13 luglio 2014
Tags : Scrittori cileni
Luis Sepúlveda
SEPULVEDA Luis Ovalle (Cile) 4 ottobre 1949. Scrittore. Militante di Unità popolare, andò in esilio dopo il colpo di Stato contro Salvador Allende. Ha esordito giovanissimo nella narrativa con il libro Cronache di Pietro Nessuno (1969), il successo è arrivato vent’anni dopo con Il vecchio che leggeva romanzi d’amore. Altri libri: Un nome da torero, La frontiera scomparsa, Patagonia Express, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (liberal, 3/9/1998) • «Non chiamatelo scrittore, è riduttivo: ormai Luis Sepúlveda è una vera industria multimediale. Arrivato al successo con Il vecchio che vendeva romanzi d’amore, l’autore cileno trapiantato in Europa dai tempi della dittatura del generale Pinochet ha firmato, negli ultimi anni, non solo e non tanto libri ma imprese di tutti i tipi. [...] Il suo libro più venduto, la Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, ha ispirato un balletto con Oriella Dorella e un film di Enzo d’Alò che è stato il più grande successo italiano recente nel campo dei cartoni animati (e ha dato allo scrittore l’occasione per un’incursione anche nel mondo dei doppiatori: era sua la voce del poeta, l’unico essere umano adulto che compare nella storia). [...]» (Angiola Codacci Pisanelli, L’Espresso 1/6/2000) • «Io sono amatissimo, molto popolare, i miei libri sono sempre al primo posto nella classifica, però per la cultura ufficiale cilena non esisto, perché ho un’opinione libera, democratica e non è consentito. Con il ritorno della democrazia si pensava che il Cile tornasse un paese libero, invece regna la legge del più forte, e non si possono esprimere opinioni. [...] Vivo a Gijón, nel nord della Spagna. Partecipo attivamente alla vita culturale spagnola: sono direttore del Salone del Libro ispanoamericano, un grande avvenimento letterario. Partecipano ottanta scrittori provenienti da tutto il mondo latino e centotrenta editori dell’America Latina. [...] La mia regola è tre pagine buone al giorno. [...] La prima versione a mano, su un quadernino moleskine. [...] La parte più bella del lavoro è la correzione. Per arrivare poi a dire: ”Ho fatto un buon lavoro”. [...] Scrivo sui giornali articoli di opinione. Anche le sceneggiature mi piacciono. [...] Non sopporto i mezzi di comunicazione di massa che sono diventati agenti di un conformismo rassegnato. [...] Certi autori mi appassionano, come Tony Morrison, Paul Auster, Jerome Charyn e Don De Lillo perchè sono critici della realtà americana. [...] Mia moglie è una poetessa cilena, abbiamo cinque figli» (Alain Elkann, La Stampa 25/1/2004) • «[...] Piaccia o no, Sepúlveda sembra soprattutto fedele alla sua vocazione di narratore puro mescolando i generi da sapiente bricoleur, da autore che ama fino al parossismo la sobrietà dei mezzi linguistici tenendo sempre vivo il ritmo veloce delle storie che racconta. Dal noir classico si allontana verso luoghi letterari più consoni all’avventura, per quanto declinata sul versante dell’impegno. Sepúlveda ha sempre detto di adorare Hemingway, addirittura di lavorare tenendo la foto dell’autore statunitense sul tavolo come un’icona sacra [...] Puntualmente citato - nelle numerose interviste - risulta anche Cortázar, per quanto l’influenza del grande argentino sia piuttosto difficile da rintracciare. Forse potrà incuriosire di più che a Sepúlveda la voglia di scrivere sia venuta leggendo un autore che in America Latina è ancora molto letto: il nostro Salgari, tanto bistrattato e poi rivalutato dalla critica» (Luciana Sica, la Repubblica 15/12/2004).