Fior da fiore, 17 giugno 2014
È stato preso l’assassino di Yara Gambirasio • È stato il capofamiglia di Motta Visconti ad ammazzare moglie e figli • Dopo sei mesi Schumacher è uscito dal coma • Si chiama Democratellum la proposta di legge elettorale dei grillini • L’Italia è il Paese dove le tasse sono cresciute di più negli ultimi due anni • L’Europa rischia di restare senza gas
Yara/1 L’esame del Dna dice che l’assassino di Yara Gambirasio, uccisa a novembre del 2010, è Massimo Giuseppe Bossetti, 43 anni, titolare di un’impresa individuale di carpenteria, residente a Mapello ma originario di Clusone, sempre a messa la domenica, sposato, tre figli: un maschio e due femmine. Il profilo genetico ha rivelato anche che lui è il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno (Valle del Riso), morto nel 1999, a 61 anni. Si è scoperto, inoltre, che ha una sorella gemella di nome Laura, residente a Parre, a pochi chilometri da Gorno, paese natale di Guerinoni. Massimo Giuseppe Bossetti è in stato di fermo con l’accusa di omicidio. Ieri è stato portato al comando dei carabinieri e interrogato: dotato di un avvocato d’ufficio, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per prendergli il Dna i carabinieri domenica hanno messo in scena un controllo con l’etilometro in strada, a Seriate: l’hanno fermato e gli hanno fatto soffiare nel macchinario come se stessero semplicemente compiendo delle operazioni ordinarie sul traffico.
Yara/2 Massimo Giuseppe Bossetti era sotto controllo da venerdì, quando è stato trovato il Dna della mamma: si tratta di Ester Arzufi, 67 anni. Nel 1966 si era sposata con un signore di nome Giovanni Bossetti e con lui viveva a Parre, lo stesso paese di Guerinoni, di cui è stata l’amante. Nel 1970, quando rimane incinta di Guerinoni, decide di andare via e si trasferisce a Terno d’Isola dove dà alla luce i due gemelli: al maschio dà lo stesso nome di battesimo del suo amante, la femmina invece viene chiamata Laura, come la moglie di Guerinoni. Suo marito li riconosce, li tratta proprio come fossero suoi. Dopo qualche anno arriva anche un terzo figlio e la famiglia decide di spostarsi a Brembate.
Yara/3 Il Dna trovato sul cadavere di Yara è compatibile al 99,99999987% con quello di Massimo Giuseppe Bossetti.
Yara/4 Il cellulare di Bossetti alle 17.45 del 26 novembre 2010 risulta essere nella zona della palestra da cui scompare yara. L’uomo fa una telefonata. Un’ora dopo si perdono le tracce della bambina. Il cellulare dell’uomo rimane muto fino alle 7 della mattina successiva, quando effettua una nuova chiamata.
Yara/5 L’autopsia su Yara dice che la bambina aveva nei polmoni polvere di calce proveniente da un cantiere e nelle scarpe aveva piccolissimi residui di materiali usati nell’edilizia. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Famiglia Dopo svariati interrogatori in questura , Carlo Lissi ha confessato di aver ammazzato moglie e figli sabato sera a Motta Visconti, prima di andare a vedere la partita dell’Italia a casa di amici (vedi Fior da Fiore di ieri). Lo ha fatto perché si era innamorato di una collega (che lo ha sempre respinto) e vedeva la sua famiglia come un ostacolo a un corteggiamento più serrato: «La famiglia era una gabbia. Non sopportavo più questa vita». Questi, dunque, i fatti: sabato dopo cena misero a letto i pupi, poi scesero in soggiorno e fecero l’amore sul divano di tessuto bianco, accanto al pianoforte e alle foto dei bambini. Finirono verso le 11. Lissi si alzò, vestito con le sole mutande andò al bagno poi in cucina, prese un coltello con la lama di 30 centimetri e ci colpì alla schiena la moglie, che si era rivestita e stava guardando la tv seduta sul divano. Quella provò a reagire, gli chiese il perché di tanta cattiveria, ma lui continuò a colpirla fino a farla accasciare a terra. Quindi salì nella cameretta di Giulia che dormiva e senza fiatare la sgozzò. Fece lo stesso con Gabriele, che sognava beato a pancia in su nel lettone dei genitori. Scese in taverna, si fece una doccia, si rivestì, rovesciò qualche cassetto e lasciò aperta la cassaforte per fingere una rapina, uscì per andare a vedere la partita. Lungo la via gettò il coltello in un tombino. Gli amici raccontano che durante la serata ebbe pure il coraggio di esultare ai gol di Marchisio e Balotelli. Quando tornò a casa, la messa in scena del ritrovamento. Ai carabinieri che lo interrogavano alla fine disse: «Voglio che mi sia dato il massimo della pena. Sono stato io a uccidere mia moglie e i miei due figli». Quando gli hanno chiesto «Ma non le bastava il divorzio?» rispose: «No. Con il divorzio i figli restano».
Schumacher Dopo quasi 6 mesi Michael Schumacher, 7 volte campione del mondo di Formula Uno, non è più in coma. Non lo era più già da aprile: la differenza è che ora i «momenti di coscienza» stanno diventando sempre più lunghi e più frequenti. Il pilota, caduto su una pista da sci a dicembre, è stato trasferito dall’ospedale di Grenoble, dov’era ricoverato da allora, a un centro di Losanna. I medici dicono che per stare meglio ci vorranno «molti mesi, forse più di un anno». Si sa che Schumacher non parla ma riconosce le voci attorno a lui, e lo fa capire. Soprattutto quando, fra le altre, distingue quella della moglie Corinna o dei figli Mick e Gina Maria, di 15 e 17 anni. Il campione tedesco apre e muove gli occhi, sempre più spesso e sempre più a lungo, ma ha tuttora pause di torpore profondo.
Democratellum Il M5S, che ieri si è fatto avanti con Renzi per collaborare alla riforma elettorale, presenta la sua legge, chiamata Democratellum. Si tratta, scrivono, di «un sistema proporzionale in circoscrizioni di dimensioni intermedie che, pur essendo sensibilmente selettivo, consente l’accesso al Parlamento anche alle forze politiche piccole». Un sistema che «favorisce la governabilità, senza presentare profili di incostituzionalità. Il suo impianto limita la frammentazione dei partiti e avvantaggia le forze politiche maggiori». Tra le novità, la possibilità di dare «preferenze negative», per penalizzare i cosiddetti «impresentabili». Il sistema è proporzionale, ma corretto e consente di dare la maggioranza dei seggi anche a un singolo partito che ottiene il 40-41 per cento dei voti. Apparentemente, nulla di più lontano dall’Italicum.
Tasse L’Italia è, con l’Ungheria, il Paese europeo in cui la pressione fiscale è aumentata di più: tendenza che risulta comune a tutta la Ue. Secondo i dati riferiti al periodo 2011-2012, il peso delle tasse sui contribuenti italiani è salito dal 42,4 al 44% del Pil. Nell’Unione europea la pressione fiscale è salita mediamente dal 38,8 al 39,4% e, secondo le stime di Bruxelles, è destinata a crescere ancora nei prossimi anni. Gli unici Paesi che in quel periodo hanno ridotto il peso delle tasse sono stati la Gran Bretagna, il Portogallo e la Slovacchia. In testa a tutti c’è la Danimarca, con una imposizione pari al 48,1% del Pil. Seguono il Belgio (45,4%), la Francia (45%), la Svezia (44,2%), la Finlandia (44,1%) e l’Italia con il 44,0 per cento. I Paesi che fanno pagare meno tasse sono tutti nell’Est europeo: Lituania (27,2%), Bulgaria e Lettonia (27,9%), Romania e Slovacchia (28,3%). L’Italia presenta una elevata imposizione sul lavoro in linea con la media europea (51,1%), mentre le tasse sui consumi sono tra le più basse d’Europa (24,7%), e quelle sui capitali arrivano al 24,2%. Le tasse sul lavoro più elevate (oltre il 55%) vengono praticate da Svezia, Germania, Olanda e Austria. Le tasse sui consumi hanno rappresentato il principale introito fiscale solo in Bulgaria e in Croazia. Paradossalmente le imposte sui capitali risultano relativamente più elevate proprio nei Paesi considerati un rifugio ideale per gli investitori: Lussemburgo, Regno Unito, Malta e Cipro hanno tutti una imposizione che supera il 25% (Bonanni, Rep).
Gas La Gazprom, colosso energetico russo, ha bloccato le forniture di gas a Kiev adombrando la possibilità di un’interruzione totale dei flussi che alimentano il 15% delle industrie e dei sistemi di riscaldamento europei. La decisione di Gazprom, minacciata da settimane durante un’estenuante trattativa con gli ucraini sul prezzo, ha una sua spiegazione: l’Ucraina non ha ancora pagato il suo debito di 5 miliardi di dollari, pertanto la Russia ha deciso di fornire d’ora in poi solo il gas che verrà pagato in anticipo. La crisi minaccia l’Europa perché l’Ucraina, che dipende totalmente dall’energia che le arriva da Mosca, potrebbe trovarsi in difficoltà già prima dell’autunno. E in quel caso, come ha già fatto nel 2006 e nel 2009, potrebbe “rubare” il gas destinato all’Europa attraverso le condutture che passano dal suo territorio e che riforniscono Italia, Austria, Slovenia e Bulgaria.
(a cura di Daria Egidi)