Fior da fiore, 29 giugno 2014
Flop del bonus giovani: solo 22 mila assunzioni • I nostri pensionati sono i più tartassati d’Europa • Per ogni negozio che apre ne chiudono due • Bancomat obbligatorio anche per l’idraulico • Le consulenze di Tony Blair • Audrey Tatou diventò Amélie grazie «alle mie orecchie da elefante»
Giovani Il bonus per le assunzioni dei giovani si sta rivelando, cifre alla mano, un flop. Sono infatti poco più di 22 mila i nuovi assunti (tra i 18 e i 29 anni) per i quali è stato utilizzato questo particolare incentivo: meno del 25% rispetto ai previsti 100 mila nuovi posti di lavoro, da creare tra il 2013 e il 2015, prospettati dal provvedimento messo in campo lo scorso anno dal governo Letta con una dote di 794 milioni di euro. Evidentemente, per convincere le aziende ad aumentare personale, non basta il taglio totale dei contributi per 18 mesi. (Dossena, Cds)
Pensionati Oltre al dramma della disoccupazione giovanile, ormai lievitata a una quota superiore del 46% (come valore medio nazionale; al Sud sfiora il 61%), c’è però anche il disagio crescente di chi, dopo una vita spesa sul lavoro, ha raggiunto la pensione, e si ritrova a dover pagare più tasse di quando era in attività. Con il risultato che, solo negli ultimi sei anni, un pensionato italiano ha perso più di 1.400 euro di potere d’acquisto, pari a poco meno di 120 euro al mese. «I nostri pensionati sono i più tartassati d’Europa», denuncia Marco Venturi, presidente della Confesercenti che proprio su questo tema ha elaborato uno studio. «Siamo l’unico Paese dove i pensionati pagano in proporzione più tasse di quando erano attivi. Non solo. Il pensionato italiano è soggetto a un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese, per non parlare della differenza esagerata con quello tedesco: si va dagli oltre 4 mila euro sopportati dal pensionato italiano ai 39 euro a carico del pensionato tedesco». Da qui la proposta, lanciata da Confesercenti e sostenuta da Federconsumatori, Adudbef e Spi-Cgil, di estendere anche ai pensionati il bonus fiscale di 80 euro (ibidem)
Negozi Nuovo allarme lanciato dall’Ufficio Studi della Confcommercio: per ogni negozio che apre ne chiudono due. Il dato, relativo ai primi cinque mesi dell’anno, riflette «l’andamento di una domanda interna stagnante, combinata con gli effetti di una elevata pressione fiscale e limitato accesso al credito». In fatto di imposte, c’è una fotografia impietosa fatta dalla Cgia di Mestre: le imprese italiane pagano 110,4 miliardi all’anno di tasse e in Europa solo le aziende tedesche in termini assoluti pagano più delle nostre, anche se va detto che la Germania conta 20 milioni di abitanti più di noi. E per l’anno in corso, denuncia sempre la Cgia, la pressione fiscale è destinata a crescere fino a raggiungere il record storico, eguagliando la soglia toccata nel 2012: ovvero il 44%. (ibidem)
Bancomat 1 Per assicurare la piena tracciabilità dei pagamenti, e quindi disporre di uno strumento in più nella lotta all’evasione, da domani tutte le imprese e i professionisti dovranno dare la possibilità ai loro clienti di effettuare pagamenti tramite bancomat. L’obbligo scatta quando la spesa per beni e servizi supera la soglia dei 30 euro e interessa tutti: commercianti, artigiani, imprese e studi professionali. Dal ristorante all’idraulico, dal falegname al dentista, dal parrucchiere a tutte le attività professionali siano essi notai, avvocati, architetti o commercialisti. Se il professionista o l’artigiano di turno non ha installato il Pos al momento non succede nulla, perchè il decreto non prevede alcuna sanzione. Non è però escluso che più avanti, una volta che i costi di installazione saranno resi magari più abbordabili, vengano introdotte multe per gli inadempienti (Baroni, Sta).
Bancomat 2 Secondo Confesercenti un imprenditore che realizza transazioni per circa 50mila euro l’anno tra costi di installazione, canoni e commissioni pagherà all’incirca 1700 euro l’anno. Per cui nel complesso il mondo delle imprese per questi servizi dovrebbe versare 5 miliardi. Per la Cgia di Mestre con 100mila euro di movimentazione il costo annuo dovrebbe oscillare da 2.478 a 2.608 euro a seconda delle tecnologie utilizzate (semplice Pos, Pos cordless o Gsm) che al netto delle detrazioni fiscali scende poi a 1.183-1.240 euro. Secondo uno studio dei Consulenti del lavoro il canone oscilla dai 10 euro del Pos standard ai 28 del Gsm. Per ogni operazione si pagano poi 20 centesimi per la chiamata ad un numero automatico ed una commissione bancaria che in media si aggira sul 2% dell’importo transato (ibidem)
Blair Tony Blair, che appoggiò Bush nella guerra in Iraq, oggi è molto criticato perché «gira il mondo dando consulenze agli arabi, ai palestinesi, alle potenze asiatiche, alle capitali europee. Gli affari vanno a gonfie vele, a tal punto che ha deciso di aprire un ufficio ad Abu Dhabi per rafforzare il suo ruolo nel Medio Oriente. «C’è una chimica speciale e particolare fra Tony e lo sceicco Mohammed bin Zayed», ha spiegato un collaboratore di Blair. I due condividono una forte opposizione all’islamismo integralista. Ma condividono pure le poltrone in uno degli scrigni del piccolo Stato, il Mubadala, ovvero uno dei fondi d’investimento controllati dall’emirato.Abu Dhabi è l’ultimo capitolo della saga. A cavallo fra politica e affari, Tony Blair si destreggia con indiscutibile cinismo. La lista ufficiale dei contratti è di tutto rispetto. Il Financial Times ha scoperchiato l’altarino dei due milioni e mezzo di sterline annui versati dalla banca d’affari JP Morgan. Poi ci sono le collaborazioni con il governo brasiliano, con i governi africani (Ruanda, Liberia, Sierra Leone), con gli esecutivi di Albania e Romania, con il dittatore kazako Nazarbaev, con la Mongolia, con il Kuwait, con gli Emirati Arabi Uniti. L’uomo che fu l’architetto del nuovo laburismo è un consigliere fidato per le riforme politiche ed economiche, per gli investimenti, per i megacontratti petroliferi. Una rete capillare di lavori e commissioni. L’esperienza, l’intelligenza, l’abilità dell’ex premier laburista si acquistano a peso d’oro. Chi ha provato a fare i conti in casa Blair sostiene che le entrate sfiorino i 100 milioni di sterline. […]» (Cavaliera, Cds)
Audrey Tatou 1 Audrey Tatou, che oggi, a 38 anni, è una delle attrici più pagate di Francia (un milione di euro a colpo): «Ancora non mi sono abituata all’idea. Faccio vacanze con lo zaino in spalla e se in boutique vedo un cappotto troppo caro, lo lascio lì. Non sono avara, anzi, ma continua a apparirmi indecente che una vacanza costi come una Twingo. E perciò stento a lasciarmi andare. Probabilmente provo ancora un senso di colpa nel concedermi qualche piacere». (Serenellini, Rep)
Audrey Tatou 2 Un giorno, a venticinque anni, diventò Amélie nel film di Jean-Pierre Jeunet: «Jeunet, che fino all’ultimo aveva inseguito Emily Watson per quel ruolo, ha ceduto davanti alle mie imperfezioni fisiche, per lui attraenti: oltre alle orecchie da elefante, il coup de fossette, questa piccola cicatrice provocata da una zampata del mio cane quando avevo sei anni. Diciamo pure che grazie a Amélie, ho cominciato a accettarmi fisicamente: fino ad allora ero estremamente complessata, non solo per le orecchie, ma anche per i polpacci, che sono — no, non guardi — un po’ troppo magrolini, no? Questo lavoro mi ha aiutato pian piano a convivere con le mie incoerenze fisiche, innalzandole anzi a segno distintivo, a un marchio della mia personalità». (ibidem)
Audrey Tatou 3 Da bambina suonava l’oboe e voleva diventare primatologa («ero pazza per le scimmie, e lo sono ancora oggi»). (ibidem)
(a cura di Roberta Mercuri)