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 2014  agosto 06 Mercoledì calendario

Biografia di Cesare Pagano

• Napoli 22 ottobre 1969. Camorrista. Detto “Cesarino”, ma anche “Paciotti”, dal marchio delle scarpe di cui non poteva fare a meno. Era subentrato a Raffaele Amato (vedi), come capo degli Scissionisti, quando fu arrestato, l’8 luglio 2010. Latitante dal 2009 era tra i trenta più pericolosi. È detenuto in custodia cautelare per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti e svariati omicidi commessi per lo più durante la faida di Scampia (2004-2005).
• «Pagano aveva sempre ricoperto il ruolo di “ministro degli esteri” del clan. Era, di fatto, l’ufficiale di collegamento tra tutti i gruppi criminali di Napoli e provincia, nonché garante del patto di non belligeranza. Di lui si è sempre saputo pochissimo, tanto che fino ad oggi risultava incensurato. Dal suo vecchio capo, Paolo Di Lauro, aveva ereditato la mania per la riservatezza. Dalle testimonianze di alcuni pentiti conosciamo la sua ossessione per le microspie, al punto che era sua abitudine far perquisire chiunque dei suoi affiliati camorristi volesse incontrarlo. Ogni qual volta doveva salire su un’auto, la faceva prima bonificare dai tecnici del clan. Era arrivato a spendere 250mila euro di apparecchiature come quelle in uso ai servizi segreti tedeschi e francesi.
Pagano teneva le fila dell’intero traffico di cocaina dalla Spagna. Un affare che gli garantiva guadagni tali da permettersi nell’estate del 2006, dopo lo smercio di una partita di droga sulla piazza napoletana, di versare ai suoi affiliati un premio di produzione dell’ammontare di 300 mila euro. Pagano era stato il braccio destro del boss Paolo Di Lauro fino all’inizio della latitanza dello stesso Di Lauro nel 2002. A quel punto il potere passò nelle mani dei figli, i quali entrarono in conflitto con i vecchi soci del padre che accusarono di aver incassato tangenti su un carico di stupefacenti dalla Spagna. Costretti ad emigrare, questi si rifugiarono tra Madrid e Barcellona e proprio da qui decisero di muovere guerra alla vecchia organizzazione» (Simone Di Meo, intervistato da “Panorama”, 8/7/2010).
• Nell’anno di latitanza dormiva di giorno e stava sveglio di notte, pronto per scappare. Infatti la polizia, quando lo arrestò, alle quattro e mezza di notte, lo trovò vestito di tutto punto. Si nascondeva in una villetta di Licola, sul litorale flegreo, insieme al nipote “Angioletto” e al genero. «Erano state piantonate le edicole aperte 24 ore su 24, quando si era capito che Pagano, nelle sue veglie notturne, aveva l’abitudine di leggere le prime edizioni dei giornali» (“La Stampa” 8/7/2010). (a cura di Paola Bellone).