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 2014  luglio 15 Martedì calendario

Brivido per una torsione della nave

La noia ha il suo valore. Dopo tanto clamore ci sta bene qualche sbadiglio. Lo dicono i gigliesi, soddisfatti da un addio alla Costa Concordia che sembra imminente e placido, senza scossoni apparenti nonostante la gran folla sugli spalti, che poi sarebbero le banchine del porto. Anche i responsabili dell’operazione insistono ad ogni riunione con i media sulla noia, sul nulla di fatto, su aspettative di gran titoli destinate ad andare deluse. Come se fossero consapevoli dello scarto esistente tra l’attesa dell’evento e la sua preparazione, priva del supporto scenico che ebbe l’operazione di raddrizzamento della nave.
La verità è che di cose ne succedono, ma sott’acqua, laddove l’occhio degli spettatori non arriva. La Costa Concordia è tornata a galleggiare, due metri sopra il livello della piattaforma di cemento che l’ha sorretta nell’ultimo anno. Lo scafo ha già cominciato a sollevarsi, anche se la prua che si offre alla vista dall’isola sembra la stessa, alzata di un metro scarso, quindi impercettibile. A poppa invece, visibili soltanto dal lato mare, si notano ampie strisce nerastre tra i cassoni che sorreggono il relitto, e quelle fasce scure alte quasi tre metri sono la prova dell’emersione. La nave si è anche spostata, di trenta metri come da copione, che per una bestia di quella grandezza corrispondono a un movimento tutto sommato piccolo.
Queste grandi manovre sono propedeutiche a una sola istantanea, quella della Costa Concordia che si allontana dal Giglio cominciando il suo ultimo viaggio. Fino a quel momento, in calendario per lunedì mattina con possibile anticipo a sabato, l’assenza di pathos indicherà soltanto che tutto procede come deve. I momenti di tensione non mancano, ma restano tra le righe del racconto ufficiale. Alle 11.28 di ieri mattina, quando la poppa si è staccata dalla base di cemento, c’è stata una leggera torsione della nave, l’equivalente di una prova del nove a lungo attesa dagli ingegneri che in questi mesi hanno prodotto tabelle e analisi di rischio operativo con annessi sistemi di «mitigazione del danno», così si chiama in gergo tecnico. La relativa tranquillità degli addetti ai lavori è dovuta alla lunga serie di studi su questa specie di imbarcazione ibrida che verrà trainata a Genova, trenta cassoni metallici che tengono in equilibrio un corpo morto dotato però di ampi margini di galleggiamento. La Concordia sarà anche il relitto più famoso del mondo, a bordo del quale sono morte 32 persone. Ma non è in cattivo stato. Quello che ne resta ha margini autonomi di stabilità che in premessa erano stati giudicati «molto elevati» nelle carte inviate alle assicurazioni che sulla base di questo giudizio hanno dato l’assenso a un viaggio che dovrebbe durare quattro giorni, bel tempo permettendo. Quella torsione è stata una piccola conferma dell’assunto. Se qualche cassone dovesse cedere durante la navigazione, non sarebbe un dramma. L’ottimismo diffuso deriva da margini di manovra meno ristretti di quel che sembrano.
In una giornata tutto sommato di attesa la notizia può giungere dall’ufficialità del costo dell’operazione. Michael Thamm, amministratore delegato di Costa Crociere, ha detto con una certa naturalezza che al momento dell’addio al Giglio l’esborso sostenuto dalla compagnia armatrice per cancellare la vergogna di quella notte ammonta a un miliardo di euro, al quale una volta giunti al termine dell’intero ciclo di smaltimento del relitto andranno aggiunti altri cinquecento milioni. «Interamente devoluti al Pil italiano» ha detto Thamm, una battuta ma neppure tanto, che lasciava intendere una implicita volontà di risarcimento che arriva dritta dai fantasmi di quella notte del gennaio 2012.
In assenza di eventi degni di nota, per fortuna, la giornata purtroppo ha potuto avvitarsi sulle beghe nostrane. Dopo qualche giorno di sdegnato silenzio seguito alla decisione del governo di scegliere Genova invece di Piombino come destinazione finale della nave, il governatore Enrico Rossi ha annunciato la sua assenza. Non gli piacciono queste operazioni di «spettacolo e business» senza rispetto per le vittime del naufragio. «Inutile andarci per sgomitare». Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che da due giorni presenzia al Giglio, gli ha ricordato l’assenza di qualunque rappresentante della Regione alla commemorazione delle vittime. È seguita replica, con controreplica. Al tempo della fase di raddrizzamento della Concordia, molto più affollata e seguita di quella attuale, il governatore Rossi si fece innumerevoli vasche e altrettante comparsate televisive sul lungoporto. In Toscana si vota nella primavera del 2015.