La Stampa, 1 ottobre 2011, 14 luglio 2014
Tags : Cent’anni di solitudine
Cent’anni in Cina
La Stampa, 1 ottobre 2011
Da quando è uscito, nel maggio scorso, Cent’anni di solitudine è nella bestseller list cinese. La traduzione di Fan Ye, trentaquattrenne professore di spagnolo all’università di Pechino, pare sia una delle migliori in assoluto. «García Márquez vuole che i suoi lettori siano catturati dalla magia e dimentichino di stare leggendo un libro. Io cerco di fare lo stesso», ha detto Fan. Aggiungendo che il successo di vendita è strepitoso: «Come vent’anni fa, quando ogni amante della letteratura possedeva una copia del libro».
Ma come, Cent’anni di solitudine non è appena uscito? Pare che durante un viaggio in Cina nel 1990, García Márquez si sia talmente infuriato per la quantità di copie pirata del suo libro da giurare che non avrebbe autorizzato edizioni in cinese per un paio di secoli dopo la sua morte. Poi ci ha ripensato. La casa editrice Thinkingdom House ha mandato per anni mail rimaste senza risposta. Poi ha esercitato un’efficace mozione degli affetti, rispolverando un antico aneddoto («... Vogliamo urlarLe "Maestro!" proprio come Lei fece per le strade di Parigi al Suo idolo Ernest Hemingway. Crediamo che anche Lei ci saluterebbe con un gesto della mano dicendo “Ciao amico!”, come Hemingway fece con Lei»). E, argomento convincente, ha anche sborsato un’enorme cifra per acquisire i diritti del romanzo: oltre un milione di dollari, che, secondo l’editore, vanno anche a risarcimento dei mancati proventi per le numerose e fortunate edizioni pirata del romanzo.
«Su 25 yuan di prezzo di copertina, l’autore guadagna 2 yuan. Meno il 30 per cento di tasse, ne rimangono 1,40. Se un libro che vende 20 mila copie è considerato un bestseller, un autore che ne scrive uno ogni paio d’anni guadagnerà 17 mila yuan, cioè 2600 dollari, all’anno. Deve scrivere per un secolo, per comprarsi un bicamere nella periferia di una qualunque città cinese». Così Han Han, il più famoso blogger e scrittore della Cina e forse del mondo (481 milioni di visite, 20 mila commenti in media): la sua battaglia per la libertà di espressione è anche una battaglia contro la pirateria. Grazie anche a lui, autori e pirati sono adesso in pareggio: il motore di ricerca Baidu ha recentemente rimosso quasi tre milioni di ebook che venivano scaricati gratuitamente, senza pagare copyright.
Da quando è uscito, nel maggio scorso, Cent’anni di solitudine è nella bestseller list cinese. La traduzione di Fan Ye, trentaquattrenne professore di spagnolo all’università di Pechino, pare sia una delle migliori in assoluto. «García Márquez vuole che i suoi lettori siano catturati dalla magia e dimentichino di stare leggendo un libro. Io cerco di fare lo stesso», ha detto Fan. Aggiungendo che il successo di vendita è strepitoso: «Come vent’anni fa, quando ogni amante della letteratura possedeva una copia del libro».
Ma come, Cent’anni di solitudine non è appena uscito? Pare che durante un viaggio in Cina nel 1990, García Márquez si sia talmente infuriato per la quantità di copie pirata del suo libro da giurare che non avrebbe autorizzato edizioni in cinese per un paio di secoli dopo la sua morte. Poi ci ha ripensato. La casa editrice Thinkingdom House ha mandato per anni mail rimaste senza risposta. Poi ha esercitato un’efficace mozione degli affetti, rispolverando un antico aneddoto («... Vogliamo urlarLe "Maestro!" proprio come Lei fece per le strade di Parigi al Suo idolo Ernest Hemingway. Crediamo che anche Lei ci saluterebbe con un gesto della mano dicendo “Ciao amico!”, come Hemingway fece con Lei»). E, argomento convincente, ha anche sborsato un’enorme cifra per acquisire i diritti del romanzo: oltre un milione di dollari, che, secondo l’editore, vanno anche a risarcimento dei mancati proventi per le numerose e fortunate edizioni pirata del romanzo.
«Su 25 yuan di prezzo di copertina, l’autore guadagna 2 yuan. Meno il 30 per cento di tasse, ne rimangono 1,40. Se un libro che vende 20 mila copie è considerato un bestseller, un autore che ne scrive uno ogni paio d’anni guadagnerà 17 mila yuan, cioè 2600 dollari, all’anno. Deve scrivere per un secolo, per comprarsi un bicamere nella periferia di una qualunque città cinese». Così Han Han, il più famoso blogger e scrittore della Cina e forse del mondo (481 milioni di visite, 20 mila commenti in media): la sua battaglia per la libertà di espressione è anche una battaglia contro la pirateria. Grazie anche a lui, autori e pirati sono adesso in pareggio: il motore di ricerca Baidu ha recentemente rimosso quasi tre milioni di ebook che venivano scaricati gratuitamente, senza pagare copyright.
Giovanna Zucconi