Corriere della Sera, 2 aprile 2009, 14 luglio 2014
Tags : García Márquez e l’Alzheimer
La Balcells: «Non scriverà più»
Corriere della Sera, 2 aprile 2009
Rio De Janeiro. Gabriel García Márquez non scriverà più, la straordinaria carriera del premio Nobel colombiano (81 anni) si sarebbe definitivamente conclusa. La voce che circola da tempo è stata corroborata in questi giorni da due persone a lui assai vicine, il biografo britannico Gerald Martin e la sua agente letteraria Carmen Balcells. Entrambi sono convinti che – tra molte titubanze e l’età che avanza – Gabo non intenda portare a termine né la sua autobiografia, né mettere ordine negli appunti che avrebbero dovuto portare a un nuovo romanzo. L’ultima opera pubblicata di García Márquez è dell’ottobre 2004, Memoria delle mie puttane tristi. Un anno prima era uscito il primo capitolo della sua autobiografia, successo planetario con il titolo italiano di Vivere per raccontarla. Poiché la narrazione personale si ferma a Márquez poco più che trentenne, pareva scontato che dovesse allungarsi ad (almeno) una seconda puntata. Ma nelle rare dichiarazioni pubbliche, il creatore di Macondo non ha mai confermato la prosecuzione dell’opera.
Sconfitto un tumore e sempre in movimento tra Città del Messico, l’Avana e Cartagena, García Márquez ha ammesso lo scorso dicembre alla Fiera di Guadalajara che «scrivere mi costa sempre più fatica, anche se fisicamente sto assai bene». Alle celebrazioni per i suoi 80 anni non ha fatto accenni a progetti futuri. Nessuno è davvero in grado di confermare l’esistenza di centinaia di pagine già pronte, o addirittura di due opere complete, che però l’autore non vorrebbe far uscire. Il biografo Martin si è detto convinto del ritiro, anche perché quella di Márquez «è stata una traiettoria letteraria totalmente coerente e non ha bisogno di allungarsi quanto l’esistenza biologica dell’autore». Drastica anche la previsione della agente catalana Balcells: «Credo che non tornerà più a scrivere» ha detto al giornale cileno La Tercera. Non è così pessimista invece l’amico e scrittore argentino Tomas Eloy Martinez: «Solo Gabo conosce i propri limiti, tutto il resto sono supposizioni».
Rio De Janeiro. Gabriel García Márquez non scriverà più, la straordinaria carriera del premio Nobel colombiano (81 anni) si sarebbe definitivamente conclusa. La voce che circola da tempo è stata corroborata in questi giorni da due persone a lui assai vicine, il biografo britannico Gerald Martin e la sua agente letteraria Carmen Balcells. Entrambi sono convinti che – tra molte titubanze e l’età che avanza – Gabo non intenda portare a termine né la sua autobiografia, né mettere ordine negli appunti che avrebbero dovuto portare a un nuovo romanzo. L’ultima opera pubblicata di García Márquez è dell’ottobre 2004, Memoria delle mie puttane tristi. Un anno prima era uscito il primo capitolo della sua autobiografia, successo planetario con il titolo italiano di Vivere per raccontarla. Poiché la narrazione personale si ferma a Márquez poco più che trentenne, pareva scontato che dovesse allungarsi ad (almeno) una seconda puntata. Ma nelle rare dichiarazioni pubbliche, il creatore di Macondo non ha mai confermato la prosecuzione dell’opera.
Sconfitto un tumore e sempre in movimento tra Città del Messico, l’Avana e Cartagena, García Márquez ha ammesso lo scorso dicembre alla Fiera di Guadalajara che «scrivere mi costa sempre più fatica, anche se fisicamente sto assai bene». Alle celebrazioni per i suoi 80 anni non ha fatto accenni a progetti futuri. Nessuno è davvero in grado di confermare l’esistenza di centinaia di pagine già pronte, o addirittura di due opere complete, che però l’autore non vorrebbe far uscire. Il biografo Martin si è detto convinto del ritiro, anche perché quella di Márquez «è stata una traiettoria letteraria totalmente coerente e non ha bisogno di allungarsi quanto l’esistenza biologica dell’autore». Drastica anche la previsione della agente catalana Balcells: «Credo che non tornerà più a scrivere» ha detto al giornale cileno La Tercera. Non è così pessimista invece l’amico e scrittore argentino Tomas Eloy Martinez: «Solo Gabo conosce i propri limiti, tutto il resto sono supposizioni».
Rocco Cotroneo