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 2014  luglio 28 Lunedì calendario

La Costa Concordia è da ieri ormeggiata alla fine della diga Foranea, nel porto di Voltri-Pra. È arrivata intorno alle 14, le operazioni di ormeggio (cavi a terra e collegamento alle 18 bitte rinforzate presenti in banchina) sono cominciate un’ora dopo, alle 15

La Costa Concordia è da ieri ormeggiata alla fine della diga Foranea, nel porto di Voltri-Pra. È arrivata intorno alle 14, le operazioni di ormeggio (cavi a terra e collegamento alle 18 bitte rinforzate presenti in banchina) sono cominciate un’ora dopo, alle 15.40 è stato firmato l’atto notarile che sancisce il trasferimento della proprietà della Concordia da Costa Crociere al gruppo Saipem/San Giorgio, quello che si occuperà della demolizione. Alle quattro è stata sciolta l’unità di crisi che si era costituita presso la capitaneria di porto di Genova. Poco prima delle cinque le operazioni di ormeggio erano concluse. Una gran folla ha seguito l’operszione di ingresso nel porto (eseguito di poppa), genovesi e turisti s’erano sparpagliati nella zona di Voltri e sulle alture di Ponente. La nave, illuminata, è stata visibile per tutta la notte. La gente s’è arrampicata fino all cima alla Lanterna, il faro di Genova, aperto per l’occasione alle 7.30 del mattino. La stradale ha segnalato rallentamenti significativi nei pressi del casello di Voltri, davanti alla zona delle operazioni.

Supponiamo di dover scegliere cinque personaggi-simbolo della giornata di ieri.
Il primo è Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile, uomo a cui siamo tutti pronti a dare addosso quando qualcosa non va. L’insieme dell’operazione Concordia, e cioè questi due anni di studi e interventi, la rotazione dello scorso settembre, il galleggiamento e la traversata di 150 miglia (280 chilometri) fino all’approdo di ieri, è stata coordinata e guidata da lui. Chapeau, dunque, senza esitazioni. Ieri Gabrielli ha amaramente commentato che, essendosi Legambiente e Greenpeace mobilitati, dopo una raffica di astuti comunicati terroristici, sembra che l’operazione non abbia prodotto danni all’ambiente per merito di queste due ricchissime organizzazioni politiche. Beh, non è vero: il mare è intatto per merito della sapienza con cui Gabrielli ha fatto muovere tutti quelli che hanno lavorato per lui, compreso il fuoriclasse Sloane.  

Mi figuro che sarà lui il secondo personaggio di ieri.
No, abbiamo lodato, descritto e citato Sloane molte volte, e perciò lasciamolo stare. Nomino invece sua figlia Julia, che ha accompagnato la mamma Sandra fino a Genova per salutare il padre. Lo ha atteso sotto il sole, ritta in piedi sulla punta del Pennello, la diga minore d’ingresso al bacino del Voltri Terminal. Era in compagnia di un dirigente del porto di Genova. Visibilmente piena di gioia ha salutato con la mano il papà che era in cima al ponte del relitto della Concordia. Sloane ha agitato la mano a sua volta.  

Terzo personaggio?
Beh, Renzi. È andato a Genova con la moglie per accogliere il relitto, e subito lo hanno accusato di cercarsi pubblicità. Sì, forse. Però, a conclusione di una vicenda che ci ha fatto fare una così brutta figura di fronte al mondo, com’era possibile mancare? La Merkel non sarebbe stata presente? Renzi ha detto, tra l’altro: «Un nuovo inizio che si porta nel cuore un dolore che non si può cicatrizzare, ma che dà speranza per quanto siamo stati capaci di fare».  

Non so chi altri si potrebbe citare...
Il comandante Gianni Lettich. Le ultime tre miglia sono state affidate a lui, che ha affiancato Nick Sloane nella sala di controllo. L’ironia del destino ha voluto che quest’uomo - 61 anni, alto e sottile, origine istriana, riservatissimo - abbia guidato la Concordia anche nel suo primo giorno di vita in mare, nove anni fa, a fianco dell’allora capopilota Bozzo. «La portammo in mare aperto dalle acque ristrette del cantiere di Sestri. Ricordo solo che ero preoccupato, ci voleva molta attenzione con una bestia del genere». Eva Herzigova lanciò la bottiglia contro la fiancata, il futuro sembrava luminoso... Lettich è anche l’uomo che guidò i soccorsi il 7 maggio dell’anno scorso, quando il Jolly Nero si schiantò contro la palazzina dei piloti. Avvertì lui personalmente le nove famiglie delle vittime.  

• E al quinto posto...
Il quinto uomo è Antonio Gozzi, amministratore delegato della Duferco. Prima di presentarlo ai lettori, raccontiamo che cosa accadrà della nave: prima di tutto la si svuoterà dei mobili, degli arredi, delle attrezzature e delle suppellettili che saranno ammassati sulla banchina e avviati via camion verso i centri di smaltimento. Ridotto in questo modo il pescaggio a 15 metri, la Concordia sarà portata verso Levante, all’interno dell’ex superbacino. Qui sarà tagliata a fette orizzontali, il pescaggio si ridurrà a 10 metri, sarà quindi possibile trasferire il relitto nella quarta vasca di carenaggio e qui demolirlo del tutto. A questo punto entrerà in scena Antonio Gozzi: sarà lui, cioè la multinazionale Duferco, a comprare insieme con quelli della Pasini di Brescia l’acciaio della Concordia, 40-50 mila tonnellate di materiale di buona qualità, cioè senza plastiche, a 260-270 euro la tonnellata. Camion e vagoni ferroviari porteranno l’acciaio a San Zeno Naviglio e a a Lonato del Garda, i binari arrivano fin dentro queste fabbriche che macinano ogni mese 160 mila tonnellate di roba. Gozzi, fornitore di Fincantieri, sospetta che l’acciaio sia lo stesso che a suo tempo ha venduto alla Fincantieri per fabbricare la nave. Altra ironia della storia, che, come si vede, non manca mai.