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 2014  agosto 17 Domenica calendario

2014/08/14 - «Il mio futuro? Sul deltaplano» dice Gibilisco

Il Giornale, 14 agosto 2014

«SENZA LA SQUALIFICA INGIUSTA AVREI VINTO LE OLIMPIADI».
 
Giuseppe Gibilisco imbucherà l’asta per l’ultima volta, magari sabato, in finale. Poi volerà unicamente con il deltaplano a motore, perchè questa passione ha soppiantato la sua abitudine alle immersioni. Il siciliano di 35 anni resta l’ultimo italiano campione del mondo, nel 2003 a Parigi.

Giuseppe, stamane c’è la qualificazione…
«Vengo da un buon 5,70 a Rieti, 7ª misura stagionale, con l’obiettivo di disputare una buona gara, perchè ho intenzione di chiudere qui, inseguendo la prima medaglia europea, o al più tardi fra qualche settimana. Lo dicevo anche un anno fa, stavolta non cambio idea».
Gareggia alle 10,30, a che ora mette la sveglia?
«Alle 6,30, con molta tranquillità. Se Messi vomita in campo, fortunatamente io non ho mai somatizzato».
Vincerà Renaud Lavillenie, primatista indoor con 6,16?
«Probabile. Il francese mi pare un acrobata, sfrutta al massimo l’asta per farsi catapultare. Bubka era un atleta più vero, valeva i 6,40, altrochè il record all’aperto di 6,14. Feci in tempo ad affrontare l’ucraino nelle qualificazioni a Sydney 2000: allora fece 3 nulli, io con 5,70 arrivai 10°».
Lei per il Sud resta un simbolo...
«Assieme al messinese Nibali. E’ distante 150 km dalla mia Siracusa, anche per questo non lo conosco. Complimenti perchè ha vinto Vuelta, Giro e Tour, gli mancano solo il mondiale e il mio bronzo olimpico, di Atene 2004. E’ esploso tardi, rispetto a me, ma anche Pantani vinse Giro e Tour non giovanissimo. E poi ricordo Mennea e Abbagnale, Campagna e alcuni ragazzi della pallanuoto».
La nazionale di calcio ha fallito i mondiali, gli altri sport risolleveranno l’Italia?
«Qualche medaglia arriva sempre, anche senza un Balotelli. Viene decantato a destra e sinistra, ma cosa ha vinto?».
Da lunedì tocca ad altri due vip, Magnini e Pellegrini…
«Filippo è un bravo ragazzo, ci conosciamo. Dal punto di vista economico siamo sulla stessa barca, noi e il nuoto. Escluso fuoriclasse come Bolt e magari Federica, si guadagna poco».
Altro mondo, rispetto al calcio…
«Però al pallone lascio volentieri Genny ‘a carogna...».
Potesse rinascere, che farebbe?
«Volerei, con ultraleggeri. Mi sono costruito da solo un deltaplano a motore, a Formia: alla fine della prossima settimana lo prendo e in 5-6 ore torno a Siracusa. Ecco, sceglierei tra pilota di aerei e il chirurgo».
Viene in mente Carlo Santuccione. Frequentando il medico abruzzese, venne fermato per un anno, nell’estate 2007…
«Mica era sospetto, quando ci andavo. Venni poi assolto con formula piena».
La sua carriera sarebbe cambiata?
«Forse mi sarei issato a 6 metri, anzichè fermarmi a 5,90. Magari avrei vinto l’Olimpiade di Pechino. Fu un colpo basso, accusato pesantemente».
In pedana si è mai preso del dopato?
«La gente e i colleghi non sono stupidi, sono sempre stati dalla mia».
Dall’asta al deltaplano, non ha paura di cadere?
«No, anche se tocco i 130 orari. Lassù fa freddo, basta coprirsi come per andare in moto, tantopiù quando si passano le montagne. Viaggio quasi tutte le settimane, 2-300 km verso Roma e ritorno, per raggiungere la mia isola bastano 60 litri di benzina...»
Vanni Zagnoli