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 2014  luglio 21 Lunedì calendario

A Gaza la guerra non si ferma • Si raccolgono i cadaveri del boeing della Malaysia Airlines • L’ultimo miglio della Concordia • Recuperato l’acciaio del relitto • Risarcimento record alla vedova di un fumatore • Un beverone per smettere di mangiare • Rivoluzione tra i supereroi


Gaza L’esercito israeliano ha intensificato gli attacchi di terra nella Striscia di Gaza. Uccisi 87 palestinesi; tra le vittime 17 bambini. Negli scontri hanno perso la vita 13 soldati dello Stato ebraico. Da quando il premier Benjamin Netanyahu ha dato l’ordine di procedere con l’invasione, i militari morti sono 18: più dei caduti totali nelle due precedenti operazioni a Gaza (2009 e 2012). Hamas proclama di aver catturato un soldato, fornisce il nome (Shaul Aron) e il numero sulla piastrina: l’identità è però la stessa di uno dei caduti e il ministero della Difesa israeliano smentisce che sia stato preso vivo. I morti nella Striscia dall’inizio degli scontri sono almeno 436 (100 solo ieri) oltre 3.000 mila i feriti. «In questo momento l’esercito è concentrato nell’eliminare i tunnel scavati dai fondamentalisti: questa fase dovrebbe essere conclusa in 2-3 giorni. L’offensiva generale andrà avanti fino a quando non tornerà la calma, continueremo a combattere fino alla fine. Questa volta dopo il cessate il fuoco, dovrà essere stabilito un programma di smilitarizzazione della Striscia, perché non si trasformi ancora in una fortezza del terrore equipaggiata dall’Iran». Anche ieri gli estremisti sono riusciti a lanciare oltre 80 razzi verso Israele, dall’inizio del conflitto due civili sono morti. Abu Mazen denuncia il «crimine contro l’umanità» e proclama tre giorni di lutto in Cisgiordania. Il presidente palestinese è in Qatar per provare a mediare un cessate il fuoco. Gli israeliani, tuttavia, non sono pronti ad accettare l’intervento del Qatar (tra i primi finanziatori del movimento fondamentalista) e della Turchia. In una telefonata al premier israeliano Netanyahu, il presidente Obama ha auspicato «un immediato cessate il fuoco» basato sull’accordo che pose fine alle ostilità nel novembre 2012. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Aereo Pare non essere più un mistero chi ha abbattuto l’aereo della Malaysian Airlines giovedì: ieri il responsabile del contro-spionaggio ucraino, Vitaly Nayda, ha ribadito che i suoi apparati sin dal 14 luglio (tre giorni prima della tragedia) avevano segnalato che i separatisti erano entrati in possesso di missili terra-aria in grado di arrivare ben oltre le quote dei 10.000 metri (33.000 piedi) utilizzate normalmente dagli aerei di linea. Lo stesso governo di Kiev era corso ai ripari e aveva vietato il volo sulla regione al di sotto dei 26.000 piedi. Ma le prove più controverse e, se confermate, gravi per Mosca riguardano la presenza dei missili Buk-M11 russi (anche noti come SA-11 Gadfly) nella zona controllata dai separatisti. Già il 29 giugno le stesse milizie filo-russe sui social network avevano sostenuto trionfanti di essere in possesso di questi missili. La loro origine non è chiara: catturati da una base dell’esercito di Kiev in marzo, oppure mandati da Mosca più di recente? Nayda sostiene che una batteria di Buk era presente da tempo tra le file dei ribelli assieme a tre esperti militari russi, senza specificare però da quando. A suo dire la rete spionistica di Kiev ha poi monitorato lo spostamento delle batterie dei Buk dalle zone dei separatisti al territorio russo in due viaggi poche ore dopo l’abbattimento dell’aereo malese. Il primo sarebbe avvenuto alle due della mattina del 18 luglio, il secondo solo due ore dopo. In una batteria sarebbero stati visibili tutti i quattro missili in dotazione. Nella seconda sarebbe mancante uno: forse quello che ha provocato la tragedia? Intanto sinora sono stati recuperati dai volontari e dalle organizzazioni paramilitari separatiste quasi 200 corpi, ne mancano ancora un centinaio. La grande maggioranza (sembra 167, ma il numero varia continuamente) è raccolta in tre vagoni frigorifero fermi nella stazione ferroviaria di Torez controllata dai separatisti, 60 chilometri a est di Donetsk.

Concordia/1 Sarà Gianni Lettich il comandante dell’ultimo miglio della Costa Concordia. Fu anche l’uomo del primo viaggio, la mattina del 7 luglio 2005: «La portammo in mare aperto dalle acque ristrette del cantiere di Sestri. Ricordo solo che ero preoccupato, ci voleva molta attenzione con una bestia del genere». Quando verrà il momento, sabato prossimo se tutto procede secondo i piani, Lettich verrà fatto salire a bordo della Concordia quando quest’ultima sarà a tre miglia dall’entrata di Voltri. Da quel momento sarà lui a impostare la manovra di ingresso nel porto. Lettich ha 61 anni, nato a Genova ma di origini istriane, è capopilota dal 2007, dopo aver navigato i mari di tutto il mondo (Imarisio, CdS).

Concordia/2 Antonio Gozzi, amministratore delegato del gruppo Duferco, multinazionale dell’acciaio con origini italiane sede in Lussemburgo, spiega che hanno acquistato gran parte dell’acciaio che sarà recuperato dalla Costa Concordia: 40-50mila tonnellate che saranno riutilizzate. Lo pagheranno circa 260-270 euro la tonnellata. E che ne farete di questo metallo? «Si tratta di acciaio di buona qualità, e pulito, ossia senza plastica.Essendo noi fornitori della Fincantieri, che ha costruito la Concordia, non escludo che possa essere stato già nostro in partenza... Che ne faremo? Lo fonderemo nei forni elettrici per ricavarne travi, nel caso nostro, e tondini nel caso della Feralpi. Materiale destinato soprattutto alle costruzioni edili» (Pozzo, Sta).

Fumo La giuria popolare di un tribunale della Florida ha deciso che la RJ Reynolds, il gigante del tabacco americano, dovrà risarcire con 23,6 miliardi di dollari (oltre 19 miliardi di euro) la signora Cynthia Robinson, vedova di un uomo morto a 36 anni per troppo fumo. Alla cifra record si devono aggiungere altri 16,8 milioni di dollari destinati agli altri eredi dell’uomo, fumatore incallito dall’età di 13 anni, morto nel 1996. «Fumava almeno tre pacchetti al giorno, spesso si accendeva una sigaretta con quella che stava per spegnere», ha raccontato la donna in lacrime davanti ai giurati.

Cibo La storia di Rob Rhinehart, ingegnere informatico di 25 anni impiegato in una start up, che a un certo punto si accorse di quanto tempo sprecava nel prepararsi il pranzo e nel mangiare. Poco interessato al sapore di ciò che ingurgitava, ebbe l’idea di mettere in piedi la Soylent Hq,l’azienda che ha inventato una polvere granulare beige da mescolare in acqua che dà origine a un beverone fatto in gran parte di carboidrati, farina d’avena e maltodestrine, proteine, acidi grassi vegetali e integratori vari. Il sapore è il «più neutro possibile» per scelta di Rhinehart al fine di consentire agli acquirenti di adeguare la bevanda al proprio gusto aggiungendo altri ingredienti. Costo: appena 4 dollari (2,95 euro) a pasto. L’ha pensato anche per risolvere i problemi di alimentazione nei Paesi poveri. Poco felice la scelta del nome, che è quello dell’alimento con il quale nel film fantascientifico 2022: i sopravvissuti del 1973 veniva nutrita l’umanità in un mondo inquinato, sovrappopolato: lì la “Soylent verde”, però, era fatta con i cadaveri. Rhinehart ha testato su stesso per 30 giorni la sua invenzione raccontando l’esperienza, che non poteva che essere positiva, sul sito della Soylent Hq con un post dal titolo «Come ho smesso di mangiare cibo». Anche Brian Merchant, un giornalista del sito Materboard che, per un mese, ha provato il Soylent: «Al secondo giorno il mio stomaco era come una vecchia corda attorcigliata. I primi giorni mi sentivo con i nervi a pezzi». Alla fine del periodo di prova ha perso 5 chili (Guastella, CdS).

Supereroi In arrivo una rivoluzione tra i supereroi della Marvel: Thor diventerà femmina. Cioè il vecchio Thor a un certo punto, dopo essere diventato indegno di usare il martello, secondo qualche indiscrezione prenderà un altro nome e userà l’ascia. Anche per Capitan America, il cui nome all’anagrafe è Steve Rogers, sta per cambiare tutto. Infatti non sarà più in grado di somministrarsi il siero del supersoldato, che gli ha permesso di rimanere giovane ed eroico. Diventato un normale ottantenne alle prese con gli acciacchi della sua età, vedrà il suo ruolo interpretato da Sam Wilson, da sempre suo compagno d’avventura e primo supereroe afroamericano con il nome di Falcon (Raffaelli, Rep).

(a cura di Daria Egidi)