Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 14 Mercoledì calendario

Qualche frase pronunciata ieri a Milano dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Voglio confermare alcuni impegni che il governo ha preso

Qualche frase pronunciata ieri a Milano dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Voglio confermare alcuni impegni che il governo ha preso. Siamo assolutamente certi che l’Expo sia una strepitosa opportunità anche per il tema che è stato scelto. Expo è un’occasione strepitosa. Milano è per l’Italia un punto di riferimento, siamo a un passaggio delicato, ma strategico. Se vinciamo la sfida facciamo l’Italia. Non sottovaluto ciò che è accaduto e confesso il senso di sbigottimento e amarezza pazzesca quando vedi certe immagini di buste che escono da una giacca e certi nomi che pensavi appartenere al passato. Ma lo Stato è più forte dei ladri. Il coraggio è la grazia sotto pressione, come diceva Hemingway. Siamo assolutamente convinti che ci voglia tanto coraggio per arrivare pari con i tempi».

Sbaglio, o c’è il rischio che, anche per via degli scandali, Expo salti per aria?L’altra mattina il commissario dell’Expo, Beppe Sala, ha detto alla commissione parlamentare antimafia che l’83% dei lavori preliminari è completato, mentre il sistema di infrastrutture dove poi saranno montati i padiglioni è al 50%. Non so se queste percentuali di realizzazione siano tranquillizzanti o no, in termini di scadenze. Certo una preoccupazione esiste, anche perché non si possono escludere nuove complicazioni giudiziarie. Renzi ha affidato la legalità di Expo a Raffaele Cantone, che era già a capo dell’Autorità nazionale anticorruzione. Parecchie procedure su richiesta dello stesso Sala sono state semplificate, per esempio per quello che riguarda gli appalti al di sotto dei cento o dei centocinquantamila euro. Ma corrotti e corruttori, a quanto si capisce dalle prime ammissioni degli arrestati, contavano proprio sul venir meno dei tempi: l’urgenza - perché non riuscire a fare l’Expo ci esporrebbe a conseguenze inimmaginabili in termini di reputazione - costringe a passar sopra a tante cose.  

Cioè la semplificazione delle procedure, obbligatoria a questo punto, nasconde un rischio. Il premier è venuto a Milano, però, anche per tentare di arginare Grillo.
Grillo è scatenato e parla adesso di prendere più voti del Pd, pesantemente coinvolto, stando a quello che sostengono i magistrati, attraverso il faccendiere Greganti, la cooperativa Manutencoop e il suo capo Claudio Levorato, pezzo grosso del sistema cooperativo ed ex cislino (costoro negano tutto). Qualche battuta di Grillo, che punta proprio a delegittimare i democratici, vissuti a questo punto come l’ultimo ostacolo prima della conquista del Palazzo: «La prossima Autorità anticorruzione dovrebbe occuparsi a tempo pieno dei partiti, a iniziare da Pd. I suggerimenti glieli darà (gratis) il M5S. È un lavoro facile facile. L’Expo è un furto aggravato e continuato, il 90% degli appalti e dei subappalti è già stato assegnato. L’unica cosa da fare è fermarlo. Quando Renzie ci mette la faccia i cittadini ci mettono il culo (e i soldi). Renzie ha detto che sull’Expo lui ci mette la faccia, è arrivato buon ultimo dopo i renziani Fassino e Chiamparino, ottimi conoscitori di Greganti e Quagliotti, che la faccia l’hanno già persa da un pezzo, il culo ce l’hanno messo i piemontesi e i torinesi indebitati come delle lippe. Tra noi e Renzie c’è la stessa differenza che passa tra un bamboccio e un uomo. Noi siamo uomini».  

Mamma mia. E se l’inchiesta si rivelasse una bolla di sapone? Greganti, Frigerio e Luigi Grillo negano tutto.
Però, a quanto si sa, Paris, Maltauro e anche Cattozzo stanno parlando. Maltauro, imprenditore pluriindagato anche ai tempi di Mani Pulite, ha dovuto sborsare 600 mila euro per lavorare. Dopo Tangentopoli, che gli procurò un sacco di guai, ha detto di aver fatto altro fino a pochi anni fa, poi di aver dovuto riprendere in mano l’azienda e di aver constatato, con orrore, che nulla era cambiato. Solo che negli anni Ottanta-Novanta gli interlocutori erano i grandi partiti politici. Adesso invece c’è un pulviscolo di personaggi minori, lobbisti di calibro misterioso, non si capisce a chi si deve dar retta. Aveva assunto Cattozzo proprio per farsi orientare in questo intricato sottobosco di nani velenosi.  

Chi è questo Cattozzo?
Un ex Udc. Novello Mario Chiesa, s’è fatto beccare mentre nascondeva nelle mutande certi foglietti su cui stava la contabilità dei versamenti di Maltauro.  

All’Expo partecipano soprattutto gli stranieri. Come facevano i tangentari a farsi dare i soldi anche da quelli di fuori?
C’è un passaggio, in un’intercettazione di Frigerio, piuttosto significativo. I cinesi volevano fare per conto loro, senza appoggiarsi alla banda dei lobbisti. Dice allora Frigerio: «Dobbiamo storcere il più possibile il braccio al cinese... perché se diamo il messaggio al cinese “tana libera tutti”(...) io non lo so come il cinese fa gli scavi e le fondazioni (...) ... se a un certo punto passa il messaggio che il cinese fa come cazzo gli pare, gli altri dicono scusa ma perché a me hai rotto i coglioni...?».