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 2014  giugno 12 Giovedì calendario

Woodcock e Piscitelli, i pm di Napoli, hanno messo in carcere l’attuale comandante provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, colonnello Fabio Massimo Mendella, e il suo presunto complice Pietro De Riu, commercialista napoletano

Woodcock e Piscitelli, i pm di Napoli, hanno messo in carcere l’attuale comandante provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, colonnello Fabio Massimo Mendella, e il suo presunto complice Pietro De Riu, commercialista napoletano. I due sono accusati di concorso in concussione per induzione e di rivelazione del segreto d’ufficio...

In pratica?In pratica i magistrati pensano che Mendella si facesse pagare per non mandare i finanzieri a controllare e che provvedesse poi ad avvertire quelli che gli giravano le mazzette, se si preparava qualche ispezione supplementare. I due pubblici ministeri hanno poi fatto sapere che è indagato «per corruzione in vicende collaterali» anche il comandante in seconda della Guardia di Finanza, generale Vito Bardi, i cui uffici romani sono stati perquisiti. Bardi, numero due di tutto il corpo, 63 anni, potentino, è un pezzo grossissimo del sistema GdF, subentrato oltre tutto al generale Emilio Spaziante, altro pezzo grossissimo della Guardia di Finanza e dei Servizi, pensionato ma messo dentro la settimana scorsa dai magistrati che indagano sul Mose.  

Si potrebbe dedurre che la Guardia di Finanza, come corpo, è piuttosto nei guai?
I magistrati ci suggeriscono di non pensarlo. Il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, dopo una lunga telefonata con il comandante generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, ha dettato questa dichiarazione: «Confermiamo l’assoluta fiducia nel lavoro della Guardia di Finanza, ovviamente a partire dai suoi vertici, tanto che abbiamo affidato congiuntamente ad essa e alla Digos l’esecuzione delle misure, e l’attività integrativa continua ad essere svolta dalle Fiamme Gialle insieme all’ufficio della Digos». Cioè, dice il Procuratore: se ricorriamo alla Guardia di Finanza per arrestare i generali della Finanza, significa che il corpo è sano e per il resto si tratta di mele marce, singole mele marce.  

Bisogna credergli?
Il gip Alberto Scaramuzza, che lavora sul marcio del Mose (Venezia), scrive esplicitamente di organismi che avrebbero dovuto vigilare e si sono fatti complici dei corrotti, di servitori dello Stato tramutatisi in criminali. Il ruolo di Spaziante, se i sospetti sono giusti, appare da questo punto di vista decisivo: aveva in mano una fitta rete di collegamenti in Lombardia, Vincenzo Visco, quando era viceministro delle Finanze (governo Prodi, con Padoa-Schioppa), voleva tagliare la rete delle sue relazioni, andò a uno scontro frontale, e oscuro per noi osservatori, col generale Speciale, cioè col comandante generale della Guardia in quel momento (2007). In questa inchiesta Spaziante avrebbe fornito agli indagati informazioni riservate sulle indagini in corso e su alcune verifiche fiscali relative al Consorzio Venezia Nuova, ricevendo in cambio mazzette per mezzo milione e pretendendone però due e mezzo. Spaziante si informava direttamente dal capo della Guardia di Finanza di Venezia. Era stato vicedirettore del Dis (Informazioni per la Sicurezza) ed era molto amico di Marco Milanese, il braccio destro di Tremonti, a cui Tremonti aveva affidato tutto ciò che riguardava i finanzieri. A Milano, trasferendosi a Roma, Spaziante aveva imposto la successione di Mario Forchetti, anche lui prima nei Servizi, e adesso indagato nel giro Mose. Con l’aggravante che a lui era affidata la vigilanza sugli appalti Expo. Tra i finanzieri indagati c’è pure Walter Manzon, già comandante provinciale a Venezia, e perquisito. La nomina di Spaziante a numero due delle Fiamme Gialle fu pretesa da Walter Lavitola, che quasi la impose a Berlusconi. Insomma, la GdF sarà anche fuori, come prudentemente ci spiega il procuratore di Napoli, ma è anche, come negarlo?, pesantemente dentro.  

Che cosa hanno fatto quelli arrestati ieri?
Tangenti in cambio di verifiche fiscali addomesticate. Secondo Woodcock e Piscicelli il commercialista De Riu incassava per conto di Mendella. Siamo nel periodo 2006-2012, quando Mendella era responsabile del settore Verifiche al comando provinciale di Napoli. Quelli che lo pagavano (stiamo sempre citando i pm) erano due fratelli imprenditori della società napoletana Gotha. Il legame dei due fratelli con Mendella era così forte, che quando Mendella venne trasferito a Roma, i due fratelli portarono a Roma anche la Gotha. I due fratelli si chiamano Giovanni e Francesco Pizzicato. Avrebbero pagato a Mendella e alla sua fidanzata anche una vacanza in Sardegna. Quando la Gotha sbarcò a Roma, Mendella si fece subito autorizzare per un’altra verifica fiscale e l’autorizzazione, non scontata, gli arrivò in ventiquattr’ore. Uno dei due generali che autorizzò la verifica fu proprio Spaziante. I Pizzicato sborsarono 150 mila euro per essere lasciati in pace.  

• E quanto al generale in seconda, il Bardi?
Sappiamo che è sotto inchiesta e che è stato perquisito, ma i dettagli dell’accusa non sono ancora noti. Ieri in internet girava un filmato in cui lo si vedeva, con dei gran baffi e splendidamente in divisa, rispondere alla domanda «che cos’è un finanziere modello?». E lui: «Un cittadino non avulso dal contesto che lo circonda, di sani princìpi e pronto ad affrontare le difficoltà».