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 2014  luglio 18 Venerdì calendario

Le agenzie insistevano ieri nel dire che «un aereo si è schiantato» sul cielo dell’Ucraina. Ma, come ammettono sia gli ucraini che i separatisti russi che gli stessi russi, l’aereo non si è schiantato, ma è stato abbattuto da un missile che lo ha disintegrato

Le agenzie insistevano ieri nel dire che «un aereo si è schiantato» sul cielo dell’Ucraina. Ma, come ammettono sia gli ucraini che i separatisti russi che gli stessi russi, l’aereo non si è schiantato, ma è stato abbattuto da un missile che lo ha disintegrato. Si tratta di un Boeing 777 della Malaysia Airlines in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur con 295 persone a bordo, cioè 280 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio. Almeno ufficialmente: perché il ministero dell’Interno ucraino sostiene che sull’aereo c’erano più di 300 persone e tra queste 23 americani, di cui però Washington non dà conferma. Se non ci fosse la dichiarazione multipla relativa al missile, si potrebbe pensare a un kamikaze che in qualche modo è riuscito a eludere i controlli al check-in e che poi s’è fatto esplodere a bordo.

•  Dove è avvenuta esattamente la tragedia?
Nell’Ucraina orientale a una cinquantina di chilometri dal confine russo, sul cielo di una località che si chiama Torez. È una zona di intensi combattimenti tra filorussi e ucraini, attraversata tuttavia dagli aerei di linea, dato che nessuno finora ha sconsigliato o vietato di sorvolare quell’area. Da ieri, le compagnie hanno preso i primi provvedimenti: Lufthansa, Alitalia, Aeroflot, Ankara Turkish Airla hanno disposto adesso di evitare quella zona.  

• Chi ha sparato?
Ucraini, russi e filorussi si accusano uno con l’altro. A naso, sulla base delle primissime informazioni, l’ipotesi più credibile sembrerebbe quella dei separatisti filorussi. Due giorni fa hanno abbattuto un cargo Antonov che volava a sei mila metri. Tirano proprio agli aerei commerciali di Kiev e quando li prendono si manifestano in rete con grida di esultanza. Si sono sentite grida di esultanza anche ieri, più o meno in coincidenza con l’abbattimento del Boeing (erano le tre del pomeriggio ora locale). Volava infatti non lontano dall’aereo malese un Iliushin 76 con viveri per i soldati di Kiev. I russi lo avevano segnalato ai loro amici che stanno in Ucraina ed è del tutto possibile che i filorussi, volendo colpire l’Iliuscin, abbiano invece abbattuto un volo passeggeri.  

L’aereo, a metà strada, non vola in genere a diecimila metri? I ribelli sono in grado di sparare a diecimila metri?
I russi gli avrebbero dato (usiamo il condizionale per prudenza, ma la notizia è pressoché sicura) un sistema Buk in grado di colpire a 14 mila metri e con una gittata massima di 30 chilometri. Intendiamoci, è una contraerea di cui sono in possesso anche gli ucraini. La prova provata che a sparare siano stati gli amici di Putin non c’è. Ma, in ogni caso, la scena che s’è presentata ai primi soccorritori è stata tremenda. I corpi sono stati proiettati in un’area di quattro chilometri, i rottami del velivolo - di cui ieri si sono viste in Internet una quantità di foto, probabilmente tutte false - sono schizzati a 15 chilometri di distanza. Naturalmente non è sopravvissuto nessuno. Non si sa ancora se c’erano italiani a bordo.  

Sa che, preso dalla guerra civile in Siria e dal nuovo focolaio tra israeliani e palestinesi, m’ero completamente dimenticato della questione ucraina?
In Ucraina, su 50 milioni di abitanti, ci sono nove milioni di russi, gente cioè che parla russo e si sente russa. Stanno nella parte orientale del Paese. Quando le chiacchiere tra ucraini e Unione europea hanno cominciato a tramutarsi in patti per l’ingresso dell’Ucraina nella Ue - passo già compiuto da Lettonia, Estonia e Lituania - Putin ha reagito male, minacciando fuoco e fiamme e prendendosi di prepotenza la Crimea. È quindi cominciata una guerriglia tra i ribelli filorussi che stanno in Ucraina e le forze armate di Kiev, decisissime a resistere e a combattere, nonostante la differenza schiacciante di potenza militare con Mosca (diciamo 1 a 10). Ma Putin, pur avendo ammassato truppe al confine, finora non ha osato compere l’ultimo passo, spaventato probabilmente dall’enorme costo dell’impresa (l’Ucraina è grande quattro volte l’Italia) e soprattutto dalle sanzioni internazionali, ribadite da Obama ancora l’altro giorno (ieri però il presidente russo e quello americano si sono lungamente parlati al telefono). Intanto, come dimostra l’episodio di ieri, la guerriglia s’è trasformata in guerra vera e propria. Guerra, anche qui come a Gaza o come in Iraq, che potrebbe estendersi a macchia d’olio, magari saldando in un unico conflitto tutte le tensioni in corso.  

• Non sono timori eccessivi?
Sono timori che, per esempio, sentono le Borse. È per questo che ieri, alla notizia del secondo incidente in pochi mesi capitato alla Malaysia Airlines (del mistero relativo all’altro aereo scomparso nel nulla lo scorso gennaio con 235 passeggeri non si è ancora venuti a capo), le Borse sono precipitate. Sa che c’è stata una premonizione impressionante? Un passeggero olandese poco prima del decollo da Schipol ha postato una foto del velivolo su Facebook con il commento: «Se dovesse sparire, questo è il suo aspetto dal di fuori».