La Gazzetta dello Sport, 26 maggio 2014
Sulla base delle proiezioni di mezzanotte il Partito democratico di Renzi starebbe intorno al 40% dei consensi, secondo alcuni al 39 secondo altri al 41
Sulla base delle proiezioni di mezzanotte il Partito democratico di Renzi starebbe intorno al 40% dei consensi, secondo alcuni al 39 secondo altri al 41. Un risultato clamoroso e tanto più significativo perché in controtendenza assoluta con quanto è accaduto nel resto d’Europa, dove i partiti di sinistra sono in genere stati severamente puniti: in Francia Hollande è ridotto al 14% e se queste fossero state elezioni presidenziali non sarebbe stato ammesso al ballottaggio. In Gran Bretagna i laburisti sono diventati il terzo partito, travolti dal nuovo astro della destra europea Nigel Farage.
• Qual è il quadro, a questo punto.Il quadro, non ancora preciso al cento per cento ma del tutto credibile quanto a tendenza, è: Pd 41,4%; M5S 22,.4; Forza Italia 15,7; Lega 6,1; Lista Tsipras 4,1; Ncd+Udc 3,9; Fratelli d’Italia 3,5; Scelta civica, cioè i montiani, 0,8. Si tratta di percentuali che si ricavano proiettando i risultati del 20% dei seggi, dunque statisticamente piuttosto credibili. Il trionfo di Renzi appare indiscutibile e sembrerebbe fondarsi su due fenomeni concomitanti: hanno disertato le urne gli elettori del sud e specialmente i siciliani facendo mancare consensi al Nuovo Centro Destra. Si è dissolto, confluendo interamente sul nuovo Partito democratico, il partito dei montiani, i moderati che puntavano a sottrarre consensi alla parte, per dir così, responsabile dei due schieramenti.
• In che senso “nuovo” Partito democratico?
Nel senso che il Pd di Renzi non assomiglia in nulla al partito di Bersani e di D’Alema, ed è evidentemente profilato proprio sui gusti di quella larga parte dell’elettorato che è stanca delle contrapposizioni, delle guerre all’ultimo sangue, degli anatemi. La maggior parte del Paese vuole essere governata con saggezza e senza guerre civili. La distanza tra i 40 punti di Renzi e i 22 di Grillo contiene appunto questo messaggio: l’era dei vaffanculi e dei processi sulla pubblica piazza si direbbe al tramonto, a questo punto il 22 per cento di Grillo, pur essendo in assoluto un risultato non disprezzabile, va letto come un primo segno di declino, quasi una prima sconfitta.
• Che cosa diciamo del risultato di Berlusconi?
Il primo exit-poll lo dava al 18 per cento, che sarebbe stato un risultato molto buono. Mentre scriviamo, la quota di Forza Italia è scesa al 15,7% e la tendenza è a perdere ancora qualche punto. Dunque dobbiamo immaginarlo intorno al 15, e non è una gran quota. In un anno ha perso dieci punti, il suo capo ha sempre più difficoltà a essere protagonista, l’alternativa che poteva essere costituita da Alfano sembra dissolversi alla difficoltà, per il Nuovo Centro Destra, di superare la soglia di sbarramento. Che effetto avrà questo insuccesso sulla vita futura del centro-destra italiano, sulla successione a Berlusconi e anche sulla possibilità per Renzi di varare le riforme? Impossibile dirlo adesso. Credo anzi che in questo momento non lo sappia neppure Berlusconi. Con un Pd al 40% e capace quindi di vincere le elezioni al primo colpo, l’ex Cavaliere vorrà ancora far passare l’Italicum? Guardando i dati si direbbe che il centro-destra deve trovare al più presto una piattaforma per riunirsi, perché i singoli spezzoni hanno davvero poca forza, mentre tutti insieme possono ancora sperare di raccogliere un terzo dell’elettorato.
• L’altro vincitore sicuro è la Lega.
Un risultato straordinario, direi. Anche perché per raccogliere quasi il 7% nazionale, la Lega ha bisogno di prendere praticamente il doppio nelle sue zone. Qui ha giocato anche la campagna contro l’euro, che ha comunque, in Italia e in Europa, una quantità consistente di consensi. Ma non c’è dubbio che il partito di Bossi è ormai scomparso, e che forse anche quello di Maroni non ha più ragion d’essere. Salvini è un uomo giovane e che ha evidentemente saputo riscuotere i suoi elettori, abbattuti dalle vicende giudiziarie del cerchio magico bossiano.
• Che conseguenze avrà il voto sul governo?
Potrebbe avere conseguenze importanti perché Renzi ha cannibalizzato i consensi dei suoi alleati. In questi casi, di solito, gli alleati si chiedono se convenga continuare ad occupare i ministeri facendosi oscurare dal leader della coalizione. Discorso valido sia per Scelta civica che per Alfano. È possibile una crisi. È possibile che un pensierino alle elezioni convenga persino a Renzi. Andare a incassare subito quel 40% può essere una tentazione.