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 2014  maggio 29 Giovedì calendario

Sta succedendo qualcosa con la camorra, qualcosa che potrebbe essere molto importante: un boss di caratura massima, cioè Antonio Iovine, si è pentito e sta parlando

Sta succedendo qualcosa con la camorra, qualcosa che potrebbe essere molto importante: un boss di caratura massima, cioè Antonio Iovine, si è pentito e sta parlando. Si sta per pentire, a quanto scrive Leandro Del Gaudio sul Mattino, anche il killer Giuseppe Setole, responsabile di decine di omicidi tra il 2007 e il 2008 nel casertano. Setola dovrebbe presto incontrare i pm antimafia Cesare Sirignano e Giovanni Conzo. Potrebbe essere solo l’inizio di una serie di confessioni a valanga.

Prima di entrare nel merito, chiedo: questi pentimenti sono credibili? Non sono partite interne alla malavita, partite giocate magari per far vincere questa famiglia su quella, per smantellare un pezzo di organizzazione a favore di un altro pezzo?Non lo so. È un’obiezione sensata. D’altra parte questi malavitosi stanno al 41 bis, hanno sulle spalle decine di ergastoli e nessuna speranza per il futuro. Forse parlano perché non ne possono più. È piuttosto credibile anche questo. E in ogni caso, se la mafia in Sicilia è a mal partito, lo si deve ai pentiti che hanno detto la verità. E sia pure con altri pentiti che hanno provato ad annebbiarla o con magistrati che hanno confuso il quadro per perseguire loro teorie, loro scopi.  

Che cosa sta dicendo Iovine?
Intanto che i rapporti con la camorra riguardano i politici di tutti i partiti e di tutte le idee. Nessuno si è sottratto al rapporto con la malavita. Di più: lo Stato ha implicitamente fatto capire a tutti che quella era la strada per operare, che quella era la strada condivisa. Ma riferiamo tra virgolette questa prima parte della deposizione resa ai pm del pool anticamorra Antonello Ardituro e Cesare Sirignano: «So benissimo di quali delitti mi sono macchiato - ha detto Iovine in premessa - ma sto spiegando il funzionamento di un sistema di cui la camorra non è la sola responsabile».  

Come mai siamo stati messi al corrente di queste deposizioni?
I verbali sono stati depositati al processo in corso a Santa Maria Capua Vetere. Processo nel quale è imputato l’ex sindaco di Villa Literno Enrico Fabbozzi. Il pm Ardituro vorrebbe che nel corso del processo Iovine fosse chiamato a testimoniare. Ed ecco quello che dice Iovine: «C’erano soldi per tutti in un sistema che era completamente corrotto. Si deve considerare anche la parte politica ed i sindaci dei comuni i quali avevano l’interesse a favorire alcuni imprenditori in rapporto con il clan per avere vantaggi durante le campagne elettorali (voti e finanziamenti). Devo specificare che non faceva alcuna differenza il colore politico del sindaco». Dice Iovine che «fin da giovani» si imparava la regola del 5 per cento, cioè ci si imbeveva della cultura delle mazzette, della raccomandazione, dei favori resi agli amici e agli amici degli amici. «Lo Stato ha diffuso queste idee nel nostro territorio. È lo Stato che non ha offerto alternative legali alla popolazione. Le nostre condotte sono anche conseguenza di questo. È anche per questo che ho deciso di collaborare. Lei non mi crederà ma quando nel 2008 il governo emanò dei provvedimenti emergenziali che miravano nelle intenzioni di chi li predispose a dare delle risposte di legalità maggiori per il nostro territorio, io ne fui contento. Anche la parte politica che dovrebbe rappresentare la parte buona dello Stato è stata quantomeno connivente con questo sistema. Se non complice. Sicuramente era del tutto consapevole di come andavano le cose».  

A parte questi discorsi generali, Iovine ha riferito di qualche fatto concreto?
Per quello che sappiamo dai verbali, ha chiamato in causa Lorenzo Diana (Pd) a proposito di certi appalti per la refezione scolastica. Diana è uno che ha combattuto la camorra sul serio «eppure ha permesso che noi continuassimo ad avere questi appalti». Idem, poi, quando la responsabilità politica è passata al centro-destra. Altro chiamato in causa: Alemanno, quando era ministro dell’Agricoltura, per certi finanziamenti destinati al rimboschimenti del Casertano e finiti poi nelle casse del clan dei casalesi. Sia Alemanno che Diana hanno risposto alle accuse di Iovine con comunicati convincenti. In ogni caso, i magistrati dicono di essere all’opera per verificare tutto le cose che questo boss sta dicendo.  

Chi è questo Antonio Iovine?
Lo chiamavamo “‘O Ninno” oppure “‘O poppante” perché era diventato capo molto presto e anche perché ha, in effetti, una bella faccia da ragazzino. Compirà 50 anni il prossimo 20 settembre. Sposato, tre figli, nel 2008 gli hanno arrestato anche la moglie, Errichetta Avallone, per estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’uomo è famoso per aver trasferito l’attività camorristica a Roma, a un certo punto era padrone del famoso Gilda, comprava ristoranti, società immobiliari, attività di scommesse, tentò pure di scalare la Lazio riciclando 21 milioni di euro provenienti dall’Ungheria. È un assassino, ma anche un uomo intelligente e che sa tutto. Può per davvero dare alla camorra un colpo mortale.