Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 05 Sabato calendario

Biografia di Gladys Rossi

ROSSI GLADYS Bellaria (Rimini) 26 aprile 1974. Soprano (di coloratura). «Fin da bambina mi piaceva cantare, dicevano tutti che avevo una bella voce. Ma il mio sogno era Sanremo, mica la Scala» • Figlia di un bagnino, da piccola studia per qualche tempo solfeggio e violino. Poi comincia a cantare, musica leggera. D’estate prepara le piadine al Lido Romagnolo, il ristorantino aperto dal padre nel Gargano, e la sera canta al pianobar del locale. Partecipa ad alcuni concorsi per voci nuove, si fa sentire alla radio. Improvvisa notorietà nel 1992, nei giorni del festival di Sanremo: la canzone Italia d’oro portata in gara da Pierangelo Bertoli assomiglia molto a un motivo che lei ha cantato qualche mese prima ai microfoni di Gamma Radio Romagna. Bertoli rischia la squalifica ma poi non se ne fa niente. Poco più tardi la scoperta della lirica, grazie al gadget di un bagnoschiuma: «Una cassetta di brani d’opera cantanti da Katia Ricciarelli e Luciano Pavarotti. Mi immergo nelle bolle e resto incantata. Mai sentito qualcosa di così bello. Non riesco ad ascoltare altro. Quando sono sola in cucina, taglio pomodori e canto a squarciagola quelle arie» (a Giuseppina Manin). Dopo la morte del padre la musica è il suo solo conforto, «quasi un’ossessione». Va a lezione da Alain Billard, a Ferrara: «C’è la voce, c’è il timbro, mi dice. Bisogna lavorare». E nel frattempo lei lavora davvero, per mantenersi gli studi, senza imbarazzi: «Promuovo cancelli elettrici nelle villette della riviera romagnola, offerte speciali nei supermarket, vendo birre alle sagre e gelati in spiaggia». Nel 2004 il debutto: con Gilda del Rigoletto, a Busseto. Seguono Susanna (Nozze di Figaro) in Francia, Musetta (Bohème) a Bologna, la Regina della notte (Flauto magico) a Bilbao ecc. Non smette di studiare: l’insegnante dal 2007 al 2009 è Luciana Serra. Verso la fine del 2008 arriva il secondo, decisivo debutto: come protagonista in Traviata, a Padova e Rovigo. Porterà quindi con successo la sua Violetta a Pescara, a Palermo, più volte alla Fenice di Venezia (con Myung Whun Chung, Renato Palumbo e Diego Matheuz sul podio), a Zurigo e Salisburgo • «L’immagine che resta negli occhi a chi abbia visto La traviata con Gladys Rossi è quella di lei che si dondola sull’altalena cantando il “Sempre libera” con quell’aria sbarazzina e quel tubino blu a fasciare un corpo minuto ma grazioso: immagine di leggerezza spensierata non proprio in sintonia con quanto prescrive il dramma di Verdi, ma che consegna al pubblico un’icona del moderno cantante d’opera» (Enrico Girardi) • Affronta quindi altri ruoli, affianca José Carreras in concerto. Nell’aprile 2014 vista al teatro Malibran, a Venezia, come Hilda Mack in Elegy for Young People di Hans Werner Henze, per la stagione del Teatro la Fenice: «Parte difficile, sfida appassionante. Sembra che abbia sempre cantato la musica contemporanea, hanno detto i critici» • Si chiama anche Nadia. Il nome Gladys, particolarmente amato a Bellaria, piaceva alla zia che l’ha tenuta a battesimo • Sul web: gladysrossi.com.