Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 19 Martedì calendario

Biografia di Giovanni Farina

• Tempio Pausania (Olbia-Tempio) 22 settembre 1950. Anonima Sequestri. Detenuto dal 25 agosto 1998. Dal 2009 non è più al 41 bis. Condannato in via definitiva per il sequestro di Adele Carolina Mosconi e Giuseppe Soffiantini.
• Arrestato dalla polizia australiana per documenti falsi (si era dato il nome di Luigi Valiante). Era stato fermato a piede libero alla dogana per importazione illegale di valuta. Decideva di presentarsi all’udienza di comparizione, quando gli contestavano anche la falsità del documento e lo dichiaravano in arresto. A quel punto si dava alla fuga per i corridoi del palazzo di giustizia, ma non si accorgeva di una porta vetri, ci sbatteva il naso e se lo rompeva. Da lì a poco estradato in Italia. Erano passati sei mesi dalla liberazione dell’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini (in cambio del riscatto di cinque miliardi di lire). Celebre la puntata del Tg5 del 25 gennaio 1998, quando Enrico Mentana lesse in diretta la lettera dello stesso Soffiantini, spedita dai rapitori insieme a un lembo del suo orecchio.
• A differenza del complice, latitante, Attilio Cubeddu (vedi), assolto nel processo sull’omicidio di Samuele Donatoni per non avere commesso il fatto.
• Dal carcere di Catanzaro ha scritto a un amico per lamentare le condizioni della detenzione: «Dice di essere allergico alla nicotina e lo mettono insieme a un detenuto fumatore, poi lo spostano in una cella dove quando uno sta in piedi l’altro deve stare per forza sdraiato a letto. Chiede occhiali da vista, glieli consegnano dopo sei mesi. Le docce spesso sono fredde. E lui di conseguenza conclude: “Il vero Guantanamo non è a Cuba, sono le carceri italiane”» (Paolo Nencioni) [Tir, 14 aprile 2013]. (a cura di Paola Bellone).