Fior da fiore, 22 luglio 2014
Ultime sull’aereo abbattuto in Ucraina • A Gaza missili su un ospedale • Rallenta ancora l’industria europea • I settori dove è cresciuta l’occupazione • Sei anni e mezzo di reclusione a Emilio Riva
Aereo/1 Il CdS ha raccolto la testimonianza di un soldato filorusso dell’unità combattente “Oplot” (roccaforte), incontrato presso la stazioncina ferroviaria di Torez, dove si trovano i 5 vagoni (4 frigoriferi e quello nel mezzo con i motori diesel per la refrigerazione) in cui sono ammassati i cadaveri dei passeggeri del volo MH17 della Malaysia Airlines. «Giovedì pomeriggio i nostri comandanti ci hanno ordinato di salire sui camion con armi e munizioni in quantità. Pochi minuti prima, forse dieci, avevano udito un grosso scoppio nel cielo. Abbiamo appena colpito un aereo dei fascisti di Kiev, ci hanno detto, ingiungendoci di fare attenzione per il fatto che c’erano informazioni per cui almeno una parte dell’equipaggio si era lanciato con i paracadute. Erano stati visti oggetti bianchi tra le nuvole. Forse avremmo dovuto combattere per catturarli. Pensavamo di dover combattere i piloti ucraini appena arrivati a terra col paracadute. A un certo punto, ho visto brandelli di tela in una radura. Li ho sollevati e ho trovato il corpo di una bambina che avrà avuto non più di cinque anni. Il viso era rivolto verso terra. È stato terribile. Allora ho capito che quello era un aereo civile. Non militare. E questi erano tutti morti civili. Un groppo di valigie scoperchiate non ha fatto che confermare la scoperta».
Aereo/2 Il treno con le celle frigorifere e i resti di almeno 282 vittime (pare che le restanti 16 siano introvabili perché incenerite dallo scoppio) dovrebbe muoversi nella notte, passare per Donetsk e raggiungere lo scalo di Kharkiv controllato dai regolari ucraini. I resti dei cadaveri e le scatole nere dovrebbero essere trasportati ad Amsterdam a bordo di un Hercules C130 olandese e scortato da un team di inviati danesi e olandesi. La decisione di mandarli in Olanda perché da lì proveniva il maggior numero di vittime.
Aereo/3 Gli Usa, insieme a Kiev, sostengono che a tirare il missile sia stato un sistema Buk piazzato in un’area compresa tra Snizhne e Torez. Il lancio è avvenuto alle 16.20. I colpevoli: i separatisti di Igor Besler, detto anche “Demonio”. Ma forse non erano soli. E si sta indagando sulla presenza di tre consiglieri russi che avrebbero assistito i miliziani. A disposizione degli insorti almeno tre apparati missilistici arrivati dalla Russia nell’Est dell’Ucraina tra giugno e la metà di luglio. I funzionari americani hanno sottolineato un aspetto: se Kiev sapeva della presenza dei Buk avrebbe dovuto allertare le compagnie aeree. Inoltre tre satelliti statunitensi, specializzati nel tracciare i missili, avrebbero visto lancio e impatto. il Cremlino ha subito rilanciato per vedere se quello americano è un bluff: «Mostrate le foto satellitari». Dopo l’abbattimento dell’aereo passeggeri è partita la caccia al lanciatore. Sono apparse foto che ne mostrano uno in movimento e privo di un ordigno scortato da miliziani del Battaglione Vostok. Il Cremlino ha affermato che ad una distanza compresa tra 3 e 5 chilometri dall’aereo della Malaysia Airlines volava un Sukhoi 25 ucraino e ha presentato foto satellitari per dimostrarlo. Nella ricostruzione russa si nega la fornitura dei missili e si ipotizza che possa essere stato proprio il velivolo militare ad aprire il fuoco. Sul blog The Aviatonist di David Cenciotti, invece, è citato un esperto iraniano che fornisce un’altra versione: il jet malese era “scortato” da una coppia di Sukhoi 27, sempre governativi. Presenze, tutte da verificare, che portano ad altri scenari. 1) Gli aerei militari hanno fatto da esca e chi ha sparato pensava di avere un bersaglio legittimo: dunque una trappola. 2) Non si è trattato di un gesto deliberato ma i caccia tenendosi vicini al 777 hanno comunque indotto all’errore gli uomini della batteria (Olimpio, CdS). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Gaza Bilancio della guerra nella Striscia di Gaza. I palestinesi morti sono 572, per la maggior parte civili, più della metà sono state ammazzate da quando è iniziata l’invasione di terra giovedì notte. Ieri un colpo di artiglieria israeliano ha centrato il terzo piano dell’ospedale Al Aqsa, uccidendo quattro persone. I soldati israeliani uccisi sono 25 in cinque giorni di operazioni, ovvero un ritmo di perdite più alto dell’ultimo conflitto in Libano contro Hezbollah.
Industria Dati Istat dicono che nel mese di maggio gli ordinativi e il fatturato dell’industria italiana sono scesi del 2,1% su base mensile dopo otto mesi consecutivi di aumento. Nonostante il boom di alcuni settori (apparecchiature elettriche e mezzi di trasporto con aumenti a due cifre) gli ordinativi esteri hanno perso il 4,5 per cento. Questi numeri dell’industria italiana fanno il paio con quelli della Germania. Il rapporto mensile della Bundesbank (Banca Centrale) spiega che l’incertezza legata a fattori geopolitici sta pesando sul settore industriale. Il dato si riflette nella previsione che il Pil (prodotto interno lordo) nel secondo trimestre resti invariato rispetto a quanto segnato nei primi tre mesi dell’anno (+0,8%). Per la Bundesbank la crescita «ha perso notevolmente slancio» e il settore edile ha rallentato rispetto al buon andamento dei mesi invernali. Le previsioni della Bundesbank sulla stagnazione made in Germany hanno contribuito allo sbandamento delle borse europee. I principali listini hanno chiuso in ribasso, con Milano (-1,48%) maglia nera al fianco di Francoforte (-1,11%). a faticare è anche la produzione industriale francese: Nei giorni scorsi i dati di maggio hanno evidenziato un calo dell’1,7%, dopo l’aumento dello 0,3% di aprile. Su base annua la flessione è del 2,3%.
Lavoro In Italia nel primo trimestre dell’anno, a fronte di un calo dello 0,9% dell’indice generale, in ben 13 dei principali 27 comparti di attività (quelli che contano oltre 200mila addetti), l’occupazione è salita del 4,2%. Che corrisponde a 90.100 nuovi posti di lavoro. Il comparto che registra la crescita maggiore è quello della produzione di software e della consulenza informatica (+10,4%). Crescita rilevante anche nelle produzione alimentare con un +8,7%, come pure in settori dove è maggiore la presenza del pubblico: nei servizi di assistenza sociale residenziale (+8,4%) e nell’assistenza sociale non residenziale (+7,6%). Bene anche i comparti della fabbricazione di macchinari (+5%) e dell’abbigliamento (+4,9%). Rispetto al calo generale solo sei regioni sono in controtendenza: si tratta della Provincia autonoma di Trento, che ha registrato un aumento degli occupati del 2,5%, seguita da Valle d’Aosta (+2%), Toscana (+1,7%), Lazio (+0,3%), dalle Marche e dall’Emilia Romagna entrambe con +0,1%. Sul fronte opposto i dati peggiori arrivano dall’Abruzzo, dove gli occupati sono scesi del 4,9%, a seguire Liguria (-4,3%), Provincia autonoma di Bolzano (-3,6%), Campania (-3,1%) e Molise (-2,9%). L’occupazione femminile ha tenuto meglio di quella maschile facendo segnare un calo contenuto (-0,5%) rispetto al più marcato -1,3%. E mentre tra i giovani fino a 35 anni sono andati in fumo altre 367mila unità ( -6,8% rispetto allo stesso periodo 2013), all’opposto, gli occupati senior (35 anni e oltre) sono cresciuti dello 0,9% (Baroni, Sta).
Riva Il Tribunale di Milano ha condannato a 6 anni e mezzo di reclusione Fabio Riva, figlio dello scomparso Emilio Riva, patron delle acciaierie di Taranto, inseguito da mandato d’arresto internazionale e riparato da tempo in Gran Bretagna; 3 anni ad Agostino Alberti, ex consigliere delegato di Riva Fire spa (la controllante di Ilva spa); 5 anni a Alfredo Lomonaco della finanziaria svizzera Eufintrade; ma soprattutto 91 milioni di euro confiscati a Riva Fire spa come profitto equivalente, altri 15 milioni di euro di provvisionale sul futuro risarcimento in sede civile a beneficio del ministero dello Sviluppo economico, e 1 milione e mezzo di euro di sanzione pecuniaria in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Motivo: hanno illecitamente preso 91 milioni di sovvenzioni all’export dallo Stato.
(a cura di Daria Egidi)