La Stampa, 2 luglio 2014
Tags : Costa Concordia, il relitto si rialza
Ottanta milioni e 700 lavoratori
Ci saranno anche loro, i camalli della Culmv del mitico Paride Batini scomparso alcuni anni fa, fra i 700 uomini impegnati a demolire la Costa Concordia. I 1.200 portuali della Compagnia Unica non se la passano benissimo e lo smantellamento della nave naufragata tragicamente all’Isola del Giglio il 13 gennaio 2012 è, anche per loro, un’occasione di lavoro irrinunciabile.
Una volta ricevuto il via libera da parte dell’Autorità Portuale, i camalli verranno utilizzati per lo sbarco delle tonnellate di materiale (infissi, mobili, porte, elettrodomestici, ecc) che sarà estratto dal relitto nei 4-6 mesi che rimarrà attraccato alla diga di Prà-Voltri. Dopo questa prima fase di alleggerimento, la nave sarà trasferita nella zona industriale dello scalo, alle spalle del Porto Antico ridisegnato da Renzo Piano, per la demolizione definitiva.
Sulla banchina della diga che protegge il terminal container del Vte, nell’estremo ponente genovese, gli uomini dell’Autorità portuale presieduta da Luigi Merlo sono già al lavoro per sistemare gli speciali respingenti ai quali sarà legata la nave proveniente dal Giglio dopo quattro giorni (se non ci saranno inconvenienti) di navigazione, trainata dai rimorchiatori oceanici.
Un’operazione complessa, mai realizzata in questi termini prima d’ora al mondo. Ma anche un’operazione onerosa, che costerà alle assicurazioni che assistono Costa Crociere altri 80 milioni di euro che si aggiungono ai 600 milioni spesi sinora per recuperare la nave. Senza contare gli indennizzi per i naufraghi e le vittime.
A ridosso della diga di Prà-Voltri il mare è profondo una ventina di metri, più che sufficienti ad accogliere il colosso ferito a morte che con il suo carico di acque putride ha un pescaggio di 18 metri. Come tante formichine, centinaia di falegnami, elettricisti, saldatori, meccanici, carpentieri, pontieri, facchini, lavoreranno per alleggerire la Concordia fino ad arrivare a un pescaggio di 15 metri che consentirà di sistemarla nell’ex Superbacino dove verranno eliminati i ponti dal 14 al 2. A quel punto lo scafo, con un pescaggio di 10 metri, troverà posto nel bacino di carenaggio numero 4 dove, dopo essere stati smaltiti i liquidi residui, la Concordia verrà finalmente fatta a pezzi e le sue tonnellate di acciaio avviate alle fonderie. L’associazione temporanea di imprese incaricata della demolizione (Saipem, San Giorgio del porto e Cantieri Mariotti) potrà rivenderle come rottame a un prezzo che oscilla fra uno e due euro al chilo.
Nella prima fase dell’operazione, a Prà-Voltri, la nave avrà a disposizione cinquemila metri quadri di area riservata sulla diga e 28 mila mq di specchio acqueo. A terra, al terminal Vte di fronte alla diga, verrà allestito un cantiere su un’area di 14.500 mq, più altri 1.800 mq di specchio acqueo. Il materiale prelevato dalla Concordia verrà trasbordato su pontoni e poi sbarcato al Vte.
Tutto quanto potrà essere riutilizzato (ad esempio mobili non compromessi dalla permanenza in mare) sarà donato a enti benefici e no profit del quartiere ponentino genovese. Il materiale riciclabile sarà venduto, mentre il resto avviato tramite camion a discariche attrezzate.
Sono una cinquantina le aziende autorizzate a operare in porto per la demolizione e lo smaltimento della Concordia. Fra esse anche aziende specializzate in lavori subacquei, guardianaggio, antincendio, antinquinamento, prefabbricati (sorgerà un piccolo villaggio per accogliere manodopera e tecnici provenienti da fuori Genova), laboratori di analisi delle acque. Quattro le fasi dell’operazione: a) alleggerimento del relitto con la rimozione degli arredi; b) trasferimento nell’area ex superbacino per smantellare le strutture dei ponti dal 14 al 2; c) operazioni propedeutiche al trasferimento al bacino di carenaggio 4 (rimozione dei 30 cassoni e pulizia cambuse); d) smantellamento completo del relitto. I lavori a Prà-Voltri dureranno da un minimo di quattro a un massimo di sei mesi. Altri 18 mesi richiederanno le tre fasi successive. Insomma: dal 20 luglio, quando la nave lascerà il Giglio, passeranno due anni. Poi della Concordia, e del suo comandante Francesco Schettino, resterà soltanto il ricordo del dolore e del pianto che hanno procurato.