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 2014  agosto 03 Domenica calendario

Netanyahu annuncia il parziale ritiro dei militari da Gaza • Ecco perché è stata riaperta l’inchiesta sulla morte di Pantani • I trucchi di millenovecento italiani che hanno evaso tasse per 3 miliardi e 800 milioni di euro • Sempre più numerosi gli italiani che si trasferiscono a Berlino • Ancora bombe d’acqua al Nord

 

Gaza Netanyahu ha annunciato il parziale ritiro dei militari da Gaza, senza aspettare una tregua, senza negoziare con Hamas. Nessun consigliere del primo ministro va al Cairo per discutere un’intesa, le mosse saranno unilaterali, non vengono prese in considerazione le richieste dell’organizzazione fondamentalista. Le operazioni, però, proseguiranno «fino alla distruzione di tutti i tunnel»: «Finita questa missione, l’esercito sarà ridispiegato secondo le nostre esigenze di sicurezza. Chiederemo che la ricostruzione di Gaza sia legata alla smilitarizzazione». Hamas intanto minaccia «una nuova terribile avventura» se Netanyahu non accetta di trattare: «Andremo avanti a combattere, qualunque cosa decidano».

Pantani 1 Antonio De Rensis, l’avvocato della famiglia di Marco Pantani, spiega cosa c’è all’interno del suo ponderoso esposto che ha costretto gli inquirenti a riaprire sulla morte del ciclista una nuova inchiesta in cui si ipotizza l’«omicidio volontario» (vedi fior da fiore di ieri): «Si tratta di un documento molto articolato che si compone di tre parti: un’indagine difensiva con nuove e importanti testimonianze, una rilettura degli atti processuali e d’indagine, circa 5 mila pagine, e una consulenza medico legale. Il tutto porta ad una realtà dei fatti molto diversa da quella emersa ufficialmente all’epoca della prima inchiesta che è stata minata alla base da enormi lacune e contraddizioni. Alla base di tutto c’era un assunto quasi granitico: nessuno è entrato e nessuno è uscito da quell’appartamento». A dare valore all’esposto è senza dubbio la consulenza medico legale firmata dal professor Francesco Maria Avato, docente universitario e dirigente del Dipartimento interaziendale strutturale di medicina legale a Ferrara. Ma quali sono gli elementi nuovi e forti del documento di De Rensis? Primo: esisteva un secondo ingresso nel residence, dal garage, che consentiva di salire ai piani fino alle ore 23 senza passare dalle portineria e dunque senza essere visti. Secondo: i tre giubbotti pesanti e tecnici trovati nella camera di Pantani. «Chi li ha portati lì, se ben quattro testimoni confermano di aver visto Pantani sempre e solo con una piccola sportina dove certamente i giubbotti non entravano?». Terzo, scientifico: «Le ferite di Pantani, compatibili con una colluttazione più che con una caduta a terra. Un bernoccolo, un taglio all’arcata sopraccigliare, le ferite circolari al capo». Quarto: la quantità di cocaina. «Considerato che ne è stata trovata dappertutto a terra e che i 20 grammi li aveva da 5 giorni, non sarebbe bastata per un overdose. Qualcuno ne ha portato dell’altra». Quinto: le impronte digitali: «Perché non furono rilevate?». Cinque dubbi ai quali gli investigatori di allora rispondono con poche parole: semplice, perché la verità è che è morto di overdose (Pasqualetto, Cds)

Pantani 2 Philippe Brunel, giornalista parigino del quotidiano l’Equipe, autore di Gli ultimi giorni di Marco Pantani nel 2006, dice che «la riapertura del caso è una bella notizia e conferma che l’inchiesta di allora fu fatta velocemente e male. Fu presa la tesi del suicidio come ufficiale, e tutto fu orientato su questo. Perché ci sono voluti dieci anni per dare peso ad alcuni elementi così evidenti, come le ferite sul corpo o dietro alle orecchie?». Gli elementi che non hanno mai convinto Brunel: «Il disordine organizzato della stanza saltava all’occhio. E i resti di un pasto: o Marco era uscito dalla stanza o qualcuno era entrato. Senza contare come detto i segni del corpo. Eppure tutto questo fu considerato normale» (Tomaselli, Cds).

Tasse Isole Vergini, Bermuda, ma anche Olanda e Delaware: sono le mete di imprenditori e società italiane che nell’ultimo anno e mezzo hanno evaso il fisco per un miliardo e 400 milioni. Soldi nascosti al Fisco attraverso operazioni di «esterovestizione» grazie al trasferimento di residenze e sedi di società in quei paradisi europei e sudamericani ormai diventati mete preferite di piccoli imprenditori e liberi professionisti. È l’ultima frontiera di chi tenta di sottrarsi ai controlli, ma non è l’unica. Altro versante caldo è quelle delle operazioni immobiliari e delle ristrutturazioni che ha consentito di accertare un mancato versamento delle imposte pari a quasi 700 milioni di euro. Sommato alle altre verifiche mirate compiute dalle Fiamme gialle dal primo gennaio 2013 al 30 giugno scorso si tocca la cifra record di 3 miliardi e 800 milioni di euro già contestati dall’Agenzia delle Entrate. Un buco nei conti dello Stato che si sta cercando di sanare anche tenendo conto che la correzione complessiva dei conti sul 2015 dovrebbe essere di circa 16 miliardi tra tagli di spesa e recupero dei soldi non versati dai contribuenti. Ci sono già state 270 proposte di sequestro di beni per un totale di 700 milioni di euro. Secondo il rapporto delle Fiamme Gialle gli evasori totali sono 1.900 mentre altre migliaia di cittadini hanno versato soltanto una minima quota dei propri guadagni. (Sarzanini, Cds)

Berlino Sono ormai 26 mila gli italiani che hanno scelto di vivere a Berlino: triplicati dagli Anni 80 e con un’accelerazione enorme negli ultimi due anni. È il quadro che emerge dall’«Indagine sulla situazione degli italiani a Berlino» dei sociologi Edith Pichler e Oliver Schmidt. Chi si trasferisce nella capitale tedesca, spesso ha un diploma o una laurea, eppure si accontenta di essere un «precario creativo»; lavora prevalentemente nel settore dei servizi, come libero professionista, giornalista, manager, artista o architetto, ma anche come ristoratore o commerciante. E il motivo principale del trasferimento non è professionale o famigliare: è la qualità della vita. In particolare, grazie a prezzi ancora contenuti rispetto alle altre capitali europee, Berlino attira molti giovani che «per la situazione economica non possono realizzare un progetto di vita in Italia». Il settore occupazionale più importante per i nuovi immigrati italiani è quello dei servizi, il maggior numero di disoccupati è nella fascia di età dei 30-50enni (Mastrobuoni, Sta).

Bombe d’acqua È di almeno due morti, decine di ferite e alcuni dispersi il bilancio provvisorio dell’esondazione del Lierza a Refrontolo, in provincia di Treviso, avvenuta ieri notte a causa di una bomba d’acqua, forse più intensa delle tante che hanno colpito l’intero Nord del Paese. In pochi minuti la pioggia e il fortissimo vento improvviso hanno alzato il livello del corso d’acqua fino a farlo esondare e poi travolgere tutto quello che ha incontrato lungo la sua strada. In un attimo al Molinetto della Croda, un antico mulino ad acqua lungo la strada che collega l’abitato di Refrontolo a quello di Rolle, la furia dell’acqua ha invaso il capannone costruito dagli organizzatori della «Festa degli Omeni» (degli uomini) che si svolge il 2 agosto in alcune zone del Nord Italia. Erano accorsi in almeno cento per trascorrere la notte divertendosi con i banchetti e la musica dal vivo ma nel giro di pochi secondi tutto è stato travolto, dal tendone ai tavoli passando per il palco dell’orchestra sino alle persone che sono state trascinate via dal fiume in piena con le auto parcheggiate poco distante. I testimoni hanno raccontato di una massa di un metro e mezzo d’acqua che è arrivata con forza e velocità a valle non risparmiando nulla e sbattendo alcune persone in un fiume vicino. Dopo l’allarme, sono intervenuti un centinaio di soccorritori tra vigili del fuoco, sanitari del Suem 118, Soccorso Alpino, Protezione civile e carabinieri che hanno dovuto ricorrere alle ruspe per liberare le strade dal fango e dai rottami delle auto per raggiungere la zona e soccorrere i feriti. (Ribaudo e Citter, Cds)

Fellini e Masina 1 A vent’anni dalla morte di Giuletta Masina spuntano le lettere d’amore che Fellini le scrisse nei loro ultimi giorni insieme. Colpito dall’ictus, con grafia ormai incerta, il regista insisteva nel dichiararle l’intensità del proprio attaccamento: «Ti voglio così bene che mi manca il respiro». In ospedale aveva un unico pensiero: tornarle accanto, per combinare «qualche pastrocchio» insieme: «Con te sono capace ancora di fare capriole» (Bentivoglio, Rep).

Fellini e Masina 2 Quando si conobbero alla radio, negli anni ‘40, Fellini, all’epoca sceneggiatore e vignettista era «spiritoso, dolcissimo e magro, con l’impermeabile e i capelli lunghi sul collo»: così l’attrice avrebbe descritto il suo corteggiatore riminese, che allo scopo di conquistarla «tirava fuori dalla tasca, per pagare al ristorante, rotoli di banconote così ciccioni da non stargli nella mano». (ibidem).

Fellini e Masina 3 Il loro appartamento romano, in via Margutta, era diviso in due settori per questioni di fumo: al contrario di lei, lui coltivava un disgusto feroce per le sigarette.

Fellini e Masina 4 «Giulietta ha sempre abitato in me. Ho l’impressione di essere stato sposato fin dalla nascita» (Federico Fellini) (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)