possibilità. Aperto anche a ogni discorso. In questo spazio, la filosofia ha il compito di sollevare problemi di verità. Un compito, questo, senza fine perché innanzi all’accadere del novum – di cui non si può mai dire che è l’ultimo – il pensiero è chiamato ogni volta a tessere trame di senso che tengano insieme eventi, che vuol dire oggetti materiali, segni, linguaggio, tempo, storia» (da un’intervista di Carlo Crosato) [www.rasoiodioccam-micromega 30/1/2014].
• Ritiene la scienza una forma di sapere molto più ristretto rispetto al sapere della vita: «La scienza a sua volta produce ideologia. Una delle ragioni attraverso la quale legittima continuamente se stessa è la medicalizzazione dell’esistenza, l’idea del progresso. Allora il problema è stabilire se migliora o meno la vita. In tutti i processi evolutivi qualcosa si guadagna e qualcosa si perde. Oggi abbiamo un’artificializzazione delle nascite: possiamo programmare il sesso, il colore degli occhi, eccetera. Abbiamo tutte queste possibilità, ma la vita viene arricchita o viene resa uniforme?» (a Giovanni Cocconi) [Eur 24/1/2008].
• Ultimo libro Il linguaggio della verità (Morcelliana 2014).
(a cura di Massimo Zanaria)