Fior da fiore, 11 giugno 2014
Piccoli segnali di ripresa in Italia • Negli ultimi sei anni il Fisco è stato complicato al ritmo di una norma alla settimana • Le milizie di al-Qaeda conquistano la seconda città dell’Iraq • La povertà di Hillary • Quando Berlusconi mise in imbarazzo la Clinton • La giornata di Berlusconi alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone • Ai David di Donatello trionfano Virzì e Sorrentino
Ripresa Primi segnali di ripresa dell’economia. Ieri l’Istat ha diramato i dati sulla produzione industriale: ad aprile è tornata a salire, con un aumento dello 0,7% su marzo, quando era risultata negativa, e una crescita dell’1,6% su base annua. È il rialzo annuo più alto dall’agosto del 2011. Sempre l’Istat dice che i consumi degli italiani sono cresciuti dello 0,1% nei primi tre mesi del 2014 rispetto agli ultimi tre del 2013 (per trovare un dato positivo bisognava tornare indietro fino al 2010). Fra le buone notizie va segnalata anche quella proveniente dall’Ocse che misurando il Superindice segnala come l’Italia sia l’unico paese del G7 a registrare, sempre ad aprile, un’accelerazione della crescita: 101,6 punti contro i 101,4 del precedente marzo; ma su base annua l’incremento è del 2,4 per cento, più che doppio rispetto a quello della Germania (1,05). La ripresa si affaccia, ma non convince Standard&Poor’s né lascia, al momento, tracce sul Pil: l’Istat conferma un prodotto interno lordo negativo nel primo trimestre dell’anno (meno 0,1 che diventa meno 0,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013).
Fisco Secondo Confartigianato, negli ultimi sei anni il Fisco è stato complicato al ritmo di una norma alla settimana. Nei 2.159 giorni trascorsi dal 29 aprile 2008 al 28 marzo del 2014 sono state approvate attraverso 41 diversi provvedimenti 629 norme fiscali: fra queste, 72 di semplificazione ma ben 389 di complicazione ulteriore. Per una regola che dovrebbe rendere le procedure più facili ne spuntano dunque 5,4 che peggiorano l’impatto burocratico. Il risultato, argomenta il rapporto, è che «quasi due norme fiscali promulgate su tre aumentano i costi burocratici per le imprese». (Rizzo, Cds)
Iraq Continua in Iraq l’avanzata delle milizie jihadiste sunnite. Dopo una battaglia durata almeno sei mesi, i guerriglieri qaedisti tra lunedì notte e ieri mattina hanno preso il controllo di gran parte di Mosul, nella provincia settentrionale di Ninive, la seconda città del Paese con tre milioni di abitanti. Con un attacco diretto al governo di Baghdad a guida sciita, gli uomini dell’Isis, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, si sono impadroniti di alcuni edifici-chiave, di fatto assumendo il controllo della città che si trova 400 chilometri a nord di Baghdad. I ribelli hanno anche preso il controllo del carcere, da cui sono evasi più di 2.700 detenuti. Secondo fonti locali, duecentomila civili sarebbero in fuga da Mosul. Mentre il primo ministro iracheno, Nuri al Maliki, ha chiesto al Parlamento di dichiarare lo stato di emergenza.
Hillary 1 In un’intervista all’Abc, Hillary Clinton ha detto che quando lei e suo marito Bill lasciarono (dopo otto anni) la Casa Bianca, non avevano «i soldi per pagare il mutuo della casa e l’università a nostra figlia, Chelsea». La confessione ha scatenato l’ironia dei social network. Su Twitter è diventato un trend l’hashtag #HillaryIsSoPoor («Hillary è così povera»). Gli avversari repubblicani hanno accusato la Clinton di «aver perso il contatto con gli elettori» e sottolineato che lo stipendio del presidente americano si aggira intorno ai trecentomila dollari.
Hillary 2 In Hard Choices (scelte difficili), il libro di memorie pubblicato ieri negli Stati Uniti, Hillary Clinton racconta che uno dei momenti più imbarazzanti nei quattro anni in cui ha affiancato Barack Obama come segretario di Stato, fu quello di un confronto con Silvio Berlusconi, allora capo del governo italiano, infuriato per la pubblicazione da Wikileaks si alcuni cablogrammi dell’ambasciata Usa in Italia. «Siamo nel 2010. In quei messaggi, che dovevano restare riservati, la figura del premier veniva ridicolizzata per le vicende personali, i comportamenti stravaganti, gli scandali finiti sui media. L’ex first lady racconta di un Berlusconi che non contesta i fatti ma si mostra offeso, si sente tradito: “Come fate a dire cose simili? Voi conoscete bene me e io conosco la vostra famiglia”. Non c’è neanche tempo di chiedersi se la battuta vuole essere un richiamo alla fama di seduttore di Bill: Hillary racconta di un Silvio che la investe con un diluvio di parole. Racconta perfino, con toni accorati, del suo amore per gli Stati Uniti sbocciato fin da quando il padre lo portava, ancora bambino, a visitare i cimiteri di guerra americani e gli parlava di quei giovani morti per liberare l’Italia. La Clinton commenta che nei files diplomatici non c’era nulla di strano, stante la pessima pubblicità di cui godeva il premier italiano. Ma aggiunge che Berlusconi era molto sensibile ai giudizi su di lui negli Usa e “questo mi creava grande imbarazzo. Eravamo ad Astana, in Kazakhstan, a un vertice Osce. Mi scusai ancora spiegando che quelle cose dovevano restare segrete. Non gli bastò. Mi chiese di andare con lui davanti alle telecamere a riaffermare la grande importanza delle relazioni tra Italia e Stati Uniti. Feci quello che chiedeva: pur con tutti i lati deboli della sua personalità, Berlusconi amava sinceramente l’America. E l’Italia era un alleato chiave nella Nato”» (Gaggi, Cds).
Berlusconi Nelle quattro ore alla settimana alla Sacra Famiglia di cesano Boscone, Berlusconi, oltre a imboccare i malati d’Alzheimer, partecipa a varie attività tra cui il gioco del pallone (un pallone leggero, di quelli per i bambini, che le persone in cerchio si lanciano lentamente spesso sbagliando mira) e il gioco con gli incastri, sul modello del Lego, tesserine da scegliere e unire, con gli operatori e i volontari, compreso Berlusconi, che siedono al fianco d’un malato, suggeriscono le mosse e insieme festeggiano per l’improvvisa creazione di una figura. L’ex premier, inoltre, è solito girare per le reparti e stanze per distribuire cioccolatini: «Ha memorizzato i golosi che chiedono il bis e gli anziani ai quali i dolci fan male» (Galli, Cds).
David di Donatello 1 Ai David di Donatello La grande bellezza di Paolo Sorrentino ha vinto nove premi (per il miglior regista, per Servillo miglior attore protagonista, per il direttore della fotografia, il produttore, la scenografia, il trucco, i costumi, l’acconciatura e gli effetti digitali) ma Il capitale umano di Paolo Virzì, che lo tallona con sette premi, si è aggiudicato il più ambito, quello come miglior film.
David di Donatello 2 Valerio Cappelli ha scritto sul Cds che se in passato la cerimonia dei David, considerati gli Oscar italiani, «si è caratterizzata per la mestizia», questa edizione condotta da Anna Foglietta e Paolo Ruffini «è stato il trionfo del cattivo gusto»: «Ruffini accoglie Sophia Loren (ha vinto un David speciale per Voce umana, il filmato diretto da suo figlio Edoardo) gelando il pubblico così: “E’ sempre una topa meravigliosa”. E continua, si dà del bischero e allora la Loren elegantemente, tenendolo a distanza lo ferma: “Ha proprio detto una bischerata, lei parla un dialetto che non conosco”. Passa qualche minuto e il comico toscano, continuando a dare del “ganzo” a mezzo cinema italiano presente in sala, tra un autogol e l’altro (“non avete più voglia di battere le mani, eh?”) viene rimbrottato prima da Marco Bellocchio: “Vuoi sapere che film farei da una serata così? Ma che domande mi fai. E poi guarda che io sono stato scoperto qualche anno prima del recente omaggio che mi hanno fatto al MoMa di New York”; poi da Virzì: “Io capisco le lingue ma modera il lessico dai, sennò servono i sottotitoli, cerchiamo di dare un esempio”» (Cappelli, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)