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 2014  giugno 21 Sabato calendario

L’anno prossimo arriverà il 730 già compilato • Pronta la riforma del Senato • Le aziende municipalizzate costano 160 euro l’anno a testa • In Islanda si ferma la costruzione di una strada per non disturbare gli elfi • Melanie Griffith lascia Antonio Banderas e cancella il suo nome dal tatuaggio


730 Nel decreto legislativo sulle semplificazioni varato ieri dal Consiglio dei Ministri c’è la dichiarazione precompilata per circa 30 milioni di cittadini (lavoratori dipendenti e pensionati). Dal 15 aprile del prossimo anno il modello sarà on line e consentirà ai contribuenti di accettare o correggere i dati inseriti dall’Agenzia delle Entrate. Oltre che on line il 730 precompilato sarà reperibile dal proprio sostituto d’imposta, nei centri di assistenza fiscale o dai professionisti come ragionieri e commercialisti. Nel caso delle persone fisiche, una norma introduce l’ampliamento dei contribuenti esonerati dall’obbligo di presentare la dichiarazione di successione. In dettaglio, il modello non dovrà più essere presentato per le eredità, devolute al coniuge e ai parenti in linea diretta, con valore inferiore ai 100 mila euro (la soglia precedente era 25.800 euro) da cui sono esclusi immobili o diritti immobiliari reali. Sul versante delle imprese le novità riguardano la diminuzione degli obblighi di comunicazione delle operazioni con i Paesi in black list e lo snellimento delle dichiarazioni per le società con sede all’estero. Più agevole anche effettuare le operazioni intracomunitarie in concomitanza dell’attribuzione della partita Iva.

Senato L’accordo sulle riforme costituzionali diventa ufficiale: gli emendamenti al testo del governo e le norme transitorie sono già in commissione. Il testo mette fine al bicameralismo perfetto e affida alla sola Camera dei deputati il voto di fiducia al governo. I senatori saranno cento (ora sono 315), tutti coperti da immunità parlamentare (il testo del governo applicava solo ai deputati l’articolo 68). Cinque, inclusi quelli in carica, saranno nominati dal presidente della Repubblica, non più a vita, ma in carica 7 anni non rinovabili. Altri 74 verranno scelti tra i membri dei Consigli regionali e 21 tra i sindaci (uno per Regione più uno ciascuno per le Province autonome di Trento e di Bolzano). La durata del mandato dei senatori coincide con quella delle amministrazioni alle quali appartengono. Viene quindi confermata l’elezione indiretta, anche se le modalità saranno oggetto di una futura legge ordinaria. I costi standard che le Regioni sprecone non potranno superare saranno in Costituzione sotto il nome di «indicatori di riferimento». Ci sarà una nuova ripartizione delle materie di competenza delle Regioni e dello Stato. Eliminata la legislazione concorrente, che è stata alla base di infiniti conflitti presso la Corte costituzionale. Allo Stato andranno le materie più importanti, dalla politica estera all’immigrazione, dall’energia alla difesa. Alle Regioni settori come «la pianificazione del territorio» e «organizzazione dei servizi sanitari e sociali». La Camera manterrà invece l’attuale numero di 630 deputati che parteciperanno all’elezione del presidente della Repubblica insieme ai 100 senatori e a tre delegati per ogni Regione, eletti dai Consigli regionali (con parità di genere). La Valle d’Aosta ne avrà uno. Vengono definitivamente abolite le Province.

Municipalizzate Numeri sulle municipalizzate delle maggiori città italiane: costano a ogni cittadino 160 euro, comprendono 4.600 poltrone per compensi totali da 38,8 milioni di euro. Nel 2012 hanno realizzato ricavi per 31,7 miliardi con 132mila dipendenti, valgono, considerati quotazioni di Borsa e mezzi patrimoniali, 12,4 miliardi. Il loro fatturato dal 2006 è cresciuto del 37%, quasi il triplo cioè rispetto all’industria italiana, il risultato corrente ha registrato una flessione più bassa (dell’11% contro il 31%) e il loro bilancio complessivo 2006-2012 è in utile per 3,3 miliardi: tutto ciò però grazie a energetiche e multiutility, che hanno realizzato profitti per 4,1 miliardi, autostrade (397 milioni), aeroporti (331) e al comparto idrico (230). Perdono invece le società che operano nell’igiene urbana (335 milioni) e trasporti (1,4 miliardi), nonostante ricevano apporti pubblici pari rispettivamente all’86,5% e al 66,5% dei ricavi: ciò significa che solo un terzo del fatturato di bus o metro proviene dalla vendita dei biglietti, cioè dal mercato. Nei sei anni hanno accumulato i maggiori risultati negativi la romana Atac (oltre un miliardo), la milanese Asam (312 milioni), la romana Ama (290), la napoletana Ctp (210), la laziale Cotral (168). Record di utili invece per A2A (1,1 miliardi), Acea (701 milioni) ed Hera (693) (Bocconi, CdS).

Elfi In Islanda hanno bloccato momentaneamente la costruzione di una superstrada che avrebbe dovuto collegare Reikjavik con la penisola di Alftanes per non distruggere l’area dove la gente crede che vivano gli elfi. Si tratta di un gruppo di rocce laviche: un nuovo progetto, approvato anche dai sostenitori dell’esistenza degli esseri misteriosi, prevede che questi massi vengano spostati un po’ più in là per fare spazio alla superstrada. Questa operazione costerà molti più soldi, ma ora la comunità è felice. Dicono gli studi (Università d’Islanda, 2007) che sei islandesi su dieci credono agli elfi Brera, Rep).

Tatuagi Melanie Griffith, dopo essersi lasciata con il marito Antonio Banderas, ha cancellato il suo nome dal cuore tatuato che aveva sulla spalla sinistra. Altri che hanno cancellato tatuaggi con i nomi degli ex: Johnny Depp, fidanzato di Winona Ryder, trasformò il tatuaggio «Winona forever» in «Wino forever» (vagabondo per sempre); Paris Hilton si fece eliminare il nome di Nick Carter (cantante dei Backstreet Boys) dal sedere; Pamela Anderson cambiò «Tommy» (il cantante rock Tommy Lee) in «Mommy» (Persivale, CdS).

(a cura di Daria Egidi)