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 2014  giugno 19 Giovedì calendario

Ieri le agenzie raccontavano gli esami di maturità mettendo insieme «i titoli dei temi», come se fossimo ancora al tempo dei temi

Ieri le agenzie raccontavano gli esami di maturità mettendo insieme «i titoli dei temi», come se fossimo ancora al tempo dei temi.

No? Non si svolgono più i temi?No. Dall’epoca della Gelmini, la prima prova scritta degli esami (che non sono più neanche “esami di maturità”, ma casomai “esami di stato”) è articolata in quattro tipi di prove distinte, tra le quali il candidato è libero di scegliere. Prima possibilità: l’analisi di un testo. Quest’anno i 19 versi de Ride la gazza, nera sugli aranci, meravigliosa poesia di Salvatore Quasimodo, che si chiude col riso della gazza e si apre mostrando i «fanciulli» che «con leggeri moti del capo danzano in un gioco di cadenze». Qui lo studente deve fare il riassunto di quello che ha letto e capito, poi rispondere a sette domande (tipo: «spiega l’espressione arsi, remoti simulacri») infine cimentarsi in un’«interpretazione complessiva ed approfondimenti».  

Mi pare difficilissimo.
È difficilissimo. Infatti l’hanno scelto in pochi, appena il 4,2% del totale. Poi c’è la seconda possibilità: la redazione di un saggio breve o di un articolo giornalistico.  

Che differenza c’è?
Margo, nel sito delle domande di Yahoo, la spiega così: «Nell’articolo e nel saggio non devi mai mettere “io penso”, “secondo me” ma deve essere tutto impersonale! e quindi tipo “è evidente che” così capito? per cui dipende cm l’hai fatto… nell’articolo ci va SEMPRE E PERFORZA l’attualizzazione mentre nel saggio MAI… poi nell’articolo dovresti presentare la tua tesi e basta… mentre nel saggio oltre alla tua (sempre in tono impersonale però altrimenti è un tema!) anche la tesi opposta… detta da qlcn altro… ». Beh, non so se si tratta di questo, ma in ogni caso i candidati potevano scegliere tra quattro articoli/saggi da comporre utilizzando i materiali messi a disposizione dal ministero. Argomenti: «Il dono» (Grazia Deledda, Adorno, Aime-Cossetta, Anspach, Enzo Bianchi); «Le nuove responsabilità», modo astratto per mettere insieme le questione del riscaldamento globale, della crescita demografica (ma qui perché citare un Amartya Sen del 1999, quando il numero di sei miliardi di terrestri non era ancora stato raggiunto?), della coesistenza e della globalizzazione; «Violenza e non-violenza: due volti del Novecento» (Mosse, Benjamin, Arendt, Gandhi, Luther King); «Tecnologia pervasiva» (tra i materiali messi a disposizione, una citazione di Martin Rees, tratta da un pezzo di Massimo Gaggi: «i robot sono utili per lavorare in ambienti proibitivi per l’uomo [...] ma devono restare al livello di utili idioti, la loro intelligenza artificiale va limitata, non devono svolgere mestieri intellettuali complessi»). Proprio quest’ultimo articolo/saggio è quello che ha avuto maggior successo: lo hanno svolto il 28,5% dei candidati con punte del 34% negli istituti tecnici.  

Facile o difficile?
Sono argomenti talmente vasti, che uno se la può facilmente cavare con mezza idea annegata in un mare di banalità. I professori saranno comprensivi. Magari esce fuori anche qualche bel pezzo. Chi può dirlo. Gli esperti hanno giudicato questo segmento della prova «facile», qualcuno ha addirittura detto «da scuola media». Io sono felice, una volta tanto, di non avere 18 anni.  

Che altro?
Le ultime due possibilità riguardavano due temi veri e propri. «L’Europa del 1914 e l’Europa del 2014: quali le differenze?». Molto tosto: il ministero pretendeva che il candidato fosse informato sulle differenze nelle forme istituzionali degli Stati più importanti, sulle stratificazioni sociali, sui rapporti tra Europa e resto del mondo, ecc. È stato, giustamente, il tema meno gettato. Infine, quarta possibilità, un tema di ordine generale, ricavato da un brano scritto dal grande architetto Renzo Piano per Il Sole 24 Ore e riguardante il degrado delle periferie: «[...] C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo [...] le periferie sono le città del futuro [...] questo vogliamo lasciare in eredità? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città?». È stato il secondo argomento scelto dai candidati (17,7%) che hanno forse potuto, qui, parlare di cose viste con i loro occhi. Facili o difficili che fossero le prove, c’era comunque un nucleo pronto a copiare, tramite cellulari nascosti addosso o lasciati astutamente in qualche bagno il giorno prima. Il sito scuola.zoo prometteva di svolgere la prova per conto degli studenti («maturando disperato? ti aiuta scuola.zoo con l’account di wechat»). È intervenuta la polizia postale e ha chiuso d’autorità la pagina incriminata.