Libero, 14 agosto 2014, 19 agosto 2014
Tags : Giorgio Lamberti
2014/08/14 - Che cosa sta facendo adesso Giorgio Lamberti
Libero, 14 agosto 2014
«VI RACCONTO IL RECORD DEL MONDO CHE HA CAMBIATO IL NUOTO ITALIANO»
Esiste un nuoto italiano prima di Giorgio Lamberti e uno post record. Il bresciano fu il primo azzurro a stabilire un record del mondo maschile, 1’46”69 sui 200 stile, agli Europei di Bonn. Era Ferragosto del 1989, resistette 10 anni, primato anche di longevità. In questo quarto di secolo sono fioriti i campioni, prima di Lamberti c’era stata solo la civettuola Calligaris.
Giorgio, aveva 20 anni. Cos’ha combinato in questi 25?
«Dal ‘98 sono sposato con Tania Vannini, stileliberista fiorentina. Aveva il record nazionale dei 400, ha resistito 19 anni, finchè una certa Pellegrini... All’epoca le azzurre erano sovrastate dalle dopate dall’Est, così restavano ai piedi del podio».
Ha 3 figli: Matteo (15), Michele (14), Noemi (10).
«Nuotano, ovvio. Matteo giocava anche a tennis, era classificato, da un anno ha scelto l’agonismo in piscina, perchè racchetta e piscina sono incompatibili. I due maschi erano ai campionati italiani giovanili, Matteo è bronzo sui 200 dorso: fanno il loro percorso senza stress».
Lei che fa?
«Da 20 anni mi occupo di impiantistica sportiva, gestisco strutture in provincia di Brescia con il Gamteam. Dal 2011 al pomeriggio alleno, con mia moglie: seguo gli esordienti, abbiamo 180 tesserati e ai campionati giovanili ne abbiamo portati 18. Trasmetto il bello dell’acqua, appreso dal compianto ct Castagnetti e prim’ancora da Pietro Santi».
È stato anche politico...
«Assessore allo sport, dal 2003 al 2008. Tre mesi fa, il sindaco Del Bono mi ha chiesto di dare una mano alla Sanfilippo Spa, nel controllo del patrimonio sportivo».
Insomma è agli antipodi rispetto al «ballerino» Massimiliano Rosolino...
«Questione di carattere. Gli voglio bene come a un fratello. Dal ‘95 al ‘98 seguivo le nazionali giovanili, scoprii anche Brembilla e il ranista Fioravanti: ragazzi in gamba e talentuosi. Max ama talmente l’acqua che a 36 anni gareggia ancora. Io smisi a 25 per guai a spalla e schiena».
Come si arrivò al fenomeno Lamberti?
«I primi exploit risalgono agli Europei di Roma 1983. A Los Angeles feci flop, Madrid ‘86 ci consegnò però la prima medaglia mondiale, con Battistelli. Idem Seul, olimpica. Fu un boom, rispetto all’era di Guarducci».
Sino allo tsunami del 1989, con 12 medaglie agli Europei.
«Feci doppietta, stabilendo anche il primato continentale sui 100 sl. A podio anche la 4x200, Battistelli, il ranista Minervini, la Dalla Valle».
E così superaste l’epoca dell’autoemotrasfusione: nell’84 la pratica rilanciò Moser nel ciclismo, ma affossò Franceschi.
«Allora era lecita, in vasca però non diede risultati e portò guai fisici. Iniziò l’era di Barelli da vicepresidente federale, mentre tra i medici azzurri si affacciava Bonifazi, oggi capodelegazione. Il nostro nuoto è sempre stato pulito».
Tanti ex fanno la corsa al video, Lamberti invece nel ‘98 lascia la Rai.
«Non ero certo ai livelli della Pellegrini. Forse anche Rosolino si è arricchito, buca il video. Il mio motto è “Vivi e lascia vivere”».
Ora si guadagna di più, in proporzione?
«Di meno, a parte i top level. È la crisi. Mi mantenevo con borse di studio e meeting, oggi è buono il contratto di Magnini, anche grazie al gossip».
Lunedì a Berlino iniziano gli Europei in vasca.
«Molti big disertano, non Federica, sostenuta da ottimi crono nonostante i carichi. Mi aspetto acuti di Mitchell D’Arrigo, talento coltivato negli Usa, dalle staffette e dalle nuove leve emerse a 16 anni nella coppa Comen».
Chi sarà il personaggio?
«Il francese Agnel, in mancanza della ranista lituana Meilutyte. Spero che il mistista Scozzoli si riprenda per i mondiali di Kazan 2015».
Ieri è arrivata la medaglia della Ponselè nella 10 km. Sarà l’unica fondista anche in piscina, sugli 800.
«In acque libere si guadagna meno, faticando di più, come la Grimaldi. Solo con i podi arrivano sponsor».
Del suo nuoto si ricordano i record del tedesco Gross, dell’americano Biondi e del russo Popov.
«Anch’io però sono nella Hall of fame. Fra i personaggi sportivi, prediligo Vale Rossi, si è imposto con simpatia, senza cavolate alla Balotelli».
Lamberti ha mai perso il controllo?
«Una volta abbandonai il ritiro in Val Senales con 2 giorni d’anticipo, assieme a Michelotti: Castagnetti ci convinse a tornare. E da ragazzo andavo forte in macchina, ora guido da cumenda...».
«VI RACCONTO IL RECORD DEL MONDO CHE HA CAMBIATO IL NUOTO ITALIANO»
Esiste un nuoto italiano prima di Giorgio Lamberti e uno post record. Il bresciano fu il primo azzurro a stabilire un record del mondo maschile, 1’46”69 sui 200 stile, agli Europei di Bonn. Era Ferragosto del 1989, resistette 10 anni, primato anche di longevità. In questo quarto di secolo sono fioriti i campioni, prima di Lamberti c’era stata solo la civettuola Calligaris.
Giorgio, aveva 20 anni. Cos’ha combinato in questi 25?
«Dal ‘98 sono sposato con Tania Vannini, stileliberista fiorentina. Aveva il record nazionale dei 400, ha resistito 19 anni, finchè una certa Pellegrini... All’epoca le azzurre erano sovrastate dalle dopate dall’Est, così restavano ai piedi del podio».
Ha 3 figli: Matteo (15), Michele (14), Noemi (10).
«Nuotano, ovvio. Matteo giocava anche a tennis, era classificato, da un anno ha scelto l’agonismo in piscina, perchè racchetta e piscina sono incompatibili. I due maschi erano ai campionati italiani giovanili, Matteo è bronzo sui 200 dorso: fanno il loro percorso senza stress».
Lei che fa?
«Da 20 anni mi occupo di impiantistica sportiva, gestisco strutture in provincia di Brescia con il Gamteam. Dal 2011 al pomeriggio alleno, con mia moglie: seguo gli esordienti, abbiamo 180 tesserati e ai campionati giovanili ne abbiamo portati 18. Trasmetto il bello dell’acqua, appreso dal compianto ct Castagnetti e prim’ancora da Pietro Santi».
È stato anche politico...
«Assessore allo sport, dal 2003 al 2008. Tre mesi fa, il sindaco Del Bono mi ha chiesto di dare una mano alla Sanfilippo Spa, nel controllo del patrimonio sportivo».
Insomma è agli antipodi rispetto al «ballerino» Massimiliano Rosolino...
«Questione di carattere. Gli voglio bene come a un fratello. Dal ‘95 al ‘98 seguivo le nazionali giovanili, scoprii anche Brembilla e il ranista Fioravanti: ragazzi in gamba e talentuosi. Max ama talmente l’acqua che a 36 anni gareggia ancora. Io smisi a 25 per guai a spalla e schiena».
Come si arrivò al fenomeno Lamberti?
«I primi exploit risalgono agli Europei di Roma 1983. A Los Angeles feci flop, Madrid ‘86 ci consegnò però la prima medaglia mondiale, con Battistelli. Idem Seul, olimpica. Fu un boom, rispetto all’era di Guarducci».
Sino allo tsunami del 1989, con 12 medaglie agli Europei.
«Feci doppietta, stabilendo anche il primato continentale sui 100 sl. A podio anche la 4x200, Battistelli, il ranista Minervini, la Dalla Valle».
E così superaste l’epoca dell’autoemotrasfusione: nell’84 la pratica rilanciò Moser nel ciclismo, ma affossò Franceschi.
«Allora era lecita, in vasca però non diede risultati e portò guai fisici. Iniziò l’era di Barelli da vicepresidente federale, mentre tra i medici azzurri si affacciava Bonifazi, oggi capodelegazione. Il nostro nuoto è sempre stato pulito».
Tanti ex fanno la corsa al video, Lamberti invece nel ‘98 lascia la Rai.
«Non ero certo ai livelli della Pellegrini. Forse anche Rosolino si è arricchito, buca il video. Il mio motto è “Vivi e lascia vivere”».
Ora si guadagna di più, in proporzione?
«Di meno, a parte i top level. È la crisi. Mi mantenevo con borse di studio e meeting, oggi è buono il contratto di Magnini, anche grazie al gossip».
Lunedì a Berlino iniziano gli Europei in vasca.
«Molti big disertano, non Federica, sostenuta da ottimi crono nonostante i carichi. Mi aspetto acuti di Mitchell D’Arrigo, talento coltivato negli Usa, dalle staffette e dalle nuove leve emerse a 16 anni nella coppa Comen».
Chi sarà il personaggio?
«Il francese Agnel, in mancanza della ranista lituana Meilutyte. Spero che il mistista Scozzoli si riprenda per i mondiali di Kazan 2015».
Ieri è arrivata la medaglia della Ponselè nella 10 km. Sarà l’unica fondista anche in piscina, sugli 800.
«In acque libere si guadagna meno, faticando di più, come la Grimaldi. Solo con i podi arrivano sponsor».
Del suo nuoto si ricordano i record del tedesco Gross, dell’americano Biondi e del russo Popov.
«Anch’io però sono nella Hall of fame. Fra i personaggi sportivi, prediligo Vale Rossi, si è imposto con simpatia, senza cavolate alla Balotelli».
Lamberti ha mai perso il controllo?
«Una volta abbandonai il ritiro in Val Senales con 2 giorni d’anticipo, assieme a Michelotti: Castagnetti ci convinse a tornare. E da ragazzo andavo forte in macchina, ora guido da cumenda...».
Vanni Zagnoli