Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 06 Mercoledì calendario

Biografia di Antonio De Luca

• Napoli 28 novembre 1971. Camorrista. Capo del clan omonimo. Detto “’o sicco”, per quanto è magro. Figlio di Umberto (morto nel 2008) e di Teresa (detenuta al 41 bis). Il padre era stato un cutoliano.
• Arrestato a soli 17 anni, per avere partecipato alla strage di Ponticelli al soldo dei Sarno (11 novembre 1989, sei morti, di cui quattro per sbaglio). Nel 98, decide di mettersi in proprio. La faida inizia con un’autobomba. L’auto del ras Vincenzo Sarno viene imbottita di tritolo durante una finta riunione tra clan (muore Luigi Amitrano, nipote - e autista – di Sarno). «L’indagine lampo dei pm antimafia Giovanni Corona e Luigi Bobbio disarma le due fazioni in lotta ed evita una spaventosa rappresaglia, peraltro già programmata. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, emerge infatti che i Sarno volevano usare kalashnikov e bazooka per annientare i nemici, dopo averli stanati con i lacrimogeni dalle abitazioni. Il blitz vede impegnati oltre duecento carabinieri, che cingono d’assedio il quartiere di Ponticelli e abbattono i fortini dei clan eretti a difesa delle abitazioni dei padrini» (Simone Di Meo). In carcere continua a dirigere i suoi uomini, che taglieggiano commercianti e imprenditori e spacciano droga in competizione con i Sarno. Base del clan l’area denominata Lotto Zero, a ridosso di via Bartolo Longo.
• Nel 2008 era stato ricoverato in una struttura psichiatrica di Roma per anoressia (Simone Di Meo).
• La madre, Teresa De Luca, convivente del boss di Pianura, Peppe Marfella, avrebbe diretto il clan durante la sua detenzione. Per questo arrestata e ristretta al carcere duro. Il 29 aprile 2013 gli hanno arrestato il fratellastro Christian Marfella, di anni 19 (sul collo tatuato il suo soprannome, “’o sicco”). Attuale reggente del clan, secondo la cronaca di Napoli, sarebbe la sorella Anna, di anni 38, che il 19 luglio 2014 ha subito un attentato ed è finita in rianimazione (un killer travisato con il casco le ha sparato dallo scooter in corsa). Nel gennaio 2013 le avevano ammazzato il figlio Antonio Minichini, di anni 19.
• Il 17 luglio 2013 è stato condannato a tre ergastoli per omicidi vari.
Codici Il clan non sempre avrebbe ucciso per decisione strategica. «Secondo le dichiarazioni dei pentiti, un affiliato al gruppo Fusco-Ponticelli – Giovanni Veneruso “Juary” – viene ammazzato perché critica la relazione extraconiugale di Teresa De Luca Bossa. In pratica quella di lady clan era stata, aveva detto Veneruso, “una violazione al codice della camorra”. Mentre viene condannato a morte (ma i sicari mancano il bersaglio) Fabio Caruana perché aveva lasciato la moglie, una nipote dei Sarno, e si era fidanzato con l’ex compagna del boss Bernardino Formicola. Vengono scelti per ucciderlo due maldestri sicari che però non avevano restituito alla vittima prescelta un prestito di cinquantamila euro e dunque avevano una loro convenienza ad ucciderlo. Omicidi anche per futili motivi» (Irene De Arcangelis) [Rep 21/12/2010]. (a cura di Paola Bellone).