Fior da fiore, 5 giugno 2014
Arresti per il Mose di Venezia • Il declino della manifattura in Italia • Il pastificio Garofalo diventa spagnolo • I cibi che inquinano di più • Nella carrozza della regina Elisabetta c’è anche il legno preso dall’albero di mele che ispirò a Isaac Newton la legge di gravitazione universale
Mose/1 A Venezia ci sono stati 35 arresti e 100 indagati per gli appalti del Mose, l’enorme struttura di dighe mobili che dovrebbe proteggere Venezia dalle acque alte (costo 5,5 miliardi di euro). Ai domiciliari è andato il sindaco della città, Giorgio Orsoni del Pd, accusato di «aver ricevuto contributi illeciti dal Consorzio Venezia Nuova (il concessionario del ministero delle Infrastrutture per la realizzazione del Mose, ndr) alle comunali del 2010». Gli vengono contestati 560mila euro che avrebbe ricevuto dal Consorzio Venezia nuova in varie tranche, 110mila versati al comitato elettorale del 2010 e 450mila ricevuti in contanti. Tra gli arrestati anche l’assessore regionale Renato Chisso (Fi), il generale in pensione della Gdf Emilio Spaziante, solo per citare i nomi più grossi. Chiesta la custodia cautelare per l’eurodeputata uscente Lia Sartori (Fi) e per Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto e attuale parlamentare di Forza Italia, che avrebbe incassato indebitamente circa 4 milioni di euro. Tra gli indagati compare anche Marco Milanese, consigliere politico dell’ex ministro Giulio Tremonti ed ex parlamentare del Pdl, il quale avrebbe intascato 500 mila euro «per influire sulla concessione di finanziamenti del Mose». Poi ci sono manager e imprenditori, dall’amministratore delegato di Palladio finanziaria, Roberto Meneguzzo, ai titolari di varie società che partecipano al Consorzio Venezia nuova, l’ente lagunare che riunisce una cinquantina di imprese, al quale fanno capo tutti gli interventi di salvaguardia della laguna di Venezia. I magistrati hanno sequestrato alle persone sotto inchiesta 40 milioni di euro. Il giudice per le indagini preliminari di Venezia, Alberto Scaramuzza, conclude l’ordinanza contro gli arrestati: «Ciascuno di essi, per anni e anni, ha asservito totalmente l’ufficio pubblico agli interessi del gruppo economico-criminale, lucrando una serie impressionante di benefici personali di vario genere...».
Mose/2 La storia del Mose. Primo bando nel 1976. Prima convenzione con il Consorzio nel 1984 e Craxi promette: tutto pronto nel 1995. Poi si sposta il termine al 2000. Invece i lavori cominceranno solo nel 2003 (Craxi è morto da tre anni) con la berlusconiana «legge obiettivo» (il Cavaliere verga e firma la pergamena depositata nella prima pietra sotto il mare) e la previsione di completamento fissata al 2010, poi al 2012 e al 2014. Ora che il Mose è fatto all’80%, si parla del 2016. E i costi? Si cominciò con un miliardo. Nel 2001 erano 2,6 miliardi. Nel 2003 già 4,1. Ora siamo quasi a 6 e speriamo bastino (Salvaggiulo, Sta). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Manifatture Nel 2013 l’Italia è scesa all’ottavo posto nella classifica dei Paesi manifatturieri. Dal 2000 al 2007 era al quinto posto. La parte italiana della produzione mondiale è scesa al 2,6%, neanche un decimo di quella della Cina, al primo posto assoluto dopo aver doppiato gli Stati Uniti. Negli ultimi 12 anni il sistema produttivo ha perso 120mila aziende e oltre un milione e 100mila addetti. L’unico settore in crescita è quello alimentare. Persino il comparto con il secondo migliore risultato, quello della carta, ha perso il 4,5% rispetto al 2000. Il settore peggiore, computer e macchine per ufficio, è crollato del 99,3% (Salvia, CdS).
Lavoro Unioncamere (Unione delle camere di commercio) stima in 144mila i posti di lavoro che perderemo nel settore privato nel corso di quest’anno. Quasi la metà rispetto al 2013 (ibidem).
Pasta Gli spagnoli di Ebro Foods, dopo aver rilevato il 25% di Riso Scotti, hanno rilevato anche il 52% dell’antico Pastificio Lucio Garofalo con un investimento di circa 62 milioni. Il pastificio, di proprietà della famiglia Menna, è piaciuto agli investitori spagnoli perché in dieci anni ha visto passare i ricavi da 20 a 134 milioni.
Ebro Ebro, oltre 2 miliardi di fatturato l’anno, utile di 132 milioni, 60 marchi controllati, presente in 25 Paesi mondiali.
Cibi La Coldiretti ha stilato la classifica dei dieci cibi che inquinano di più perché arrivano da lontano. In cima alla classifica del prodotti viaggiatori, le ciliegie del Cile, costrette a volare per quasi 12mila chilometri, con un consumo di 6,93 chili di petrolio ed emissioni di CO2 pari a 21,55 chilogrammi. Appena sotto, i mirtilli dall’Argentina che hanno percorso 11 mila chilometri consumando 6,4 chili di petrolio e producendone 20 di CO2. Al terzo posto gli asparagi del Perù, poi le noci della California, le more del Messico, l’anguria del Brasile tutti intorno ai 10mila chilometri di percorrenza sulle rotte aeree. Un po’ più giù, i meloni delle Guadalupe, i melograni di Israele e i fagiolini dell’Egitto. Nella hit al quinto posto, figura un fiore: le rose dell’Ecuador che Coldiretti.
Carrozza La regina Elisabetta ha una nuova carrozza, di antiquariato e tecnologica al tempo stesso: è costruita con pezzi di storia (l’albero della mela di Newton, un moschetto della battaglia di Waterloo) ma dotata di finestrini elettrici, aria climatizzata e un monitor collegato a una telecamera che consente alla passeggera di vedere a 360 gradi tutto quello che le passa intorno (Franceschini, Rep).
(a cura di Daria Egidi)