Fior da fiore, 18 giugno 2014
Yara aveva detto al fratellino: «Ho paura, un uomo mi osserva» • Massimo Giuseppe Bossetti secondo il pm «ha agito con crudeltà» • Ester Arzufi, la mamma di Bossetti, nega di essere stata l’amante di Guerinoni • Il padre che ha massacrato la moglie e i due figli: «Ci stavo pensando già da una settimana» • Il trentenne che ha accoltellato tre persone (una è morta) urlando «sono un uomo libero» • L’Iraq sul baratro della guerra civile • Iniziano gli esami di maturità
Yara 1 Qualche settimana prima di essere rapita davanti al centro sportivo di Brembate, Yara si era spaventata perché aveva notato un uomo che la osservava. Lo aveva raccontato al fratellino, ma poi quella sensazione si era affievolita e anche i genitori non avevano fatto troppe domande, forse per non turbarla ulteriormente. Quel dettaglio torna adesso al centro dell’indagine e assume tutt’altra valenza. Perché convince gli investigatori che Massimo Giuseppe Bossetti (vedi fior da fiore di ieri) possa aver «puntato» la ragazzina, che abbia scelto proprio lei tra le tante giovani che frequentavano la palestra. Un’ipotesi rafforzata dai racconti delle persone interrogate nelle ultime ore. Residenti in quella zona, commercianti che ricordano di aver notato l’uomo proprio nel periodo della sparizione. Lunedì, quando è stato portato in caserma, il carpentiere non ha parlato. Ma questa mattina il pubblico ministero Letizia Ruggeri lo interrogherà di nuovo. Vuole verificare se di fronte alle prove già contestate abbia cambiato linea difensiva decidendo di rispondere. E porterà un nuovo elemento: il verbale della moglie che non gli fornisce alcun alibi per la sera del delitto. Marita Comi infatti, che a Bossetti ha dato tre figli, sulla sera della scomparsa di Yara non ha saputo dire nulla. Né a che ora è rincasato il marito, né se hanno cenato insieme. (Sarzanini, Cds)
Yara 2 Le tre pagine con cui il pubblico ministero Letizia Ruggeri dispone il fermo di Massimo Giuseppe Bossetti dicono che il 26 novembre 2010 Yara Gambirasio fu uccisa «con l’aggravante di avere adoperato sevizie e avere agito con crudeltà».
Yara 3 Ester Arzufi, 67 anni, la madre del presunto omicida, nega di essere stata l’amante di Giuseppe Guerinoni, di aver avuto con lui due figli. «Eravamo ragazzi, stavamo in paese tutti insieme, certo che lo conoscevo, ma con lui non ho mai avuto alcun rapporto, tantomeno una relazione. Non è lui il padre dei miei gemelli».
Yara 4 Ester Arzufi, che di mestiere accudisce la vedova di un impresario edile, è una donna di 67 anni che tutti descrivono ancora come energica, attenta a se stessa. «E’ la madre di un presunto assassino, che si porta dietro l’accusa implicita, sussurrata, sulla bocca di tutti, di essere anche la custode di un segreto che per due anni avrebbe rifiutato di rivelare nel nome della rispettabilità, o forse di peggio. Nel 1967 era appena maggiorenne. Lavorava da operaia in una cooperativa, faceva le pulizie nelle ville delle famiglie benestanti. Conobbe e sposò subito Giovanni Bossetti, muratore, poi operaio. Tre anni dopo, secondo quel che stabilisce la legge del Dna, avrebbe avuto una relazione extraconiugale con un autista di bus, Giuseppe Guerinoni, dalla quale il 28 ottobre del 1970 è nato Giuseppe Massimo, l’uomo che oggi è accusato di avere ucciso Yara. Arrivò anche una sorella gemella, Laura Letizia, il cui primo nome è lo stesso della moglie di Guerinoni» (Imarisio, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Strage Carlo Lissi, il padre omicida di Motta Visconti (vedi fior da fiore di ieri) ha passato sette giorni pianificando la strage della villetta di via Ungaretti. Lo ha detto lui stesso ai magistrati: «Ci pensavo da una settimana. Ormai non avevo scelta». E il momento migliore per sterminare la famiglia, aveva riflettuto, poteva essere proprio la notte di Italia-Inghilterra. La prima partita della nazionale al mondiale gli sarebbe servita per costruirsi l’alibi: avrebbe avuto almeno una quindicina di amici e conoscenti che sarebbero stati suoi testimoni e avrebbero detto che lui era con loro mentre sua moglie e i bambini venivano uccisi.
Delitto Franco Mercadante, 51 anni. Gestore di un autolavaggio in via De Amicis a Cinisello Balsamo, nella periferia Nord di Milano, l’altro giorno era al lavoro quando si trovò di fronte un Davide Frigatti di anni 33, che vive con i genitori a Cinisello Balsamo, si definisce «creativo» (lavora in prova in un’agenzia pubblicitaria) ha qualche precedente per spaccio e un furtarello che risale al ‘98. Costui, a piedi scalzi, il corpo abbronzato scolpito dal kung fu, urlando «sono un uomo libero, un uomo libero. A tutto il mondo lo voglio gridare, a tutto il mondo. Sono un uomo libero» gli infilò un coltello più volte in tutto il corpo finché l’uomo s’accasciò in terra, senza vita, in una pozza di sangue. Qualche minuto prima il Frigatti aveva accoltellato al parco Nord un pensionato in bicicletta (grave in ospedale), poi, dopo aver ammazzato il Mercadante, sempre con la stessa lama andò a infilzare il titolare di un distributore di benzina in via Gramsci in ospedale pure lui). Fermato dalla polizia mentre vagava tutto nudo, borbottando frasi sconnesse, alle porte di Milano. Secondo le prime informazioni non sarebbe mai stato ricoverato per problemi psichici, né risulterebbero mai cure. Tra 14.24 e le 15.38 di ieri a Milano.
Iraq L’Iraq è ormai sul baratro della guerra civile. I miliziani sunniti sono arrivati a Baquba, a soli 60 chilometri da Bagdad ieri preda di un altro attacco con autobomba sul quartiere sciita (10 morti). Nella capitale stanno giungendo 275 soldati americani, «equipaggiati per il combattimento» e pronti a difendere la loro ambasciata. Di fronte all’avanzata jihadista, il presidente Obama si prepara a scegliere fra una gamma di opzioni, militari e non, con l’attacco di droni in primo piano. Oggi ne parlerà con i leader del Congresso. A Baquba, teatro di intensi combattimenti, nell’attacco jihadista a una prigione sono morti 44 detenuti. Secondo fonti ufficiali sono state le stesse forze di sicurezza a uccidere i prigionieri che tentavano di evadere approfittando degli scontri. Nella provincia di Diyala sono invece morti 28 militanti dell’Isis e 2 poliziotti. Ma la battaglia più dura si è svolta a Tal Afar, città sciita nel nord strappata dai jihadisti ai governativi, con decine di morti, fra cui molti civili. Il centro, a ovest di Mosul, abitato in gran parte dall’etnia turcomanna, è considerato strategico perché posto verso la frontiera con la Siria. Intanto, il primo ministro Nuri al-Maliki ha destituito 4 comandanti dell’esercito, accusati di negligenza nel non aver impedito l’avanzata dei jihadisti. Tra gli ufficiali rimossi il comandante responsabile della provincia di Ninive, la prima a essere finita in larga parte in mano agli insorti.
Maturità 1 Stamattina 491.224 maturandi affronteranno la prova di italiano (domani la seconda prova diversa per tutti gli indirizzi e il 23 giugno il terzo scritto, predisposto dalle commissioni). Si tratta di 469.374 interni e 21.850 esterni. I candidati nelle scuola statali sono 445.912, nelle paritarie 45.312. Le commissioni impegnate nelle operazioni sono 12.105. Non tutte le scuole hanno ancora inviato i loro dati, ma si stima che la percentuale di non ammessi all’esame si aggiri attorno al 4,3 per cento. (Gramigna, Cds)
Maturità 2 L’esame di Stato ha un prezzo elevato: oscilla tra i 65.8690476 e gli 80.516.544 euro (dati del 2013). Una cifra in buona parte a carico del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). (ibidem)
Maturità 3 Secondo un sondaggio di Skuola.net un maturando su tre ieri notte non ha dormito (chi per l’ansia, chi perché era collegato ai vari portali sul web, chi perché è uscito con gli amici). (ibidem)
(a cura di Roberta Mercuri)