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 2014  luglio 12 Sabato calendario

Un articolo di Luis Sepúlveda

la Repubblica, 25 maggio 2011
In un giorno di marzo di quest´anno, mi sono riunito nel "cementerio general" di Santiago con quattro dei miei compagni del Gap, il Gruppo di Amici Personali, quelli che avevano l´incarico di vegliare sulla sicurezza del presidente Salvador Allende. Siamo andati prima al mausoleo dove riposano i resti del presidente e di Hortensia Bussi, la nostra cara "Tencha". Siamo rimasti in piedi, in silenzio, ci è sembrato di sentire la sua voce che ci diceva «buon giorno, compagni», e abbiamo risposto «buon giorno, compagno presidente, la scorta è pronta ai suoi ordini».
Poi ci siamo diretti al mausoleo della memoria, dove riposano i corpi degli uomini e delle donne assassinati dalla dittatura che siamo riusciti a recuperare e a identificare vincendo le menzogne e i tentativi di far dimenticare. L´anno scorso, portammo in questo posto i resti di tre compagni del Gap. Il più grande di questi resti era un pezzo dell´osso pelvico e non pesava più di venti grammi, gli altri erano appena delle schegge, ma vi era in essi l´identità genetica che ha permesso di sapere che erano loro, e adesso riposano per sempre accanto a centinaia di vittime delle forze armate cilene. Mentre eravamo lì, abbiamo parlato della decisione della magistratura di esumare il corpo di Salvador Allende per sottoporlo a un´autopsia che stabilisca con precisione le cause della sua morte.
L´11 settembre del 1973, a mezzogiorno, cominciò il bombardamento aereo del palazzo della Moneda. Allende resisteva assieme a dodici membri del Gap. In un edificio vicino, il ministero dei Lavori Pubblici, un altro gruppo di sei uomini del Gap riusciva a tenere sotto controllo le centinaia di soldati che li attaccavano. Nel palazzo della Moneda, tra il fuoco e il fumo provocati dal bombardamento, Salvador Allende comanda ai combattenti del Gap di uscire da lì e dà loro l´ultimo ordine: vivere. Mentre uscivano, tra le detonazioni, i Gap udirono uno sparo proveniente dal salone in cui avevano visto entrare il presidente, ma nessuno di loro vide che cosa fosse successo.
Allende si è suicidato? Noi, sopravvissuti del Gap, pensiamo di sì, che in un ultimo gesto di dignità e di coerenza, Allende volle evitare che il popolo cileno vedesse uscire il suo massimo dirigente umiliato, legato, vinto dai militari golpisti.
Tuttavia, dopo la morte del presidente avvennero due fatti contraddittori: i militari non permisero alla stampa di fotografare il corpo; l´autopsia fatta per ordine dei golpisti fu eseguita da un ginecologo e la perizia medico-legale fu redatta dall´avvocato Tomás Vásquez, un fermo sostenitore della dittatura, che alcuni anni dopo firmò un´altra perizia medico-legale in cui si assicurava che il diplomatico spagnolo Carmelo Soria era morto in un incidente automobilistico, mentre la giustizia scoprì in seguito che Soria era stato rapito, torturato e assassinato dalla polizia segreta della dittatura. Quella prima autopsia effettuata sul corpo di Allende è priva di qualsiasi valore legale.
Dopo la sua morte, Salvador Allende fu sepolto a Valparaíso, quasi in segreto, i militari non permisero che fosse presente nessuno a parte la vedova e una manciata di amici e parenti. A queste persone non fu permesso di vedere il corpo.
Nel 1990, le spoglie mortali del presidente furono trasferite da Valparaíso a Santiago nel corso di un funerale solenne e accompagnate da migliaia di persone. Nella prima esumazione si poté vedere che Allende fu sepolto con gli stessi abiti che indossava l´11 settembre: una giacca di lana, un golf a rombi chiaroscuri e un paio di pantaloni grigi. Ma si notarono anche dei particolari strani che fecero pensare che la morte fu provocata da vari proiettili sparati da armi di diverso calibro.
Qualunque sia il risultato di questa nuova autopsia, il gesto eroico di Salvador Allende, il coraggio e la fedeltà ai suoi principi rimangono inalterabili nella memoria dei cileni.
Luis Sepúlveda