La Gazzetta dello Sport, 17 luglio 2014
Scriviamo mentre è in corso il vertice (con cena) dei capi di stato e di governo riuniti per decidere come dividersi le 28 poltrone di commissario europeo
Scriviamo mentre è in corso il vertice (con cena) dei capi di stato e di governo riuniti per decidere come dividersi le 28 poltrone di commissario europeo. Potremmo paragonare le poltrone di commissario alle poltrone da ministro se i commissari avessero un qualche potere effettivo e se non vigesse la buffa regola che ogni paese ha diritto a un posto, sicché, ogni volta che l’Unione europea si allarga a qualche nuovo membro, bisogna inventare una funzione da far coincidere con un commissariato. Il punto nodale della discussione di ieri sera è stato la nomina di un ministro degli Esteri...
• L’Europa ha un ministro degli Esteri? L’Europa ha una politica estera?L’Europa non ha mai avuto una politica estera sua, i paesi europei si divisero sull’atteggiamento da tenere in Libia al momento della crisi di Gheddafi e non hanno espresso nessuna linea convincente e comune nelle crisi successive, primavere arabe, Siria o, da ultimo, il nuovo conflitto tra Israele e Palestina o i rombi di tuono del presunto califfo al Baghdadi. Tuttavia, in via puramente teorica, l’Alto commissario per gli Affari esteri avrebbe, in base al Trattato di Lisbona, poteri non da poco. Poiché è suo compito quello di coordinare la politica estera della Ue «con le altre politiche e gli altri servizi della Commissione», l’Alto commissario può impicciarsi e dir la sua relativamente a ogni argomento. L’Alto commissario della scorsa legislatura, cioè lady Ashton, baronessa e vedova, risultò però nel ruolo quanto mai scialba.
• Ne stiamo parlando perché per quel posto Renzi vuole la Mogherini.
Certo, e la cosa non è liscia per niente. L’altro giorno, nel suo discorso di insediamento nella carica più alta della Ue - la presidenza della Commissione europea - Jean-Claude Juncker ha detto di volere, alla politica estera, una persona «esperta». Questo semplice aggettivo è bastato per far capire a tutti che, almeno in quel momento, su Mogherini c’è un “no”. Bisogna però sapere che Juncker è un abile manovratore e in quel momento aveva bisogno dei voti dei paesi dell’Est - undici paesi, a suo dire - che la Mogherini non la vogliono perché sarebbe troppo amica di Putin. Anche questa posizione degli undici paesi baltici è però tutta da verificare perché potrebbe darsi benissimo che gli undici paesi baltici la mettano giù dura per spuntare qualche beneficio o qualche carica o qualche commissariato di maggior peso rispetto a quelli che dovrebbero capitargli a norma. Quindi è tutto un gioco da seguire con scetticismo e attenzione. Ammesso che interessi a qualcuno.
• M’ero fatto l’idea che certi magheggi fossero tipici del procedere politicante italiano e che all’estero si muovessero con ben altre motivazioni, m’ero fatto l’idea che i politici foresti avessero ben altro profilo...
In Europa i magheggi - come dice lei - sono ancora più arzigogolati per via del fatto che ciascun politico appartiene sia a un partito che a un Paese. Dovendosi lottizzare le cariche (si tratta di questo), bisogna dunque adoperare un bilancino che tenga in equilibrio sia il peso dei vari partiti che il peso delle varie nazioni. Per esempio, l’Italia non può ambire a un ministero economico, perché c’è già Mario Draghi alla Bce. D’altra parte Juncker fa parte dei Popolari (il partito della Merkel) e i Popolari hanno già avuto la presidenza della Commissione. Dunque, le due cariche che vengono subito dopo, secondo un manuale Cencelli europeo che tuttavia nessuno ha scritto, toccano all’altro grande partito, cioè il Partito socialista europeo (o Pse). Gianni Pittella, il capogruppo socialista a Bruxelles, replicando al discorso di insediamento di Juncker, lo ha detto esplicitamente: quelle due commissioni toccano a noi. E, all’interno del Pse, il Partito democratico italiano, dopo il 40,8% preso da Renzi il 25 maggio, è il più forte di tutti. Dunque, si direbbe, se Renzi pretende il ministero degli Esteri, gli altri dovrebbero darglielo. • Potrebbero però anche non darglielo.
Ieri sera, arrivando a Bruxelles (in ritardo per la cena), Renzi ha risposto con un sorriso ai giornalisti che gli chiedevano se aveva un piano B in caso di bocciatura irrevocabile della Mogherini (a chiedere un piano B è stato nei giorni scorsi Napolitano). Poi ha detto che l’Italia chiede rispetto e non posizioni. Poi è sparito, lasciando l’impressione che fosse scuro in volto. Ho letto il divertente tweet di un collega che si trova sul posto, cinguettato intorno alle 20.30: «Famo notte». È possibile infatti che tutto si risolva con un rinvio.
• Ma perché Renzi s’è impuntato a questo modo sulla Mogherini?
Ci sono tante interpretazioni. Vuole libera la poltrona degli Esteri del governo italiano per giocarsela con gli avversari interni o esterni. Vuole stoppare la corsa di Enrico Letta, che in Europa passerebbe in un istante, ma è un suo avversario. Infatti ha detto che, se la Mogherini non dovesse farcela, metterebbe in pista D’Alema, altrettanto inviso in Europa per le sue posizioni sul Medio Oriente. Certo, se il commissario italiano non fosse scelto dall’Italia sarebbe uno schiaffo tremendo.