Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 24 Sabato calendario

Aspettando il voto • Truffe ai danni della Carige • Vendite al dettaglio ai minimi • Crescono poco le retribuzioni orarie • Ventisette ex manager dell’Ilva condannati per omicidio colposo e disastro ambientale • I prossimi appuntamenti con la Tasi • Chiesa e otto per mille


Europa Mentre si attendono le elezioni europee da noi, iniziano ad arrivare i risultati del voto negli altri Paesi. I dati ufficiali del voto nel Regno Unito e nei Paesi Bassi saranno resi noti solo domenica, dopo la chiusura delle urne anche nel resto d’Europa, ma gli exit poll indicano già come sembra essere andata. In Gran Bretagna si è votato anche per le amministrative, limitatamente a Inghilterra e Irlanda del Nord, e lì l’avanzata dell’Ukip, il partito anti-Europa di Nigel Farage, è netta: a spoglio non ancora ultimato ha ottenuto 149 seggi contro appena 2 che aveva vinto cinque anni or sono, mentre i conservatori scendono (-185 seggi, per un totale di 1.111), i liberaldemocratici crollano (-251 seggi a 383) e i laburisti guadagnano meno del previsto (+260 a 1.544). È abbastanza per permettere a Farage di cantare vittoria alle europee sulla base delle proiezioni del voto locale. In Olanda, invece, il partito euroscettico di Geert Wilders ha preso solo il 12% dei voti pari a 3 seggi per Strasburgo contro il 17% e 5 seggi del 2009, secondo gli exit poll, superato sia dai due partiti liberali che dai laburisti. Ieri si è votato in Irlanda e nella Repubblica Ceca, oggi si va alle urne in Lettonia, Slovacchia e a Malta, domani in tutti gli altri paesi dell’Ue.

Carige Sono agli arresti domiciliari Giovanni Berneschi, 77 anni, ex presidente di Carige e attuale vicepresidente dei massimi organismi del credito italiano, l’Abi e Acri, Ferdinando Menconi, ex amministratore di Carige Vita Nuova, 71 anni e altre cinque persone. Secondo il procuratore aggiunto Nicola Piacente e il pm Silvio Franz, Berneschi e Menconi, con l’aiuto degli altri, avrebbero trasferito in Svizzera milioni di euro guadagnati attraverso compravendite immobiliari sovrastimate fino a 45 volte, pagate da Carige Vita, il ramo assicurativo di Banca Carige. La differenza finiva in tasca agli interessati o a prestanome. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno messo sotto sequestro 21 milioni di euro che si trovavano nei conti dei due principali indagati. A casa di Menconi sono stati trovati 300mila euro in contanti. Un’altra decina di persone risulta indagata.

Accumulo Disposofobia, cioè accumulo patologico. L’avevano i fratelli Homer e Langley Collyer: nel 1947 li ritrovarono seppelliti da 130 tonnellate di libri, film, dischi (Scorranese, CdS).

Vendite Dice l’Istat che a marzo le vendite al dettaglio sono diminuite del 3,5% rispetto allo stesso mese di un anno prima, e quelle degli alimentari sono addirittura crollate del 6,8%. L’Istituto di statistica segnala che i numeri delle vendite si basano su un confronto un po’ viziato: quest’anno la Pasqua è caduta in aprile, mentre nel 2013 era stata in marzo. Perciò era inevitabile che il marzo 2014 fosse meno ricco nelle vendite, specialmente di roba da mangiare. Tuttavia la caduta delle vendite risulta la più forte dal 1995. l’Istituto di statistica rileva ribassi in quasi tutti i gruppi di prodotti, con l’eccezione di «calzature, articoli in cuoio e da viaggi» (+2,6%) e «utensileria per la casa e ferramenta» (+1,1%). Le flessioni più forti, invece, toccano i comparti «cartoleria, libri, giornali e riviste» (-5,4%) e «dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia» (-4,8%).

Retribuzioni Ancora l’Istat comunica che in aprile le retribuzioni contrattuali orarie sono rimaste ferme rispetto a marzo, mentre sono salite appena dell’1,2% su base annua; e questa è la crescita più bassa da quando esistono le serie storiche, cioè dal 1982.

Ilva Il giudice di Taranto, Simone Orazio, ha condannato 27 ex dirigenti dell’Ilva per omicidio, disastro ambientale, e omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro: tutti reati commessi in modo colposo per i quali, comunque, in alcuni casi, le pene sono state molto alte (da 4 a 9 anni). I manager hanno lavorato nell’Ilva, che allora era ancora Italsider, ’75 al ’95 e alcuni di loro ricoprono ancora oggi incarichi di primo piano nella siderurgia italiana. L’accusa: sapevano che la fabbrica era piena di amianto e non hanno fatto nulla per tutelare gli operai. Quindici le morti per le quali i manager sono stati condannati, ma la procura indaga per un’altra trentina di casi. Tra i condannati c’è anche Fabio Riva, da più di un anno a Londra in attesa dell’estradizione chiesta della Procura di Taranto.

Tasi Sarà rinviata a ottobre la prima rata della Tasi, la nuova tassa sulla casa, nei Comuni che non hanno adottato entro ieri la delibera che fissa aliquote e detrazioni. I ritardatari dovrebbero essere poco meno di 6mila, su un totale di 8mila. Il decreto legge che fisserà, una volta per tutte, la nuova scadenza dovrebbe essere approvato dal consiglio dei ministri nei primi giorni della prossima settimana. Le scadenze della Tasi diventeranno tre: entro il 16 giugno si dovrà pagare la prima rata, sia per la prima casa sia per tutti gli altri immobili, solo nei 2 mila Comuni che hanno approvato la delibera. Entro ottobre, probabilmente il 16, si pagherà la prima rata nei 6 mila Comuni ritardatari, che avranno tempo fino al 31 luglio per definire aliquote e detrazioni. Anche in questo caso la scadenza riguarda sia l’abitazione principale che le seconde case. Entro il 16 dicembre, poi, si dovrà pagare il saldo, con una scadenza finalmente unica non solo per tutti gli immobili ma anche per tutti i Comuni (Salvia, CdS).

Otto per mille Quest’anno la Chiesa incassa dall’otto per mille 1 miliardo e 55 milioni. Il dato è stato comunicato ieri dalla Conferenza episcopale italiana ed è relativo alle dichiarazioni dei redditi del 2011. Rispetto all’anno precedente c’è un aumento: 23 milioni di euro in più. In leggera ripresa anche la percentuale delle persone che, tra quelle che hanno indicato una destinazione, hanno scelto la Chiesa: l’82,2% contro l’82,01% dell’anno precedente. Ma sempre lontano dai risultati raggiunti una decina di anni fa, quando si sfiorava il 90% (ibidem).

(a cura di Daria Egidi)